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Destinazioni Sconosciute #58 Consonno, la città fantasma della Brianza che voleva diventare Las Vegas

Consonno, la Las Vegas mancata della Brianza: storia, declino e fascino della città fantasma più surreale d’Italia.

Massimo 3 mesi fa Commenta! 7
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Quando si parla di borghi abbandonati in Italia, il pensiero corre subito a Craco o Fabbriche di Careggine. Ma c’è un luogo, in Lombardia, che racchiude un mistero diverso: non è un paese medievale spopolato da catastrofi naturali, ma il frutto di un sogno moderno rimasto incompiuto. Stiamo parlando di Consonno, la città fantasma della Brianza, conosciuta anche come la “Las Vegas italiana”.

Contenuti
Il sogno di Mario BagnoL’inizio del declinoUna città fantasma in LombardiaLeggende e suggestioniConsonno e la memoria collettivaConsonno oggiUn patrimonio da preservare?Perché visitare Consonno

Il sogno di Mario Bagno

Per capire Consonno bisogna tornare agli anni ’60, quando l’imprenditore edile Mario Bagno acquistò il borgo agricolo in provincia di Lecco con un’idea precisa: trasformarlo in una città dei divertimenti. Case e cascine furono demolite, lasciando spazio a un progetto grandioso fatto di locali, discoteche, negozi e attrazioni dal gusto eclettico. Cupole orientali, archi moreschi, facciate di stili diversi: un miscuglio architettonico volutamente kitsch, pensato per stupire e attirare visitatori da tutta Italia.

Per qualche anno, Consonno ci riuscì davvero. Tra feste, spettacoli e musica dal vivo, la Brianza sembrava avere trovato la sua capitale del divertimento. Ma il sogno durò poco.

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Consonno

L’inizio del declino

Negli anni ’70 una frana interruppe la strada principale che collegava Consonno al resto della valle. Senza accesso diretto, il flusso di turisti crollò e l’ambizioso progetto si fermò. Gli edifici rimasero lì, incompiuti o abbandonati, e il villaggio cominciò lentamente a trasformarsi in quello che vediamo oggi: una città fantasma dal fascino decadente.

Mario Bagno non abbandonò mai del tutto la sua creatura. Negli anni provò più volte a rilanciare Consonno, organizzando eventi e raduni, ma il destino del borgo era ormai segnato. Alla sua morte, nel 1995, il paese era già avvolto da un silenzio irreale.

Una città fantasma in Lombardia

Oggi Consonno è un luogo che attira curiosi, fotografi, appassionati di urban exploration e amanti delle storie insolite. Camminando lungo il viale principale, si incontrano ancora i resti delle insegne, i muri colorati, la torre in stile arabeggiante e le strutture che un tempo avrebbero dovuto ospitare negozi e sale da gioco. Tutto è avvolto da un’atmosfera sospesa, tra natura che riprende il sopravvento e graffiti che hanno aggiunto nuovi strati di memoria.

Non si tratta di un villaggio medievale dimenticato, ma di un esperimento sociale e culturale fallito. Ed è proprio questo a renderlo unico: un simbolo del boom economico italiano, con le sue eccessive ambizioni e le sue fragilità.

Leggende e suggestioni

Intorno a Consonno sono nate anche storie e leggende. C’è chi parla di presenze misteriose, di rumori notturni tra gli edifici vuoti, di un’energia particolare che si avverte camminando tra le rovine. Non esistono prove concrete di fenomeni paranormali, ma la suggestione è forte, e basta il silenzio del borgo al tramonto per sentirsi osservati da qualcosa che non c’è.

Queste voci hanno alimentato l’immaginario di Consonno come luogo infestato, anche se la sua vera forza sta nella storia reale: quella di un progetto troppo grande per il territorio che lo ospitava.

Consonno e la memoria collettiva

Nonostante l’abbandono, Consonno continua a vivere grazie al racconto. Associazioni locali hanno organizzato negli anni visite guidate e piccoli eventi per far conoscere la sua storia. Alcuni nostalgici ricordano ancora le serate di musica e divertimento degli anni ’60, quando sembrava davvero che la Brianza potesse avere la sua Las Vegas.

In questo senso, il borgo non è solo un luogo abbandonato, ma un pezzo di memoria collettiva che parla del rapporto tra sogni e realtà, tra ambizioni personali e limiti del territorio.

Consonno oggi

Consonno

Il borgo non è ufficialmente visitabile come attrazione turistica strutturata, ma continua ad attirare centinaia di persone ogni anno. Alcuni edifici sono pericolanti e l’accesso non sempre è garantito, ma il fascino di questo luogo è difficile da ignorare.

Oggi, Consonno si presenta come un set cinematografico naturale, un palcoscenico ideale per reportage fotografici, video musicali e documentari. La sua atmosfera di “paese fantasma” lo rende unico rispetto ad altri borghi abbandonati italiani, più legati al passato medievale o rurale.

Un patrimonio da preservare?

La domanda che spesso si solleva è: cosa fare di Consonno? Restaurarlo e trasformarlo in un polo culturale o turistico? O lasciarlo così, come testimonianza di un’epoca e delle sue contraddizioni?

Non esiste una risposta definitiva. C’è chi sogna un rilancio, magari con progetti di arte contemporanea e residenze per artisti, e chi invece preferisce che il borgo resti un luogo sospeso, libero da sovrastrutture, a ricordarci che non tutti i sogni diventano realtà.

Consonno, in fondo, è un monumento involontario al desiderio di stupire, al confine tra utopia e fallimento.

Perché visitare Consonno

Andare a Consonno significa confrontarsi con un pezzo di storia recente che parla di noi, delle trasformazioni dell’Italia del boom economico, della voglia di modernità che spesso ha sacrificato memoria e tradizione. Non è un posto “bello” in senso classico, ma è un luogo che colpisce e che lascia qualcosa.

Ci ricorda che dietro ogni paese fantasma non ci sono solo leggende di fantasmi, ma anche storie di persone, di sogni troppo grandi e di occasioni mancate.

Ti affascinano i borghi abbandonati e le città fantasma? Raccontaci la tua esperienza nei commenti e seguici su Instagram per non perderti altri viaggi tra misteri e arte.

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