Proprio Lei, la Contessa di Castiglione, ha attirato il mio sguardo socchiuso sopraffatto dal momento estivo della siesta pomeridiana alla quale cercavo di oppormi senza poi tanta convinzione.
Abituati al gossip sui vari personaggi autoelevatisi a vip, più o meno anonimi, di turno, con stupore ho dato risalto ad un trafiletto che parlava di lei, la Contessa di Castiglione, nome più conosciuto di quella che al secolo fu Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini, detta Virginia.
Fu una ligure decisamente cosmopolita e giramondo, donna bellissima ma oltremodo inquieta.
Ripercorrendo il suo percorso di vita è evidente come abbia saputo essere ovunque si facesse la storia ma proprio quella che ora si sfoglia sui libri di scuola.
Bella lo era e tanto, questo l’abbiamo detto, allo stesso tempo irraggiungibile, quasi eterea ma solo per coloro che ella stessa bramava di tenere alla lontana.
Per il resto, la sua fu una vita da romanzo, ma non di quelli ottocenteschi, come forse sarebbe giusto. La sua era più vicina ad un giallo, o meglio ad una spy story.
La Contessa di Castiglione, prima influencer della storia
L’incipit semiserio ora però deve per forza lasciare spazio alla realtà dei fatti, per essere raccontati così come la storia li ha portati a noi e solo così capirai del perché il Metropolitan Museum of Art di New York, in un freddo 2 gennaio di quest’anno ha pensato bene di dedicare all’italiana Virginia un post tutto suo sulla pagina ufficiale del museo.
Individuata e per puro caso dunque tale traccia, il confronto con i tempi moderni è stato direi inevitabile e la vittoria della sfida tra gosssip di una volta e quello attuale, non può che essere attribuita alla Contessa di Castiglione e non di misura.
Abituati come siamo al fotoritocco a tutti i costi, sostegno effimero di storielle senza senso altrettanto vane, messe in evidenza, con poca disinvoltura dal personaggio Vip o semi tale del momento, credo che a molti sia sfuggito il colpo da maestra, per altro post mortem, della Contessa di Castiglione.
Credo quindi che vada rispolverato quel vecchio post del museo della grande mela, mettendolo a confronto con ciò che in estate riempie le pagine delle riviste patinate e che trovano, sotto l’ombrellone voraci lettori e lettrici, scatenando oltremodo il dibattito a seguire.
Chi era Virginia, la Contessa di Castiglione
Nacque il 22 marzo 1837 a Firenze, discendente da una delle più nobili famiglie spezzine: tra i suoi cugini, Camillo Benso, conte di Cavour. Sposò giovanissima Francesco Verasis conte di Castiglione in un sontuoso matrimonio, organizzato dal principe Poniatowski, celebrato a Firenze nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Dopo la guerra di Crimea nella quale il Regno di Sardegna aveva vittoriosamente affiancato Francia, Gran Bretagna e Turchia contro la Russia, Vittorio Emanuele II e Cavour le diedero un incarico speciale per il congresso di Parigi del 1856 che avrebbe dovuto sistemare l’Europa: favorire il ruolo del Piemonte nelle trattative che si sarebbero estese alla questione italiana.
Tra balli alle Tuileries dove compariva luminosa come una dea, comparsate in deshabillé e ricevimenti all’ambasciata, Virginia centrò l’obiettivo: in pochi giorni conquistò gli ambienti più altolocati di Francia e ben presto anche l’Imperatore Napoleone III che così ammise il Piemonte al congresso alla pari delle grandi potenze, sbaragliando le obiezioni dell’Austria.
Ecco che ormai la Contessa di Castiglione conquistava anche un posto importante nelle pagine di storia del nostro Risorgimento, favorendo l’appoggio francese all’Unità d’Italia.
Vedova ad appena trent’anni, Virginia trovò come proseguire il suo stile di vita: divenne l’amante di Vittorio Emanuele II.
Entrambi vedovi ed entrambi a Firenze (allora capitale d’Italia), lei gli offrì lo schermo perfetto per mascherare il suo amore per una popolana, la Bela Rosin, da cui aveva già avuto due figli e che voleva sposare, matrimonio che avrebbe intaccato il prestigio di Casa Savoia.
La storia finì questa volta con una sconfitta per Virginia: Vittorio Emanuele II alla fine scelse la Bela Rosin che lo aveva conquistato il Re con la buona cucina.
Il declino di Virginia era ormai iniziato: caduto l’Impero si batté per il ripristino della Monarchia francese ma fallì e fu coinvolta in altri scandali, come quando il figlio, nel novembre 1874, rubò le lettere privatissime degli uomini di Stato con i quali aveva avuto rapporti, i più importanti del mondo di allora: da Vittorio Emanuele II a Napoleone III, da Cavour a Bismarck a Rothschild insieme ad alcuni cifrari segreti con i quali si potevano decrittare documenti.
Ritiratasi nel 1876, nel suo nuovo appartamento di Parigi al numero 26 di Place Vendôme, iniziò una vita sempre più riservata rompendo quasi tutte le relazioni contratte in quindici anni di vita mondana e aspettando serenamente la morte che la colse a 63 anni il 28 novembre 1899.
Si diceva che l’Imperatore le avesse donato, come pegno d’amore, un anello con smeraldo del valore di centomila franchi su cui aveva fatto incidere una parola codice: “VNIARPGOILNEIOEN” (“Virginie” + “Napoleon”).
Dalla sua relazione con Napoleone III nacque uno scandalo quando costui subì un attentato e nel 1857 la Contessa di Castiglione fu costretta ad abbandonare Parigi recandosi in esilio a Londra.
Ma quella politica non fu che la prima delle sue molteplici attività: due suoi amanti (che la informavano anche sull’andamento della seconda guerra d’indipendenza in Italia), nell’aprile del 1859 la fecero diventare ricchissima al servizio della Banca Rothschild.
Nel 1863, convincendo il consigliere spirituale dell’imperatrice Eugenia con uno stratagemma e la complicità di Costantino Nigra diplomatico (suo amante), riuscì a rientrare a Parigi.
Il 9 febbraio 1863, in occasione di un ballo in maschera al palazzo reale, Virginia si presentò vestita da “Regina d’Etruria” per celebrare il suo trionfo.
A funerali avvenuti, la sua casa di Parigi e quella della Spezia furono perquisite da parte delle autorità e le fiamme distrussero i documenti più scottanti.
La Contessa di Castiglione è sepolta nel famoso cimitero parigino di Père-Lachaise.
Si nasconde però qualcosa di non detto dietro la sua lapide ma te ne parlerò domani nella mia rubrica del mistero.