È stata inaugurata a Milano la prima statua dedicata a una donna: si tratta di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, straordinaria personalità del Risorgimento che prese parte alle cinque giornate di Milano. Interpretata dall’artista Giuseppe Bergomi – grazie ai documenti iconografici raccolti dalla Fondazione Brivio Sforza – l’opera è stata collocata in quello che viene definito il salotto di Milano ossia Piazza Belgioioso e ritrae la protagonista elegantemente seduta nel suo salotto.
Milano, prima statua dedicata a una donna – Cristina Trivulzio di Belgiojoso
L’iniziativa, che celebra una donna di cultura, determinata e che si è battuta per la libertà, sarà certamente la prima di tante azioni future come questa e con cui Milano rende omaggio alle figure femminili che hanno promosso valori di generosità e intraprendenza rendendo migliore la nostra città – afferma Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano.
Ha presenziato all’inaugurazione il sindaco Giuseppe Sala. Il progetto è promosso dalla Fondazione Brivio Sforza, con l’ausilio della Banca di Credito Cooperativo di Milano, con il contributo del Comune di Milano e con il patrocinio di Regione Lombardia.
Cristina Trivulzio di Belgiojoso: biografia
Cristina Trivulzio di Belgiojoso nasce nel 1808 in una ricca famiglia nobile e secondo gli usi e i costumi del tempo, fu istruita in casa. Di fondamentale importanza per la sua formazione fu Ernesta Bisi – insegnante di disegno – che le diede modo di approcciarsi a idee nuove che venivano dalla Francia e che erano nettamente in contrasto con l’ideologia conservatrice del nonno materno di Cristina, il Gran Ciambellano dell’imperatore d’Austria.
Determinata nelle sue scelte, a 16 anni Cristina rifiutò il matrimonio con un cugino e sposò il principe Emilio di Belgioioso. La loro unione durò molto poco, ma si trasformò in un longevo e sincero rapporto d’amicizia che continuò per tutta la vita. Ebbe una relazione amorosa con Francois Mignet (storico francese), da cui nacque la figlia Maria
La sua frequentazione con i patrioti non sfuggì alla polizia di Milano. Fu costretta, infatti, a scappare inizialmente in Svizzera e poi in Francia – dove ebbe la possibilità di conoscere lo storico francese Augustin Thierry, che le rimase amico per tutta la vita.
Nel frattempo, la polizia austriaca aveva sequestrato l’intero patrimonio in Italia. Fu per questo spiacevole evento che Cristina decise di trasferirsi in Francia, dove si rimboccò le maniche guadagnandosi da vivere confezionando pizzi e coccarde. Con l’aiuto materno e il dissequestro del suo capitale le cose cambiarono: affittò un appartamento nel cuore di Parigi, aprì un salotto e strinse amicizia con Heinrich Heine e Liszt de Musset.
Iniziò a scrivere numerosi articoli; sovvenzionò giornali patriottici e aiutò numerosi fuorusciti italiani. Seguiranno anni di isolamento e di studio. Usò il suo denaro principalmente per divulgare idee e diede vita alla rivista Ausonio sulla scia di Revue des Deux Mondes.
Allo scoppio delle Cinque Giornate di Milano si trova a Roma, dove organizzò quello che venne definito l’esercito Belgioioso: un gruppo di 200 volontari fatti arrivare in piroscafo fino a Genova e poi alla volta di Milano. Con la sconfitta della Repubblica Romana, parte da Civitavecchia per la Turchia dove grazie ad una piccola somma di denaro ricevuta in prestito, acquistò una proprietà e fondò una colonia agricola destinata all’accoglienza dei profughi italiani. Si guadagnò da vivere scrivendo articoli – denuncia sulle condizioni di vita dell’Anatolia, il Libano, la Siria, la Palestina.
Fu solo nel 1855 che ottenne dalla amministrazione austriaca la restituzione dei suoi beni. Una volta tornata in Italia e proclamata la tanto attesa Unità d’Italia nel 1861, la principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso decise di abbandonare l’attività politica e vivere tra Milano, la sua amata Locate e il lago di Como. Si spegne nel 1871, a 63 anni, a Locate.