Oggi, lunedì 5 luglio 2021, Raffaella Carrà ci ha lasciato, aveva 78 anni. A dare l’annuncio della triste notizia è stato Sergio Japino, ex compagno della poliedrica donna, regina della televisione italiana e non solo. L’ex compagno ha riferito:
Si è spenta alle ore 16.20 di oggi, dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia. Una forza inarrestabile la sua che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza.
Il suo nome completo è Raffaella Maria Roberta Pelloni, è nata il 18 giugno 1943 a Bologna. È cresciuta tra il bar del padre e la gelateria di Bellaria-Igea Marina. Cresce seguendo la trasmissione televisiva Il Musichiere, e resta affascinata dal mondo televisivo, fatto di canzoni e balli.
Raffaella non resta con le mani in mano, ma decide di farne parte. Ad otto anni lascia la riviera romagnola e parte per Roma. Entra a far parte, prima presso l’Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro sperimentale di cinematografia.
La sua carriera inizia molto presto. Ha partecipato come attrice bambina, a otto anni, al film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952).
Raffaella Carrà, icona culturale: un’artista completa e poliedrica
Raffaella Carrà è stata definita la regina della televisione ed è diventata un’icona della musica. Le sue canzoni hanno fatto ballare diverse generazioni, e ancora continuano ad essere usate come basi per remix da ballare in discoteca.
Nessuno, soprattutto chi ha vissuto a pieno gli anni Settanta, potrà dimenticare il suo ombelico, simbolo di un’Italia che lasciava, pian piano, il suo carattere bigotto. Nell’autunno 2020 il quotidiano britannico The Guardian incorona Raffaella Carrà come sex symbol europeo, definendola l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso.
Tra i successi della Carrà, dobbiamo ricordare, nel 1976, A Far l’Amore Comincia Tu, un invito all’azione per le donne per far capire ai loro amanti cosa vogliono a letto. Un vero successo internazionale, che ha iniziato a smuovere gli animi della donne.
Raffaella è sempre stata una donna fuori dal comune e precorritrice dei tempi. È riuscita a sdoganare la femminilità, ha portato la sensualità in televisione e in radio, con le sue canzoni. In modo ironico e spensierato, è riuscita a toccare temi, che negli anni Settanta erano ritenuti tabù.
Nel 1978, con la canzone Tanti Auguri, cantava le gioie e la bellezza di fare l’amore: Com’è bello far l’amore da Trieste in giù. Com’è bello far l’amore io son pronta e tu. Una canzone che diventa rivoluzionaria, perché è una donna a cantarla. Un vero inno alla libertà sessuale e alla libertà di scegliere uno o tanti partner.
Le doti di soubrette ed abile intrattenitrice emersero nel programma di Raiuno Pronto, Raffaella?, in onda dal 1983 al 1985. La Carrà ha avuto il privilegio di presentare il primo programma di mezzogiorno della Rai che segnò la sua definitiva affermazione come conduttrice. È stata una dolce e vivace padrona di casa, capace di relazionarsi con uguale empatia sia agli ospiti illustri sia ai telespettatori che telefonavano per partecipare ai giochi del programma, in cui lavorò per la prima volta con Gianni Boncompagni.
È difficile ed impossibile racchiudere Raffaella Carrà in una casella del mondo dello spettacolo, perché ha fatto di tutto. Ha condotto programmi televisivi di successo, come Carràmba! Chesorpresa, del 1995. Il caschetto biondo coinvolgeva in diretta gli ospiti e il pubblico in sala in sorprese e incontri inaspettati con persone care (parenti, amici) che non vedevano da molto tempo, architettati insieme con un complice.
Potremmo parlare all’infinito della carriera di Raffaella Carrà, del suo Tuca Tuca, delle trasmissioni condotte in Argentina e di come ha saputo conquistare il pubblico spagnolo. Adesso ci restano solo le sue canzoni e il suo ricordo, che per fortuna, grazie alla tecnologia può essere tramandato alle generazioni future.