Caro iCrewer, ti starai chiedendo cosa c’entra Dante Alighieri con il Giappone. Adesso ti spiego. Dante non è stato un poeta qualunque, ma ha affascinato non solo noi italiani, ma anche il resto del mondo. E’ riuscito ad arrivare in qualunque angolo della Terra, fino in Giappone, anche se in epoca tarda.
E in occasione delle celebrazioni legate al Dantedì, come hanno avuto modo di parlare Dory Catapano e Paola Mastracco in alcuni articoli, noi filonipponici focalizzeremo la nostra attenzione su quello che sta accedendo in Giappone e sulle iniziative legate al Sommo Poeta.
Iniziative e webinar dedicati a Dante
L’Ambasciata d’Italia in Giappone, in raccordo con gli Istituti Italiani di Cultura di Tokyo e Osaka; il Consolato Generale a Osaka ed ENIT ha messo in calendario, per tutto il 2021, oltre venticinque tra iniziative ed eventi dedicati alla figura di Dante Alighieri, nell’anno del 700/esimo anniversario dalla sua morte.
Alighieri viene celebrato a 700 anni dalla morte non solo in Italia ma in tutto il mondo. Il suo lavoro e i suoi studi costituiscono le fondamenta della cultura italiana, ed hanno influenzato numerose culture al mondo, anche inaspettate, come quella giapponese.
Come ha dichiarato Giorgio Starace, Ambasciatore a Tokyo:
Per celebrare in Giappone la figura del padre della lingua italiana abbiamo inteso mettere a sistema il meglio della nostra offerta culturale con la fitta rete di scuole. Tra queste anche università e media giapponesi, certi di raggiungere il grande pubblico locale.
L’audiolibro su Dante, Dalla Selva Oscura al Paradiso, realizzato dalla Farnesina sarà così condiviso con centinaia di istituti scolastici, atenei e scuole di lingua. Tra le iniziative mediatiche sono allo studio collaborazioni con radio e testate locali, nonché campagne SNS ad hoc.
L’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo promuoverà inoltre a settembre tre giorni di studi danteschi. Domani 27 marzo 2021, inizieranno gli eventi dedicati al Sommo, con uno stimolante webinar in collaborazione con il Prof. Alessandro Barbero dal titolo Dante: l’uomo e la sua epoca. Per promuovere un innovativo connubio con le arti tradizionali giapponesi, sono infine in programma rappresentazioni di spettacoli dal vivo, danza e teatro Kabuki, a tema dantesco.
Il webinar è un incontro con lo storico Alessandro Barbero, in collegamento dall’Italia. Barbero risponderà senza copione alle domande del Direttore dell’Istituto, Paolo Calvetti.
Il professor Barbero ricostruisce la vita di Dante Alighieri, o meglio di Durante degli Alighieri detto Dante, il poeta creatore di un capolavoro immortale ma anche un uomo del suo tempo, il Medioevo.
Partendo dalle ricerche fatte per la realizzazione del suo libro, Dante (Editori Laterza 2020), ricostruisce la vita del poeta fiorentino, ne disegna un ritratto a tutto tondo. Inoltre pone l’attenzione sulle consuetudini, sui costumi e sulla politica di una delle più affascinanti epoche della storia: il Medioevo.
“Il libro di uno storico e non il libro di un dantista“, come lo stesso Barbero ha definito la sua opera, in cui si seguono le vicende della famiglia a cui Dante apparteneva, l’episodio del primo incontro con Beatrice, forse il più famoso della vita del poeta, la sua partecipazione alla battaglia di Campaldino e l’impegno politico. Il tutto raccontato con lo stile che ha reso il professor Barbero popolare sulla rete, per la sua capacità di rendere viva, attuale e umana una materia come la storia, spesso considerata asettica.
Il webinar sarà in italiano e giapponese con traduzione consecutiva. Per prenotare un posto ed assistere alla conferenza in Istituto, bisogna seguire il seguente link. La conferenza può essere seguita attraverso la piattaforma ZOOM, troverete tutte le istruzioni sul sito dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo.
Il Sommo poeta nella cultura giapponese
I nipponici non hanno conosciuto subito la figura di Dante Alighieri e le sue opere, ma in tarda epoca, durante l’era Meiji (1868 – 1912), quando le riforme imperiali aprono il paese all’occidente, permettendo scambi culturali reciproci. L’approdo di dante e della Divina Commedia in Giappone avviene grazie Mori Ōgai, medico romanziere vissuto a cavallo dei due secoli, che, dopo aver letto la Divina Commedia in traduzione tedesca durante i suoi studi a Lipsia, ne parla nei suoi Diari della Germania.
Nelle librerie italiane abbiamo visto il volume PaperDante, la trasposizione in fumetto della Divina Commedia. Anche i giapponesi hanno fatto un lavoro simile, ma visivamente, più vicino agli scenari dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso danteschi.
Gō Nagai è il padre di Mazinga Z, Goldrake, Devilman e tanti altri manga che hanno influenzato e appassionato intere generazioni. Lo scrittore e fumettista giapponese, ha conosciuto la Divina Commedia molto giovane e subito ne è rimasto affascinato.
Nagai legge una versione della Commedia (che in Giappone è nota come Shinkyoku, cioè “Canto Divino”) con le illustrazioni di Gustave Doré.
Il primo adattamento della Commedia, prende corpo nel 1968 con Mao Dante. Il manga rivede il ruolo dei demoni, dipingendoli come buoni. Questo manga non avrà fortuna, ma sarà lo spunto per far nascere Davilman.
Ma Gō Nagai non si arrende, porta sempre con sé il desiderio di realizzare una versione manga della divina opera di Alighieri. E ci riuscirà nel 1994. Il tema principale delle opere di Nagai è la contrapposizione tra bene e male. Solo nella Divina Commedia, riesce a trovare il connubio perfetto tra rappresentazione degli inferi, degli esseri demoniaci, il rapporto tra bene e male.
La Divina Commedia in giapponese
Il 2021 è anche l’anno in cui si ricorda i vent’anni dalla morte del professore Soichi Nogami, primo a tradurre la Divina Commedia in giapponese.
L’obiettivo del professor Nogami era quello di rendere accessibile l’opera dantesca al grande pubblico nipponico. Un lavoro lungo e difficile, durato oltre mezzo secolo. Possiamo dire che il professore ha vissuto e viaggiato con Dante, Virgilio, Beatrice e San Bernardo.
Ha attraversato lo Stige, è salito sulla barca di Caronte, ha incontrato peccatori e santi, angeli e demoni. Il lavoro di traduzione non è stato semplice ed immediato, perché bisognava far capire ai giapponesi alcuni concetti cristiani estranei alla cultura nipponica.
La traduzione della Divina Commedia apparve nel 1965 e rappresentò un evento culturale internazionale. Per il suo lavoro di quasi trent’anni, Nogami fu premiato dal Comune di Firenze e dalla Società Dantesca Italiana per ”la meritoria impresa” di aver portato il capolavoro di Dante anche nel paese del Sol Levante.