Dante Alighieri: proseguono le iniziative dedicate al Sommo poeta. Oggi colgo l’occasione per parlarti dell’interessante mostra dedicata alla miniatura presso il Museo Civico Medievale di Bologna: Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese, visitabile dal 28 maggio al 3 ottobre 2021.
Il curatore della mostra è Massimo Medica che si è anche occupato di Le Arti al tempo dell’esilio allestita nella Chiesa di San Romualdo a Ravenna fino all’8 settembre 2021, secondo grande appuntamento del ciclo espositivo Dante. Gli occhi e la mente, promosso dal Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura e dal MAR Museo d’Arte della città di Ravenna in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi.
L’evento è promosso da Istituzione Bologna Musei e Musei civici d’Arte Antica.
Dante e il suo rapporto con Bologna
La Mostra si compone di ben 14 codici miniati riconducibili alla produzione miniatoria bolognese tra la seconda metà del XIII e inizi del XIV secolo.
Il rapporto di Dante con Bologna fu molto intenso, poichè il poeta vi soggiornò diverse volte. Intorno al 1286-87, il poeta frequentò l’Università, una delle più antiche d’Italia. Durante il periodo dell’esilio, iniziato nel 1302, Dante vi soggiornò dal 1304 al 1306.
Fu in questo periodo che entrò in contatto con Oderisi da Gubbio del quale troviamo traccia nell’XI Canto del Purgatorio:
«Oh!», diss’io lui, «non se’ tu Oderisi,
l’onor d’Agobbio e l’onor di quell’arte
ch’alluminar chiamata è in Parisi?»
«Frate», diss’elli, «più ridon le carte
che pennelleggia Franco Bolognese;
l’onore è tutto or suo, e mio in parte.
Dante mostra di conoscere l’arte figurativa del suo tempo e in particolar modo quella della miniatura, legata alla produzione libraria medievale. Oderisi da Gubbio si trova nella cornice dei superbi, costretto a camminare piegato dal peso di un grosso macigno, poichè in vita non riuscì ad ammettere che fu superato da Franco Bolognese.
Attraverso le parole di Oderisi da Gubbio, Dante fa un discorso sulla fama poetica ed artistica che si rivela effimera, poichè artisti e poeti sono sempre destinati ad essere superati da coloro che si affermano successivamente. Pertanto l’arte di Cimabue è stata superata da quella di Giotto e la poesia di Guinizzelli è stata superata dalla poesia di Guido Cavalcanti:
Ben non sare’ io stato sì cortese
mentre ch’io vissi, per lo gran disio
de l’eccellenza ove mio core intese.Di tal superbia qui si paga il fio;
e ancor non sarei qui, se non fosse
che, possendo peccar, mi volsi a Dio. 90Oh vana gloria de l’umane posse!
com’poco verde in su la cima dura,
se non è giunta da l’etati grosse!Credette Cimabue ne la pittura
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,
sì che la fama di colui è scura:così ha tolto l’uno a l’altro Guido
la gloria de la lingua; e forse è nato
chi l’uno e l’altro caccerà del nido.Non è il mondan romore altro ch’un fiato
di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perché muta lato.Che voce avrai tu più, se vecchia scindi
da te la carne, che se fossi morto
anzi che tu lasciassi il ‘pappo’ e ‘l ‘dindi’,pria che passin mill’anni? ch’è più corto
spazio a l’etterno, ch’un muover di ciglia
al cerchio che più tardi in cielo è torto.
La fama è come un soffio di vento e un battito di ciglia, veloce e sfuggente. Ma queste miniature diventano una bellissima testimonianza del rapporto tra gli artisti e i poeti che con generosità perseguivano una missione che contribuì all’ampliamento della conoscenza.
Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese
Oltre alla testimonianza di Dante che spinse i critici a cercare notizie sui due miniaturisti, abbiamo una breve testimonianza del Vasari che nel 1568 inserisce Franco Bolognese e Oderisi da Gubbio in un piccolo spazio all’interno della vita di Giotto. Quest’ultimo, mentre era al lavoro in Vaticano, avrebbe intercesso presso il papa in loro favore, facendoli lavorare per la Biblioteca Vaticana.
Oderisi da Gubbio era ancora legato al canone bizantino, detto anche “primo stile” , le cui caratteristiche ritornano, come documentano alcuni dei codici esposti, nella stesura rapida e corsiva, giocata su una gamma assai limitata di colori (ufficio del tempo, ms. 511; antifonario del tempo, ms. 513; lezionario, ms. 514; antifonario del tempo, ms. 515; antifonario del tempo, ms. 516; collettario, ms. 612).
l’attività di Oderisi da Gubbio fu documentata a Bologna dove visse e operò tra il 1268 e il 1271, poichè risulta che ebbe un ruolo di testimone nella compravendita di codici miniati, non solo a livello locale, ma tra Bologna e la Francia, tra Bologna e l’Olanda. Fu soprattutto un artigiano che si distinse come autore di iniziali decorate a pennello e sempre dai documenti rinvenuti a Bologna, Oderisi era figlio del pittore e miniatore Guido.
La curiosità per questo miniatore nacque intorno agli anni 50 dell’800. Spesso i codici non erano firmati dai miniatori. Fu la critica ad attribuirgli i seguenti codici:
- due messali miniati, Canonica della Basilica di San Pietro a Città del Vaticano;
- il Digestium infortiatum di Giustiniano, Biblioteca Nazionale di Torino;
- la Bibbia di Corradino, Walters Art Gallery di Baltimora, (ms. W 152);
- il Salterio 346, Biblioteca Universitaria di Bologna;
- una Bibbia, Biblioteca Apostolica Vaticana, (Vat. Lat. n. 20).
Se di Oderisi da Gubbio si sa poco, di Franco Bolognese si sa ancora meno. La critica d’arte afferma che egli si aprì al Gotico e alla pittura di Giotto, il “secondo stile”, che ebbe come protagonista il cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, nome che gli deriva da una sontuosissima Bibbia oggi conservata alla Biblioteca Capitolare di Gerona. Tra le opere che fanno parte di questo stile ricordiamo: graduale, ms.521; antifonario, ms.529, antifonario ms.532, matricola dei Merciai del 1303, ms.629.
Per ulteriori approfondimenti puoi consultare il seguente sito: https://www.medioevoinumbria.it/home/oderisi-da-gubbio/
La poesia di Dante si rivela quindi uno straordinario strumento di conoscenza, un motore che accende la curiosità degli studiosi. Grazie ai versi danteschi la cultura si muove e continua ad essere viva.
Dante e la miniatura a Bologna ai tempi di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese: i codici miniati in mostra
Tra i principali codici in mostra ricordiamo:
- Miniatore bolognese (Bologna, seconda metà del XIII secolo)
Antifonario del tempo, 1260-70
Ms. 516, provenienza convento di Sant’Agnese - Maestro del Collettario (1265 – 1270)
- Lezionario
- Ms. 514, provenienza Convento di Santa Maria Maddalena di Val di Pietra
- Maestro del Collettario (1265 – 1270)
- Lezionario, ms. 612, provenienza Convento di Santa Maria Maddalena di Val di Pietra
- Miniatore bolognese, (Bologna, seconda metà del XIII secolo)
- Antifonario del tempo
- Ms. 513, provenienza Convento di Sant’Agnese
- Miniatore bolognese, (Bologna, seconda metà del XIII secolo)
- Ufficio del tempo
- Ms. 511, provenienza convento di Sant’Agnese
- Miniatore bolognese, (Bologna, seconda metà del XIII secolo)
- Antifonario del tempo
- Ms. 515, provenienza Convento di Sant’Agnese 3
- Maestro della Bibbia di Gerona, (Bologna, ultimo quarto del XIII secolo)
- Graduale Ms. 527, provenienza San Francesco
- Miniatore bolognese, (fine del secolo XIII – inizi del XIV)
- Antifonario del tempo, 1290 -1305
- Ms. 528, provenienza Chiesa di San Francesco
- Miniatore bolognese, (fine del secolo XIII – inizi del XIV)
- Antifonario del tempo, 1290 -1305
- Ms. 529, provenienza Chiesa di San Francesco
- Miniatore bolognese, (fine del secolo XIII – inizi del XIV)
- Antifonario del tempo, 1290 -1305
- Ms. 532, provenienza Chiesa di San Francesco
- Maestro di Sant’Agnese, (Bologna, fine XIII secolo – inizio XIV secolo)
- Graduale
- Ms. 521, Provenienza Convento di Sant’Agnese
- Miniatore bolognese, (seconda metà del XIII secolo)
-
Matricola e Statuti della Società dei Drappieri, 1284-1286
- Ms. 627
- Miniatore bolognese, (inizi del XIV secolo)
- Matricola della Società dei Merciai, 1303
- Ms. 629
- Maestro della Bibbia di Gerona, (Bologna ultimo quarto del XIII secolo)
- Graduale
- Ms. 526, Provenienza San Francesco
Dante e la miniatura a Bologna ai tempi di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese: altri dettagli sulla mostra
La sede del Museo Civico Medievale di Bologna è in via Manzoni 4. L’apertura osserverà i seguenti orari: martedì e giovedì 10-14, mercoledì e venerdì 14-19, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
Il biglietto, comprensivo di ingresso alla collezione permanente del museo è di 6 euro intero, 3 euro ridotto, 2 euro per i giovani dai 18 ai 25 anni, gratuito con la Card Cultura.
Potete trovare ulteriori informazioni su www.museibologna.it.
E’ inoltre previsto un calendario di quattro visite a cura di “Senza titolo” S.r.l, arricchite da letture tratte dalla Divina Commedia e dalle opere di studiosi e letterati che si sono occupati di Dante e dell’arte del suo tempo. Le visite si terranno nei seguenti giorni: venerdì 18 giugno alle ore 17; venerdì 9 luglio alle 17; venerdì 17 settembre ore 17; venerdì 1 ottobre alle 17.
Il costo è di 6 euro a partecipante più il pagamento del museo. E’ possibile pagare tramite bonifico o Paypal. La prenotazione è obbligatoria entro le 13 del giorno in cui è prevista la visita animata. Per informazioni e prenotazioni consultare il sito www.senzatitolo.net. Lo svolgimento delle attività è subordinato all’evolversi delle disposizioni governative in merito all’emergenza sanitaria in corso.