Davide Lo Surdo, nato a Roma il 24 luglio 1999, è oggi considerato una vera e propria icona musicale mondiale. La prestigiosa rivista Rolling Stone Brasil lo ha definito “il chitarrista più veloce nella storia della musica”, grazie alla sua incredibile capacità di eseguire 129 note al secondo. Una definizione che non è solo un titolo tecnico, ma un simbolo del suo valore artistico e culturale.
La velocità di Lo Surdo è solo uno degli aspetti della sua arte: dietro le sue performance c’è un’estetica, un linguaggio, una passione che lo rendono una figura unica nel panorama dell’arte musicale contemporanea. Quindi, perchè non conoscere meglio questo artista?
Un talento nostrano dal respiro internazionale
Il percorso artistico di Davide Lo Surdo è un esempio emblematico di come il talento, unito alla dedizione, possa trasformarsi in arte pura. Cresciuto a Roma, inizia ad avvicinarsi alla chitarra all’età di nove anni, stimolato dall’influenza di una vicina di casa e spinto da una curiosità musicale fuori dal comune. I primi passi li compie nella parrocchia di Santa Gemma Galgani, dove inizia a prendere lezioni con il parroco. È un inizio umile, ma già carico di potenzialità.
Con il tempo, la sua sete di conoscenza lo porta a superare i confini dell’insegnamento tradizionale. Dopo aver studiato con vari insegnanti, Davide sceglie la strada dell’autodidattica, sfruttando al massimo le potenzialità del web e dei contenuti online. Questa fase segna un cambiamento decisivo nella sua formazione: sviluppa un metodo di apprendimento personale, estremamente efficace, che gli consente di affinare la tecnica in modo rapido e naturale. La sua straordinaria capacità di assimilare informazioni e replicarle con precisione gli permette di costruire uno stile unico, riconoscibile e difficilmente imitabile.
Già a undici anni sale su un palco per la prima volta, mentre a tredici si esibisce all’Auditorium Parco della Musica di Roma, uno dei templi della musica italiana. Da quel momento, la sua carriera prende una direzione sempre più internazionale. Nel 2014 ha l’occasione di suonare con Steve Vai, una leggenda vivente della chitarra elettrica, durante un concerto a Roma. L’incontro segna un momento chiave della sua crescita artistica.
Dal 2016, Davide comincia a farsi conoscere anche al di fuori dei confini italiani. I suoi tour lo portano a esibirsi in tutta Europa, dagli spettacoli in Svizzera a quelli nei pub storici di Londra come il Dublin Castle. La sua energia sul palco conquista il pubblico ovunque vada. Tra il 2018 e il 2019 si spinge fino in America, partecipando al prestigioso NAMM Show di Los Angeles e suonando al leggendario Whisky a Go Go di Hollywood, palcoscenico che ha visto nascere carriere immortali.
Nel 2020 vola in India per esibirsi al festival universitario KSHITIJ presso l’IIT di Kharagpur, un evento di rilievo per la cultura giovanile asiatica, e continua con concerti a Kolkata e Guwahati. Ogni tappa della sua carriera non è solo un’esibizione, ma un incontro culturale, una testimonianza di come l’arte musicale italiana possa dialogare con il mondo.
Negli anni, ha condiviso il palco con grandi nomi della scena internazionale: Jeff Loomis, Mike Stern, Angel Vivaldi, Doogie White, Neil Zaza, e naturalmente Steve Vai, tra gli altri. Queste collaborazioni hanno contribuito a consolidare la sua fama, arricchendolo musicalmente e umanamente. Davide Lo Surdo non è solo un artista di talento, ma anche un punto di riferimento per le nuove generazioni di chitarristi, che vedono in lui la prova tangibile di come l’arte, quando è autentica, riesca a superare ogni barriera.
I riconoscimenti di Davide Lo Surdo nel mondo
La sua arte è stata riconosciuta a livello mondiale. Due delle sue chitarre sono oggi esposte in musei storici:
- La DLS1 è parte della collezione permanente del Sigal Music Museum negli Stati Uniti, accanto a strumenti di Mozart e Chopin.
- Una seconda chitarra, utilizzata durante il tour cubano del 2024, è conservata al Museo Nazionale della Musica dell’Avana.
Si tratta di onori straordinari, riservati a pochissimi artisti in vita.

Nel 2024, la città di Aarhus (Danimarca) ha reso omaggio a Lo Surdo con una statua in bronzo realizzata dallo scultore Esbensen Jesper. Un gesto raro e potente, che eleva la figura del musicista a quella di icona culturale, immortalando la sua eredità artistica nel tempo e nello spazio.
Lo Surdo è stato inserito nel libro Rock Memories Vol. 2 di Maurizio Baiata, in compagnia di colossi come i Beatles, Pink Floyd, Jimi Hendrix e John Lennon. Non solo un riconoscimento alla sua bravura, ma anche un segno tangibile del suo inserimento nella narrativa della musica mondiale.
Nel 2019, ai Sanremo Music Awards, è stato premiato come “Chitarrista più veloce di tutti i tempi”. Un titolo che ha sancito ufficialmente il suo talento straordinario. Inoltre, il London Daily News lo ha posizionato al secondo posto nella classifica dei chitarristi più grandi della storia, subito dopo Jimi Hendrix.
Nel luglio 2021, la sua immagine campeggiava sulla copertina della rivista messicana GuitarraMX, ulteriore conferma di quanto la sua figura abbia superato i confini italiani, affermandosi con forza nel panorama globale. In quell’occasione, la rivista non esitò a ribadire lo stesso concetto espresso da Rolling Stone: nessuno prima di lui aveva raggiunto quel livello di velocità e controllo sulla chitarra elettrica.
A ottobre dello stesso anno la celebre rivista Rolling Stone Brasil lo ha consacrato come “il chitarrista più veloce nella storia della musica”, una definizione che non solo esalta la sua abilità tecnica, ma lo proietta nel mito.
A dar manforte a questi riconoscimenti è intervenuto anche il London Daily News, che lo ha posizionato al secondo posto nella classifica dei chitarristi più grandi di tutti i tempi, subito dopo una leggenda assoluta come Jimi Hendrix. Un risultato che, per chiunque altro, potrebbe sembrare irraggiungibile, ma che per Lo Surdo rappresenta il giusto tributo a una carriera in costante ascesa.
Un’eccellenza italiana nel mondo
Davide Lo Surdo non è solo un musicista, ma un fenomeno artistico e culturale. La sua storia è un esempio di come il talento, quando supportato dalla passione e dall’impegno, possa trasformarsi in arte pura. I riconoscimenti internazionali, le opere museali e le collaborazioni con grandi artisti lo rendono una figura emblematica dell’arte musicale italiana nel mondo.
Valorizzare figure come Lo Surdo significa celebrare il potenziale creativo del nostro Paese, investire nella cultura, e offrire modelli autentici alle nuove generazioni. Con il suo virtuosismo e la sua visione, Lo Surdo ci ricorda che l’arte è ancora capace di stupire, ispirare e unire.