Tra arte pubblica, identità e inclusione sociale, il Festival Fac 2025 rafforza la vocazione culturale di Diamante
Ci sono città che guardano al futuro costruendo grattacieli. E poi ci sono città che scelgono di raccontarsi sui muri. Diamante, in Calabria, ha preso questa strada già nel 1981, quando oltre ottanta artisti trasformarono il borgo storico in una galleria a cielo aperto. Oggi, con l’edizione 2025 del Festival delle Arti e delle Culture (Fac), Diamante non si limita a conservare quel patrimonio: lo espande, lo mette in discussione, lo fa vivere.
Una settimana di arte pubblica e partecipazione
Promosso da Gulìa Urbana insieme al Comune di Diamante e al collettivo OSA – Operazione Street Art, il Festival Fac ha trasformato la città in un laboratorio diffuso. Per sette giorni, artisti, cittadini, operatori culturali e visitatori si sono incontrati tra talk, mostre, musica e – soprattutto – nuovi interventi artistici.
Non è stata solo una rassegna estetica, ma un vero processo collettivo. Fac ha dimostrato che l’arte urbana può essere uno strumento di relazione, riflessione e costruzione sociale.
Cinque nuove opere, cinque visioni del mondo
Il cuore del festival sono state le nuove pareti che ora arricchiscono il tessuto urbano. Ecco chi le ha firmate:
- Aches, street artist irlandese sostenuto dall’Ambasciata d’Irlanda in Italia, ha lavorato sul tema dell’unione tra i popoli, intrecciando memoria e futuro in un’opera fluida e dinamica.
- Dalla Spagna, Slim Safont ha scelto di celebrare i mestieri tradizionali, restituendo dignità alla manualità e alla trasmissione del sapere artigiano.
- Marta Lapeña, madrilena, ha portato sul muro una narrazione poetica e simbolica del territorio, evocando con delicatezza l’immagine del cedro, frutto identitario dell’Alto Tirreno cosentino.
- L’italiano Edoardo Ettorre, con il supporto di Formedil Cosenza, ha affrontato uno dei temi più attuali e spesso trascurati: la sicurezza sul lavoro, rendendo protagonista il corpo umano e la sua vulnerabilità.
- In arrivo a luglio, il tocco finale: Joys, artista italiano noto per le sue forme geometriche e giocose, realizzerà un playground artistico a Largo Savonarola. Sarà uno spazio pubblico accessibile, dedicato all’inclusione e al gioco condiviso.
Gemellaggi, mostre, musica: un ecosistema culturale
Ma Fac non si è fermato ai pennelli. Durante il festival, i comuni di Diamante e Santa Sofia d’Epiro hanno firmato un patto di gemellaggio nel segno dell’arte pubblica come leva di sviluppo locale. Il momento è stato celebrato con una sfilata dei gruppi arbëreshë e un incontro istituzionale al Museo Dac.
A questo si sono aggiunte una mostra collettiva con oltre venti artisti locali, tour guidati tra i nuovi e vecchi murales, talk su temi come formazione e sicurezza, e concerti sparsi nei vari luoghi del festival.
In un’epoca in cui la street art rischia spesso di essere banalizzata come decoro urbano, Fac 2025 ha rimesso al centro la sua dimensione politica, sociale, territoriale.
Diamante continua a evolversi
Quello che è chiaro, dopo questa edizione, è che Diamante non si accontenta di essere un museo a cielo aperto. Vuole essere un motore culturale attivo, un punto di riferimento nel Mediterraneo per chi vede nell’arte pubblica uno strumento di trasformazione.
E se l’identità si costruisce anche guardando i muri che ci circondano, allora Diamante ha molto da insegnare.
Sei mai stato a Diamante? Hai un murale del cuore tra quelli storici o appena realizzati? Raccontacelo nei commenti o su Instagram.