Oggi 26 agosto ricorre l’anniversario di fondazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, scritta e firmata in Francia nel 1789. Questo atto è stato inglobato formalmente per dare vita alla Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo, adottata dalle Nazioni Unite nel 1948.
La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1789
Come reagisce il mondo artistico: Eugène Delacroix
Sono molti i quadri ispirati alla Rivoluzione francese e alle conseguenze che ha portato. Prima fra tutte la definizione di Libertà. Una libertà che si estende a tutti i ceti sociali, arrivando anche ad abbattere alcuni confini che delimitavano la borghesia dai nobili. Ovviamente è un discorso molto più complesso da fare, ma non c’è dubbio che la presa della Bastiglia abbia segnato un punto di svolta. Il momento in cui si inizia a parlare di Ancien Régime come punto di rottura delle monarchie europee.
Abbiamo detto che molti artisti, soprattutto francesi, hanno cercato di riprodurre e rammentare l’esistenza di una Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo attraverso l’arte. Celebre è La Libertà che guida il popolo. Quest’opera non nasce per rappresentare l’atto firmato nel 1789, ma per ricordare l’importanza di lottare contro l’oppressore per far valere i propri diritti.
La Libertà che guida il popolo
La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple) è un dipinto a olio su tela (260 x 325 cm) del pittore francese Eugène Delacroix, realizzato nel 1830 e conservato nel museo del Louvre a Parigi.
La Libertà che guida il popolo raffigura tutte le classi sociali unite in lotta contro l’oppressore, guidate dalla personificazione speciale della Francia, Marianne, che in quest’opera assurge anche a simbolo della Libertà. Marianne è ritratta nell’attimo in cui avanza sicura sulla barricata, sventolando con la mano destra il Tricolore francese, richiamando con evidenza i valori della rivoluzione del 1789. Inoltre impugna con la sinistra un fucile con baionetta, a suggerire la sua diretta partecipazione alla battaglia. Nella sua posa monumentale e impetuosa la Libertà esorta il popolo a seguirla e a ribellarsi contro la politica reazionaria di Carlo X.
La Libertà è circondata da una folla tumultuosa, dove Delacroix ha riunito persone di tutte le età e le classi sociali. A destra della donna troviamo un ragazzino armato di pistole, simbolo del coraggio e della lotta dei giovani contro l’ingiustizia della monarchia assoluta. A sinistra, invece, è visibile un intellettuale borghese con un elegante cilindro in testa e una doppietta da caccia in mano (tradizionalmente ritenuto un autoritratto dell’artista, ma forse si tratta di un ritratto di un suo amico d’infanzia, Félix Guillemardet). Ai piedi della Libertà, invece, troviamo una giovane manovale con un grembiule di cuoio, che guarda la fanciulla piena di speranza, come se fosse l’unica in grado di restituire la dignità alla nazione francese.
La Libertà che guida il popolo, «il primo quadro politico nella storia della pittura moderna» secondo Argan, ha avuto sin da subito una grandissima eco per via del suo contenuto acutamente simbolico e celebrativo della libertà, del patriottismo, e della centralità del popolo nella costruzione del destino di una nazione. Secondo Delacroix, infatti, il popolo è in grado di incarnare un ideale superiore e di diventare protagonista della Storia: è in questo modo che la pittura non si popola più esclusivamente di figure mitologiche, eroiche o allegoriche, bensì anche di operai, manovali, artigiani, bambini e «canaglie», come disse scandalizzato un commentatore dell’opera in riferimento al ragazzino con le due pistole.