L’Opificio delle Pietre Dure di Firenze celebra un’eccezionale scoperta con la mostra “Dalla carta alla pietra. Il modello per il Vaso di fiori di Edoardo Marchionni”, visitabile dal 14 gennaio al 29 marzo. L’evento, parte della rassegna “Caring for Art. Restauri in mostra”, racconta il lungo e accurato restauro di un raro dipinto su carta da spolvero raffigurante un vaso di fiori, realizzato a tempera a uovo negli anni Settanta dell’800 dal direttore dell’Opificio, Edoardo Marchionni.
Una storia nascosta
Il dipinto, mai esposto prima, era stato creato come modello 1:1 per un pannello in pietre dure destinato all’Esposizione universale di Parigi del 1878. Nonostante la straordinaria qualità e l’uso di materiali preziosi, il pannello rimase invenduto a causa del suo costo elevato. Da allora, è conservato nel patrimonio dell’Istituto e oggi è parte integrante della collezione permanente del Museo.
Ritrovamento e restauro
Il modello su carta è stato ritrovato in condizioni critiche, piegato e nascosto tra altri progetti d’archivio. La carta era degradata, mentre la fragile pellicola pittorica mostrava evidenti segni di distacco. Nel 2023, è iniziato un complesso intervento di restauro nell’ambito di una tesi di laurea della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’Opificio, recentemente concluso con successo.
Secondo l’Opificio, il restauro ha permesso di recuperare l’integrità dell’immagine, ricostruendo le perdite e consolidando le parti originali. Un ruolo fondamentale è stato svolto da un consolidante di nuova generazione, sviluppato con nanotecnologie dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze. Questo materiale innovativo ha risolto la sfida più grande: il distacco progressivo della pellicola pittorica dal supporto cartaceo.
Un’opera che torna a splendere
Grazie a questo intervento, il modello di Marchionni è tornato al suo antico splendore, offrendo ai visitatori un raro esempio del processo artistico che portava dalla carta alla creazione in pietre dure. Un’occasione imperdibile per scoprire un capitolo poco noto della storia dell’Opificio e della sua straordinaria maestria.
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