Donne afghane protagoniste sulla rete Rai dedicata ai documentari, in concomitanza con la giornata mondiale contro la violenza femminile fissata, come ormai saprai, alla data del 25 novembre: oggi.
Un doppio appuntamento che ha visto una prima parte svolgersi il 26 novembre con la messa in onda della prima parte del documentario dal titolo: Afghanistan. Dalle minigonne di Kabul a Bin Laden.
Il documentario è stato proiettato in anteprima questa mattina 25 novembre alle 11:00, non a caso in concomitanza con la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, presso la Casa del Cinema di Roma, a cui ha fatto seguito un dibattito a cui, in prima persona ha preso parte l’Ambasciatore Stefano Pontecorvo, l’Ambasciatore dell’Afghanistan HE Khaled Zekriya e Luca Alberto Lo Presti, Presidente Fondazione Pangea Onlus e di altri esperti e osservatori.
Un focus sulla condizione delle Donne dell’Afghanistan, sviluppato in un documentario su due serate, una andata in onda il 26 novembre scorso e la prossima prevista invece per il 3 dicembre, sempre in prima serata.
La rete dedicata a questi approfondimenti Rai Documentari, è diretta da Duilio Giammaria, il quale ha dichiarato e di fatto concretizzato l’intento editoriale di voler contribuire affinché i riflettori rimangano accesi sulla complicata realtà che specialmente Donne e bambini stanno vivendo in questo momento, preludio oltretutto di un futuro incerto e relegato ad una condizione di inferiorità sociale.
Tutto questo vale per le Donne afghane ma concettualmente abbraccia ogni condizione di disagio o peggio violenza che ogni donna del mondo debba essere costretta ad affrontare e subire.
Donne afghane su Rai documentari, testimonianza di un dolore senza fine
Il documentario nasce da una coproduzione internazionale e si prefigge l’intento di ripercorre interamente, quasi tutti d’un fiato, gli ultimi quarant’anni di storia dell’Afghanistan, sforzo documentaristico realizzato in maniera così completa per la prima volta.
Si narra soprattutto del periodo d’oro dell’Afghanistan, corrispondente agli anni ’60, quando alle Donne afghane fu concesso il suffragio universale.
Era il primo paese asiatico a concedere tale massima espressione di libertà, a cui contestualmente, in un clima di massima fioritura dei diritti sociali, seguirono il diritto all’educazione e relativi gradi di istruzione.
Un racconto decisamente coinvolgente che muove la narrazione principalmente partendo da storie e testimonianze vere di Donne afghane, protagoniste in prima persona delle vicende del loro paese.
Lo stesso Duilio Giammaria in queste parole racchiude l’essenza viva del documentario dedicato alle Donne afghane:
Dal documentario emerge un Afghanistan inedito, il ritratto di un paese che stava vivendo un periodo di pace, riuscendo a far convivere le influenze politiche esterne: tra USA e Unione Sovietica, Islam e Comunismo, modernità e tradizione, quando in una Kabul degli anni ’60, le donne vivevano e si vestivano liberamente, in un periodo di crescita sociale interrotto bruscamente quando, nel corso degli anni ’70, Zahir Shah, l’allora illuminato monarca fu spodestato da un colpo di stato ispirato dall’Unione Sovietica.
Da quel momento le contraddizioni esplosero, aprendo la strada prima all’invasione dell’Armata Rossa, poi a un’ininterrotta serie di guerre sino ad oggi. Le donne sono sempre state le prime vittime pagando un prezzo di sofferenza e gravi limitazione dei diritti umani
Non è solo un’opinione quella del direttore di Rai documentari Duilio Giammaria ma un richiamare alla memoria reali scenari vissuti in prima persona in qualità di inviato di guerra, svolto in molte occasioni, durante le quali ha potuto toccare con mano la forza emotiva che il cambiamento sociale all’inverso, provocava in chi quell’involuzione l’ha subita sula propria pelle.