Simpatica, intelligente, colta, elegante, ironica si è presentata così Drusilla Foer al Festival di Sanremo 2022, la terza co-conduttrice che ha mostrato sicurezza, maestria e possesso del palco grazie al suo spiccato talento.
“Il palco è tuo, posso lasciarti presentare da sola” le ha detto Amadeus, mentre Michele Bravi cantante in gara con la canzone ‘L’inverno dei fiori’ inaspettatamente prima di esibirsi l’ha elogiata con “Posso dire una cosa? Guarda sono felicissimo che tu sia qua, la tua presenza racconta proprio la meritocrazia. Che bello!”
Un complimento, una scena non programmata che Drusilla emozionata ha ringraziato con un carezza accompagnata da un bacio affettuoso sulla guancia, seguita dalla sua innata simpatia quando un’inquadratura subito dopo ha mostrato il suo volto che diceva ‘ah non si può? ok, ok’.
“Ho una grande ammirazione per lei, è speciale, è intelligente, è amata. Sono felice sia la terza signora del Festival” dichiara Amadeus
Ammaliati e confusi dalla sua presenza, gli spettatori si son chiesti, chi è Drusilla? Perché è tanto amata e conosciuta?
Drusilla Foer, “non sono una nobildonna”
È arrivata sul palco di Sanremo facendo entrare una folata di aria fresca e nuova, in veste di una nobildonna egocentrica ma sensibile, ironica, semplice, sempre presente sulla scena. Quasi nessuno si aspettava una conduzione del genere, ed invece, Drusilla con semplicità si è fatta posto nel cuore del pubblico italiano, conquistando anche gli scettici e superando tutti i pregiudizi della gente.
Elegante nei modi, simpatica nel porsi è stata finora una delle co-conduttrici che ha riscosso più successo, diventando già la scommessa vincente per il prossimo Sanremo.
“Ho pensato a qualcosa di eccentrico, per tranquillizzare tutti quelli che avevano paura di un uomo en travesti, sicché mi sono travestita” ha detto presentandosi vestita da Zorro, dopo aver sceso con leggiadria le scale di Sanremo esortando alla prudenza con “il segreto è contarle”.
Un duo di conduzione e comicità imbattibile creatosi grazie alla presenza di Drusilla contenta di essere al fianco del suo Amedeo o “coso” in base alle circostanze, (quando voleva, ad esempio, il palco tutto per sé).
Non ha avuto timore dei pregiudizi, si è presentata per quel che è “unica” come unico ed emozionante è stato il suo monologo presentato all’1.30 di notte “non posso a quest’ora ammorbare il pubblico.. ma regalatemi l’ascolto” ed il pubblico ha ricambiato.
Colta e sensibile, Drusilla si è messa in gioco regalandoci una delle migliori serate del Festival grazie anche alla sua presenza mai scontata.
D’altronde lei stessa rilasciò in un’intervista che:
“Io cercherò di divertirmi, credo che non penserò a tutti gli occhi che mi guardano, penserò di essere che ne so alla fiera della salsiccia o in onda con voi a fare quattro chiacchiere”.
“Dalle chiacchierate che ho fatto con Amadeus qua e là ci troviamo molto bene e poi si vedrà. Cerchiamo di divertirci, non si guida uno shuttle, siamo su un palcoscenico, si ascolta la musica, si commenterà”.
Drusilla, l’alter ego di Gianluca Gori
Drusilla Foer, è l’alter ego dell’attore fiorentino Gianluca Gori che preferisce non definirsi perché “Molte cose di me non le conosco. Appena ne avrò preso consapevolezza non mancherò di ammetterle anche a voi tutti”.
Dalla stampa viene riconosciuta come icona di stile o nobildonna, ma lei ammette di non sentirsi tale ma di essere più vicina ad una “anziana soubrette” con “un certo numero di anni che tendo a non prendere in considerazione”.
Attrice, radiofonica, giornalista, pittrice, scenografa, ed ora anche conduttrice, artista a 360° nata dalla mente e dalla fotografia del toscano Gianluca Gori, riscontrò molto successo in teatro e sui social.
Protagonista di Eleganzissima, attrice in “Magnifica Presenza” di Ferzan Özpetek, ospite fissa in “The show must go off”, giudice a Strafactor, (lo speciale di X Factor), ospite al Maurizio Costanzo Show e nel salotto di CR-La Repubblica delle Donne di Chiambretti e autrice del libro “Tu non conosci la vergogna”.
Di Gianluca Gori, Drusilla dice: “Lui sostiene di avermi inventata, ma non è così geniale”, liquidando così il legame di anima e corpo che li accomuna e presentandosi ormai da alcuni anni solo ed esclusivamente come Drusilla Foer, la quale ha un rapporto a distanza con il suo creatore.
Una ‘femme en travesti’ dalla chioma argentea, un trucco mai volgare, vestita di eleganza sopraffine, (e non riferito ai vestiti), Drusilla in poco tempo è diventata un personaggio anticonformista di successo, molto elogiata, seguita dal pubblico che la vede come presenza importante e sostenitrice di cause sociali importanti.
“Tante persone hanno espresso approvazione per la mia partecipazione a Sanremo perché si sentivano rappresentate da quello che sono, anzi da quello che dico e che penso: quella è diventata anche una responsabilità, ma non sono un soggettino che si sottrae dalle responsabilità.
Dove trovo qualcosa che stride nel mio cuore mi espongo, e non parlo solo dei temi lgbt, ma anche della violenza sulle donne, dei diritti sul lavoro, sono la bandiera di ciò che penso e penso tante, tante cose“.
Nonostante il suo esser colta e sopra le righe la fa sembrare nobildonna, Drusilla ha ricevuto un’educazione antiborghese, cresciuta a Cuba e vissuto “a causa della sua irrequietezza” in varie città come Parigi, Madrid, Chicago, Bruxelles e New York, dove aprì un negozio di abiti usati vintage il “Second Hand Dru”, divenuto in pochissimo tempo posto di riferimento per molti artisti, cantanti, rock star, facendosi così conoscere da molte stelle di fama.
“Non sono stata mai un tipo lineare, bensì emotivamente piastrellata da parti dissonanti tra loro. Spero che questa anziana signora patchwork vi piaccia. Perché lei spesso, si detesta.”
Il discorso emozionante di Drusilla al Festival di Sanremo
“Forse dovrei parlare di integrazione o diversità ma è una parola che non mi piace, ha in sé qualcosa di comparativo, esprime una distanza che non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre che tradisco qualcosa che sento, che penso.
Trovo che le parole siano come gli amanti, quando non funzionano vanno cambiati subito.
Ho cercato, quindi, un termine per sostituire una parola che per me è incompleta e ne ho trovato uno molto convincente. Unicità. Mi piace, piace a tutti.
Tutti noi siamo capaci di trovare l’unicità dell’altro e tutti pensiamo di essere unici. No? Per niente.
Per comprendere la propria unicità è necessario capire di che cosa è fatta. Capire di che cosa siamo fatti noi. Certamente cose belle: ambizioni, valori, convinzioni, i talenti. Ma i talenti vanno allenati, vanno seguiti. Delle proprie convinzioni bisogna avere la responsabilità. Delle proprie forze, bisogna avere cura. Non è facilissimo!
Immaginatevi quando si comincia con i dolori che vanno affrontati, le paure che vanno in qualche modo esorcizzate e le fragilità che vanno accudite. Una roba pazzesca! Non è facile entrare in contatto con la propria unicità.
Come si fa a tenere insieme tutte queste cose che ci compongono? Allora io un modo ce lo avrei: si prendono per mano tutte le cose che ci abitano, quelle belle e quelle che pensiamo essere brutte e si portano in alto. Si sollevano insieme a noi, nella purezza dell’aria, nella libertà del vento, alla luce del sole, in un grande abbraccio innamorato. E gridiamo: “Che bellezza!. Tutte queste cose sono io”.
Sarà una figata pazzesca. Sarà bellissimo, abbracciare la nostra unicità. E a quel punto io credo che sarà anche più probabile aprirsi all’unicità dell’altro e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana.
Amici miei, io sono già una persona molto fortunata a essere qui, ma vi chiederei un altro regalo: date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo insieme l’atto rivoluzionario, il più grande che si possa fare al giorno d’oggi che è l’ascolto, l’ascolto di sé stessi, degli altri, delle loro unicità.
Promettetemi che ci proveremo, ascoltiamoci, doniamoci agli altri, accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni. Vi prego!
Facciamo scorrere i pensieri in libertà e senza pregiudizio e senza vergogna. Facciamo scorrere i sentimenti con libertà e liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità. Immaginate se il mondo non ruotasse e fisso stesse, se tutto il buio fosse nero pesto..” -Drusilla Foer
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