Edita Gruberova. Si è spento per sempre il virtuosismo vocale dell’interprete Slovacca che per quasi cinquant’anni è stato uno dei punti di riferimento nel repertorio lirico-leggero.
Nella sua dimora di Zurigo, Edita Gruberova, all’età di 74 anni, ha chinato per l’ultima volta il capo dal palcoscenico della vita, facendo in questo modo congedare anche i personaggi che nei più grandi teatri di tutto il mondo ha interpretato e reso immortali attraverso il suo personalissimo tocco che le è valso l’appellativo di “Regina di coloratura”.
Per i neofiti, pur sembrandolo, questo non è banalmente un appellativo ma una vera è propria tipologia vocale con cui sono classificate le voci liriche e nel caso di Edita Gruberova, alla caratteristica de quo è stato aggiunto il sontuoso termine di regina, il che senza bisogno di aggiungere ulteriori parole, la dice lunga su come il soprano fosse considerata.
Questa caratteristica, nella quale Edita Gruberova rappresentava un’eccellenza, in parole semplici racchiude le capacità di un soprano nel distinguersi durante l’esecuzione canora, nella quale, attraverso una straordinaria tecnica, riesce a dare seguito ad una serie di ornamenti virtuosistici su una parola o addirittura su una sola sillaba, impiegando la totalità dell’agilità vocale.
Ed in questo Edita Gruberova era proprio Regina!
Edita Gruberova una Regina della Notte impossibile da dimenticare e forse eguagliare
Da ogni parte tributi di grande stima e sentita partecipazione a seguito della notizia riguardante la scomparsa di Edita Gruberova. Tra queste quelle della Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena, Cecilia Gasdia:
Una volta vista e ascoltata in teatro non si poteva certo scordare. Non avevo ancora vent’anni e cantavo nel Coro dell’Arena. Allora Edita Gruberova era già una stella regolarmente ospite a Vienna, Salisburgo, al Met e alla Scala: che fosse a Verona costituiva un evento.
Il suo controllo del fiato, il senso del fraseggio, una voce in pieno rigoglio con acuti e sovracuti cristallini.
Sono personalmente addolorata per la sua scomparsa, come lo sono oggi tutti i musicisti e gli appassionati nel mondo: Gruberova ha lasciato fortunatamente prove tangibili della propria arte, a testimoniarci quanto fosse sovrumana la sua padronanza della voce, che sapeva raggiungere la purezza immacolata di uno strumento, da vera fuoriclasse. Grazie Edita
Lo conferma con le sue stesse parole Cecilia Gasdia, ricordandosi poco più che ventenne quando nel Teatro Filarmonico di Verona, la sentì cantare dal vivo, rimanendone estasiata.
E proprio a Verona sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, Edita Gruberova fu diretta da Francesco Molinari Pradelli per la regia di Beppe De Tomasi il 22 e il 25 marzo 1980, nel capolavoro romantico del compositore bergamasco Donizzetti, Lucia di Lammermoor.
Le parole di partecipazione per morte di Edita Gruberova sono sovrapponibili tanto è il plauso unanime ad una carriera perfetta di quella che anche per i non cultori del genere rimarrà nei ricordi come la Regina della Notte.
Ruolo celeberrimo di indubbio fascino e coinvolgente che lascia ogni volta il pubblico ammirato quando le note si arrampicano sempre più sù nella scala fino a diventare, attraverso la voce dell’interprete, suoni attribuibili ed un angelico ed etereo campanellino, virtuosismo nel quale Edita Gruberova era impareggiabile.
Stessa caratura il commento a caldo che il sovrintendente Dominique Meyer, in un post su Facebook decisamente al passo con i tempi, definisce una leggenda, ricordando inoltre lo stretto legame che si instaurò negli anni tra la soprano Edita Gruberova e l’Opera di Stato di Vienna di cui proprio Meyer fu direttore generale prima di arrivare alla Scala di Milano:
Quella sera, Edita era felice. Abbiamo festeggiato i suoi quarantacinque anni di presenza allo Staatsoper, dove lei aveva iniziato la sua carriera nella truppa.
È sempre rimasta fedele a questo teatro, dove ha cantato più di 700 esibizioni, l’ultimissima Anna Bolena, il 23 ottobre 2015. Si ritirò definitivamente in occasione di un dato gala il 23 giugno 2018. È sera, gli avevo regalato il suo mitico costume da Zerbinetta.
I viennesi ricordavano di aver applaudito più di mezz’ora dopo l’aria aperta Grossmüchtige Prinzessin
Era il 20 novembre 1976.