Dopo quasi quattro mesi di chiusura forzata, riapre oggi al pubblico il 102° piano dell’Empire State Building, con la sua vista panoramica mozzafiato, apprezzata ogni anno da un volume di visitatori che i comunicati stampa indicano in circa quattro milioni, provenienti da ogni parte del mondo.
Da oggi la riapertura è però consentita in modalità ridotta rispetto all’affluenza solita. Sarà consentito l’ingresso all’osservatorio del 102° piano dell’Empire State Building solo a cinquecento persone, un nonnulla rispetto ai volumi che la fila di 73 ascensori che ti accoglie nella hall d’ingresso può potenzialmente trasportare.
Sicuramente molti Newyorkesi approfitteranno per riprendere possesso, sia pur idealmente, di un pezzo importante della loro città, forse troppo e per troppo tempo ad uso esclusivo di un turismo di massa sempre più fagocitante.
Diversamente, se non vuoi prendere l’ascensore, puoi scegliere di salire a piedi affrontando con disinvoltura i 1872 gradini che devono essere affrontati per raggiungere l’osservatorio al 102° piano dell’Empire State Building.
E per i più bravi, ogni anno c’è l’Empire State Building Run Cup, una sorta di maratona in verticale che premia chi per primo riesce ad arrivare al 102° piano salendo le scale nel più breve tempo possibile.
Competizione certamente singolare. ma che da sempre riscuote un grande successo.
L’Empire State Building per quasi mezzo secolo il più alto grattacielo della Grande Mela e del mondo
L’Empire State Building è un pezzo importante della storia di New York, fermo all’angolo tra la Fifth Avenue e la West 34th Street da ormai 89 anni, con il suo stile Art Decò, è il grattacielo più antico della città con una hall di rara bellezza, nominato monumento storico.
La sua costruzione iniziò nel 1930, ma già il 1 maggio 1931 fu inaugurato, conservando il primato di grattacielo più alto di New York e del mondo fino al 1976, quando la corsa selvaggia iniziò a formare lo skyline dell’odierna Grande Mela, relegando definitivamente l’Empire State Building ad un posto nella classifica dei grattacieli più alti, decisamente in posizione secondaria, ma non certo nei cuori dei Newyorkesi dove tuttora ricopre una posizione di primaria importanza.
E infatti, in termini pratici, l’Empire State Building, anche se ha da tempo perso il primato di grattacielo più alto della città e del mondo, può ugualmente vantare un’altezza di 443 metri, antenna compresa, di tutto rispetto che lo collocano stabilmente al quarto posto nella Grande Mela ma lui sembra non curarsene poi troppo.
L’Empire State Building il grattacielo dei records
Da sempre al centro delle attenzioni in termini di record, da una curiosa ricerca condotta dalla Cornell University, l’Empire State Building è risultato essere stato nel 2011, l’edificio più fotografato al mondo a fronte di un’analisi su milioni di foto, sperando un giorno di usare questa informazione come Deus ex Machina per trovare una soluzione efficace a chissà quale tormento interiore che affliggerà magari un branco di leoni marini in procinto di cambiare scoglio.
Così come è oltremodo interessante sapere che nel 2018 ben 75 milioni di utenti Uber hanno scelto l‘Empire State Building, risultando la destinazione più richiesta per l’app di ride-sharing.
Da oggi si torna dunque a guardare New York con gli occhi di sempre, da quell’ Empire State Building che dopo l’attentato alle Torri Gemelle, ha saputo, con la sola presenza, sostenere l’intera città, perché nei tristi giorni che seguirono alla catastrofe, l’Empire State Building ha saputo accogliere lo sguardo di chi guardando in su, trovava ormai un vuoto incolmabile facendolo tornare al centro della scena, se mai l’avesse realmente lasciata.
Oggi come allora, poter tornare ad ammirare il panorama dal 102° piano dell’Empire State Building, ha il sapore del ritorno alla normalità, a quella routine che abbiamo fin troppo ben capito, diamo per scontata ma non lo è, come non lo è un panorama o un grattacielo con antenna in testa che ti guarda da lontano che pensi di trovare sempre, ma una soleggiata mattina di settembre, ti volti e non c’è più.