Per erma si intende una scultura su pilastro, raffigurante una testa umana e l’inizio del busto.
Più nel dettaglio l’erma è un pilastrino di sezione quadrangolare, sormontato da una testa scolpita a tutto tondo, che nell’antica Grecia, soprattutto in Attica, raffigurava Ermes da cui ne ha preso il nome.
Fatta questa breve ma doverosa premessa, arriviamo alla notizia perché un’importante scultura in marmo, databile verosimilmente tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., raffigurante appunto l’erma della dea Atena, è stata recuperata a Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento.
L’ema in questione è stata letteralmente stanata presso l’abitazione di un privato che la deteneva, neanche a dirlo, illegalmente.
Essa sarà ora restituita al Museo del Sannio Caudino di Montesarchio dal comandante del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, alla presenza dei vertici della Procura della Repubblica di Benevento e del direttore del museo Vincenzo Zuccaro.
Una cerimonia istituzionale per dare il giusto rilievo al ritorno a casa dell’erma, un reperto di grande valore artistico e storico che come tante altre antichità preziose, ha subìto un amaro destino, quello di essere trafugata da mani ignote per finire nell’oblio dei più a beneficio di pochi sguardi, rischiando oltretutto di andare distrutta o riportare danneggiamenti irreparabili.
L’importante ritrovamento da parte dei carabinieri del prezioso reperto archeologico è frutto di un’intensa attività d’indagine condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, come sempre finalizzata al contrasto del traffico illecito di reperti archeologici.
La scultura dell’erma è in marmo bianco, non del tutto conservata poiché mutilata di alcune porzioni ma questa sua caratteristica morfologica non è dovuta al periodo da essa trascorso in clandestinità ma da altre vicissitudini subite nel tempo.
L’evidente presenza del copricapo liscio, assimilabile ad un elmo corinzio, ha permesso, senza ombra di dubbio di identificare il soggetto raffigurato nell’erma, con la dea Atena.
La restituzione dell’erma, avverrà domani, venerdì 16 giugno alle ore 11, proprio in occasione della celebrazione delle Giornate Mondiali dell’Archeologia promosse dall’Inrap, l’Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva della Francia (Institut national de recherches archéologiques préventives.
L’erma di Atena esempio virtuoso di come dovrebbe sempre andare
Una grande emozione dunque vedere ritornare alla propria sede un reperto archeologico, di qualsiasi natura esso sia e ciò fa ben sperare nei confronti di tanti capolavori dell’arte, a volte letteralmente scomparsi nel nulla.
Certamente i più, piombati in un alone di mistero impenetrabile ma altri, decisamente più a portata di occhio.
Perché davvero sta diventando a tratti decisamente poco credibile l’idea che tutta questa miriade di preziosi reperti sia scomparsa proprio alla vista di tutti.
Importante, da qualche decennio a questa parte, la capillarità con cui le foto di reperti trafugati, vengono divulgate.
Questo ha permesso in moltissime occasioni che privati cittadini, semplici appassionati d’arte, potessero segnalare qualche anomalia su tutta una serie di elementi, così da far scattare le dovute verifiche da parte degli esperti del settore.
L’azione investigativa come visto per l’erma è sempre fondamentale poiché si avvale sempre di più di personale qualificato unito alle nuove tecnologie.
Un plauso dunque per questo ritrovamento come per gli altri e che insieme tutti siano forieri di molti altri ritorni a casa da parte delle opere d’arte che compaiono nella lista delle scomparse.
Questo si aggiunge al ritrovamento recente di Villa Torlonia del quale Ti abbiamo già parlato in un altro articolo.
E speriamo di dare sempre più spesso notizie come questa così che la legalità sia ripristinata e che molte opere possano tornare ad essere patrimonio di tutti proprio come l’erma