Reddito di creatività: ecco l’idea emersa durante un servizio di Rai News 24. Ma di cosa si tratta? Perché e da chi è stato proposto?
Andiamo con ordine.
Un reddito di creatività per sopravvivere al Covid-19: qual è la situazione attuale in Italia?
Con il nuovo Dpcm 24 Ottobre 2020, di cui abbiamo ampiamente trattato in questo articolo, molte categorie di lavoratori autonomi si sono ritrovate nuovamente messe alle strette, dopo aver affrontato un disastroso lockdown.
Tra di loro, i professionisti dell’arte, la cultura e lo spettacolo.
Una scelta irrazionale, considerato che teatri e cinema sono stati, ad oggi, tra i luoghi più sicuri d’Italia: è questo il parere di personalità come Luca Ward, Emma Dante, Ezio Greggio, Gabriele Muccino, Fiorella Mannoia, Serena Dandini, Andrea Pennacchi, Claudio Giubitosi e Lino Guanciale.
L’attivista Aboubakar Soumahoro si rivolge al ministro Dario Franceschini con un accorato appello:
“Ministro Franceschini, è calato il sipario sulla cultura, cibo dell’anima e presidio di speranza che sconfigge dittatura della mediocrità.
Occorre avere visione strategica per tutelare salute, diritti degli invisibili della musica, teatro e cinema e il loro valore socio-economico”.
Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, mostrando dati per nulla rassicuranti, ribadisce la necessità di misure incisive nell’interesse della popolazione.
https://www.youtube.com/watch?v=8J8iM1qePnM
“Vorrei rispondere alle osservazioni che ho ricevuto con la stessa franchezza con cui le critiche o le osservazioni sono state rivolte a me: io ho l’impressione che non si sia percepita la gravità della crisi. […]
Avevamo il dovere di intervenire subito e prima si interviene, con misure più drastiche possibili, più facilmente si blocca quella crisi esponenziale della curva [dei contagi].
Per questo, la chiusura delle attività in cui si ritrovano molte persone non è stata legata ad una scelta gerarchica – sarebbe assurdo scegliere così! – […] ma è derivata dall’esigenza di ridurre la mobilità delle persone.
[…]Chi governa deve assumersi delle responsabilità. Deve essere così sempre, figuriamoci dentro un’emergenza sanitaria, sociale, economica come questa. […]
Si possono fare cose giuste, cose sbagliate, ma ci deve essere un’assunzione di responsabilità collettiva e individuale”.
Con queste parole, il ministro Franceschini si difende anche dalle polemiche sorte dopo la scelta di lasciare aperte le chiese.
Un reddito di creatività per sopravvivere al Covid-19: ecco perché non si può essere artisti nel nostro paese
Nessun piano nazionale di sostegno continuativo, solo pochi bandi sporadici che a malapena coprono le esigenze di qualche mese.
Parlare poi di stipendi o di sindacati per artisti, è eresia pura, a differenza di altre nazioni, dove non è fantasia ma una realtà che sostiene e tutela le fatiche e i sacrifici di chi migliora di fatto la qualità culturale del paese, un supporto riconosciuto a molti e che può permettere una vita più serena.
Queste le parole di Paolo Carta sul Manifesto Sardo, pubblicate il 16 Ottobre del 2019.
A differenza di altre categorie, quella dell’arte versa in pessime condizioni da sempre: 137,7 lavoratori ogni mille abitanti in Italia sono privi di tutele fiscali, giuridiche, previdenziali e assistenziali, per non parlare di un riconoscimento professionale, secondo i dati Istat del 2018.
Davanti a noi, la la Francia, con 244,3 e la Germania, con 393,1.
E il lockdown non ha fatto altro che peggiorare la situazione.
Un reddito di creatività per sopravvivere al Covid-19. La denuncia: “siamo senza tutele”
Ne parla anche Laura Serena, attrice presso Attrici e Attori Uniti: comunità nata nel 2020 per garantire uno spazio di confronto ai lavoratori dello spettacolo.
“La paga minima sindacale prevista per una giornata lavorativa di un attore teatrale professionista scritturato è di circa 50 euro netti e comunque sulla durata di un contratto a lungo termine non si può contare”.
Nella lettera di denuncia, indirizzata dalla comunità agli organi istituzionali, si legge a chiare lettere:
Segnaliamo l’emergenza di esserci ritrovati improvvisamente senza lavoro e senza reddito, ma, a differenza di altri, in un Settore già colpevolmente privo di tutele.
Inoltre, siamo stati i primi a fermarci e saremo tra gli ultimi a poter ricominciare.
Denuncia che ci riporta alla mente lo scandalo sollevato da Beppe Vessicchio nel 2019, nonché dalla segretaria generale della Slc Cgil Emanuela Bizi, circa le condizioni di lavoro disumane degli orchestrali a Sanremo:
Prove estenuanti e tempi di lavoro interminabili: dalle 10 del mattino fino a fine diretta, spesso dopo la mezzanotte.
Sono condizioni inaccettabili che svelano, ancora una volta, come dietro luci sfavillanti e giacche doppiopetto il mondo dello spettacolo in Italia non riconosca il lavoro degli artisti anche se, proprio sulle loro capacità e competenze, mette in piedi fruttuosi business.
Il tutto, sempre per un netto di 50 € al giorno: cifra che, per molti altri professionisti, sarebbe addirittura un sogno.
I bonus e le indennità erogati dal governo, come i 600 € del Decreto Cura Italia per i lavoratori autonomi con un reddito inferiore ai 50.000 euro, sono stati delle vere e proprie manovre salvavita che hanno permesso agli artisti di poter tirare, anche se per un brevissimo momento, un sospiro di sollievo.
Ovviamente, non tutte le domande sono state accolte per mancanza di requisiti: altro aspetto sottolineato dalla lettera di denuncia di Attrici e Attori Uniti, che invitiamo a leggere con attenzione.
Un reddito di creatività per sopravvivere al Covid-19: chiude la Artgallery 37 di Torino
Molte le realtà messe in ginocchio dal prolungarsi della pandemia. Tra queste, l’Artgallery 37 in Vanchiglia a Torino che, dopo aver lanciato il suo disperato appello a Maggio, si appresta a chiudere i battenti.
“Abbiamo una grande passione, tante idee, ma ci mancano i finanziamenti. Questo periodo ci ha segato le gambe. Il nostro progetto andrà avanti, ma non avremo più uno spazio nostro.
Peccato perché avevamo tante iniziative in cantiere e rapporti consolidati con artisti internazionali”.
Luogo di aggregazione e confronto, la Artgallery 37 ha organizzato nei suoi cinque anni di attività innumerevoli progetti, tra cui la mostra-concorso International Contemporary Art Prize del 2019: con la partecipazione di 120 artisti da tutto il mondo, che hanno gareggiato ed esposto nel Palazzo Birago di Borgado, sede della direzione della Camera di Commercio.
Una ferita dritta al cuore della cultura Torinese, che sarà difficile rimarginare.
L’Ex Asilo Filangieri propone il reddito di creatività
Ed ecco il motivo per cui l’Ex Asilo Filangieri, realtà tutta napoletana nata nel 2012, ha lanciato la sua proposta ai microfoni di Rai News 24: come sottolinea l’attrice Fabiana Fazio, ora non ci sono più bonus né altri aiuti da parte dello Stato, in grado di alleviare la già difficile situazione in cui versano i professionisti dell’arte.
“È come se ci dicessero: ‘okay, non vi abbiamo chiuso, potete continuare’.
Ma di fatto ci è impossibile fare il nostro lavoro, perché il teatro esiste se ci sono gli addetti ai lavori e se ci sono le persone – il pubblico – che vanno al teatro.”
Così facendo, entro il 2021 molti professionisti saranno costretti a gettare la spugna.
Ex Asilo Filangieri: gli ideali di una rivoluzione
Uno spazio autogovernato da una comunità di artisti, appassionati, operatori, lavoratori dello spettacolo, studenti e liberi cittadini: ecco cos’è l’Ex Asilo Filangieri, instauratosi nell’ex sede del Forum delle Culture a Napoli, nel complesso cinquecentesco di San Gregorio Armeno.
Un’idea nata dall’esigenza di creare un punto di riferimento, nella città e per la città: estraneo a logiche politiche e di mercato, così come dovrebbe esserlo anche l’arte, quella vera.
L’Ex Asilo Filangieri è un’entità informale che opera liberamente sul territorio: riconosciuta non dallo Stato, ma dai napoletani.
Eventi, seminari, spettacoli, presentazioni di libri: tutto viene programmato in assemblea, dove ognuno è rappresentante di sé stesso e ha pari importanza degli altri.
Il parere di un nuovo arrivato ha lo stesso valore di quello espresso da un membro storico e merita altrettanta attenzione.
Responsabilità di tutti coloro che usufruiscono dei mezzi, i materiali e gli spazi presenti nella sede, è quella di preservarli, tenere tutto pulito e in ordine.
Obiettivo di questa comunità è quello di dare la possibilità, a i professionisti dell’arte e la cultura che vogliono farne parte, di svolgere con dignità e professionalità il proprio lavoro, con il sostegno dei loro colleghi.
Dall’incontro con altre realtà nasce quel particolare connubio di idee e competenze che, rette dal clima di solidarietà caratteristico di questo ambiente, portano a nuove esplorazioni e sperimentazioni artistiche.
Ex Asilo Filangieri: Il Grande Vento
Massima espressione dei valori e gli ideali su cui si fonda l’Ex Asilo Filangieri, il Grande Vento si tiene ogni anno il 27, 28 e 29 Dicembre.
Un’esposizione che occupa interamente i tre piani della sede, dove ogni artista facente già parte della comunità o proveniente da fuori può collaborare con altri colleghi per la realizzazione di un progetto collettivo.
L’evento è aperto a tutti, ma veramente tutti coloro che desiderano parteciparvi, purché abbiano cura degli spazi e dei mezzi di cui usufruiscono.
Ex Asilo Filangieri: la Tela::: chiamata alle arti interdipendenti e derivate
“Siamo tutti sulla stessa barca, dicono: qualcuno viaggia in prima classe, su navi di lusso… e qualcun altro affonda su un gommone”.
Un’interazione continua tra artisti, le cui opere si uniscono e accavallano, modificandosi e arricchendosi a vicenda in una produzione che si apre, così facendo, ad infinite possibilità creative.
Questa è la Tela dell’Ex Asilo Filangieri: uno spazio virtuale nato durante il lockdown, studiato per continuare ad ingrandirsi e mutare nel corso del tempo.
In questa pagina, unica del suo genere, si possono sperimentare gli effetti di un confronto che sembra seguire gli stessi meccanismi insiti nei rapporti umani.
È racchiusa qui tutta l’essenza dell’Asilo: la sua dinamicità e la capacità di reinventarsi giorno per giorno.
- Come
- Vivere
- Distanti
La prima pagina si presenta quasi come una soluzione. Il seguito, una piacevole scoperta.
Voci, musiche, illustrazioni, foto, poesie: chiunque può partecipare, scrivendo a la_tela@exasilofilangieri.it.
Reddito di creatività: in cosa consiste?
“Un anno pagato per portare avanti il proprio progetto che non si ha modo di portare avanti – uno spettacolo, un libro – e così poterlo finalmente finalizzare; o anche un percorso formativo.
E anche un reddito di cura e, cioè, un reddito che possa essere erogato ai lavoratori della cultura che possono scegliere queste come nuove istituzioni culturali, dove realizzare il proprio spazio di lavoro.
Sintetizza così Giuseppe Micciarelli, ricercatore dell’Università di Salerno, la proposta discussa nella riunione straordinaria tenutasi in questi giorni nella sede dell’Ex Asilo Filangieri.
Reddito di creatività: la rivolta degli artisti italiani
Unanime è la richiesta dei professionisti dell’arte, che negli ultimi giorni hanno manifestato in ben tredici piazze italiane intonando “Bella Ciao”: ordinati, composti e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza.
Necessario un reddito di sussistenza, che permetta di affrontare la pandemia dignitosamente, fino alla ripresa regolare delle attività lavorative, e la possibilità di poter dialogare con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, per rivedere e riscrivere lo statuto dell’intermittente dello spettacolo, con tutte le tutele annesse.
Reddito di creatività. Negli altri paesi, tutele e finanziamenti agli artisti
Completamente diverso è lo scenario in Europa – come accennato poc’anzi – dove molti paesi non solo riconoscono ai professionisti dell’arte la giusta dignità dovuta a tutti i lavoratori, ma addirittura garantisce loro dei sostegni da parte dello Stato e di altri enti.
In Norvegia, l’ente governativo Art Council Norway finanzia i progetti meritevoli ed eroga un vero e proprio stipendio per gli artisti, trattati alla stregua di dipendenti statali.
In Irlanda, grazie alla Artit’s Exemption, gli scrittori, i pittori, i compositori e gli scultori possono essere esentati dalle tasse: se residenti in uno stato dell’Unione Europea o dell’European Economic Area e, soprattutto, se la loro opera ha particolari caratteristiche.
Il reddito è esente da tassazione per un massimo di 50.000 € e riguarda solamente l’applicazione dell’imposta sul reddito d’impresa.
Sono compresi nel reddito le borse di studio e le annualità concesse ai membri dell’Aosdàna dall’Arts Council Ireland, principale finanziatore del VAI – Visual Artists of Ireland.
Nel Regno Unito, l’Art Council England e l’Art Council Scotland offrono ricchi premi come il Grant for the Arts, che permette agli artisti di richiedere fondi fino a 100.000 sterline per la realizzazione dei loro progetti.
Inoltre, diversi enti privati s’impegnano sul territorio nazionale per la valorizzazione dell’arte contemporanea.
In Francia, il Ministero della Cultura e della Comunicazione finanzia progetti di arte contemporanea, mentre l’Istitut Français sostiene in maniera diretta gli artisti, promuovendo quelli emergenti: dà loro la possibilità di esporre in istituzioni riconosciute e offre programmi di residenza a coloro che vivono in Francia, indipendentemente dalla nazionalità d’origine.
In Germania è consentito, grazie alla KKS – Kunstlersocialklasse il 50% di risparmio sull’acquisto della fee assicurativa, che viene corrisposta dallo Stato, se si è artisti-lavoratori autonomi che esercitano la propria professione in maniera abituale, con un reddito annuo di 3900 €.
Gli artisti possono inoltre candidarsi per borse di studio o giovare dei finanziamenti elargiti dalla Cancelleria del Senato, dipartimento Affari Culturali, per l’implementazione di progetti di promozione e a sostegno dell’arte contemporanea.
Anche negli USA, l’ente non governativo NEA – National Endowment of the Arts – promuove e finanzia i progetti artistici più innovativi. In alternativa, gli artisti possono usufruire delle agevolazioni della disciplina tributaria a favore delle pass-trough entities, a cui è consentito dal 2018 di dedurre il 20% del proprio reddito d’impresa – esclusi eventuali capital gain.
Durante la pandemia, sono garantiti agli artisti tutele e trattamenti altrettanto dignitosi.
Reddito di creatività: la verità che volevamo ignorare
“La pandemia ha messo in evidenza un paradosso: i lavoratori e le lavoratrici dell’arte, lo spettacolo e la cultura sono stati in prima linea nell’affrontare la crisi.
Ricordiamo tutti i concerti, gli spettacoli, i webinar: tutto questo mondo è servito a rendere sopportabile quel momento di angoscia profonda per il paese.
A che prezzo, però, per i luoghi della cultura?”
Le parole di Nicola Capone, filosofo del diritto, affondano il dito in una delle piaghe purulente, del tessuto socio-culturale italiano, che la pandemia di Covid-19 ha contribuito a svelare: in Italia, il disinteresse per l’arte è di origine culturale.
Pare proprio che nel paese, che detiene i due terzi del patrimonio artistico mondiale, l’arte sia considerata un’attività “ricreativa”: qualcosa di leggero ed estemporaneo con cui “allietarsi” quando abbiamo un po’ di tempo libero.
Concezione che estendiamo anche all’artista stesso, che viene svestito della sua professionalità e del suo diritto ad essere persino retribuito per l’attività che svolge.
Tale visione è ulteriormente distorta dalla dualità sorta in seno a questo mondo – sempre per motivi culturali – che vede da una parte i progetti portati avanti da professionisti del settore e quelli messi in piedi a scopo amatoriale, spesso gratis.
Quindi, i prodotti artistici di cui abbiamo beneficiato durante il lockdown saranno sembrati ai più non un gradito regalo – giacché spesso gratuiti – da parte di una categoria di lavoratori autonomi, ma qualcosa di dovuto.
Alla luce di ciò: se la figura dell’artista non è adeguatamente valorizzata nel nostro paese, forse la colpa è soltanto delle istituzioni, ma anche nostra. Perché, ricordiamo: le istituzioni sono formate pur sempre da italiani, facenti parte della nostra stessa società.
Come non dimenticare il famoso caso della manifestazione Notti al Museo, documentato da FanPage il 29 Luglio 2014, seguito dalla lettera-denuncia del violoncellista Michele Spelllucci, rivolta a Dario Franceschini:
Scarico il bando e lo scorro con attenzione.
Ma il punto 2 comincia a riservare le prime sorprese: ‘Il presente Avviso è rivolto a persone fisiche e giuridiche che intendano realizzare eventi culturali a titolo gratuito in favore del Ministero, ad esclusione di organizzazioni partitiche o politiche’.
Passi che i tempi sono bui per tutti, c’è la crisi e se non si investe sulla cultura, la cultura sarà destinata a morire.
Passi anche che io son uno dei primi a sostenere che non si debba aspettare lo Stato per fare cultura perché lo Stato non ha nessun interesse alla diffusione della cultura stessa.
Passi che da anni ormai ho deciso di mantenermi con un altro impiego e di dedicare tutto il mio tempo libero alla diffusione culturale a titolo completamente gratuito.
Ora però da cittadino onesto, che vanta il regolare pagamento delle tasse, mi aspetterei che fosse il Vostro Ministero a cominciare ad investire in questa benedetta cultura.
E non che Voi, dopo anni di insofferenza e di tagli e di totale apatia, richiediate a me e a tutti coloro che con la cultura lavorano e tentano di sopravvivere di sponsorizzare a titolo gratuito i Vostri eventi, per “potenziare l’offerta” e “attrarre un numero più ampio di visitatori”.
Reddito di creatività: una conclusione
L’arte è un prodotto culturale dalle proprietà molto interessanti.
Capace di comunicare alle persone qualunque cosa su qualsiasi tema; di connetterle tra loro e quindi di facilitarne la relazione; di innescare emozioni, anche molto forti, e rielaborazioni simboliche che contribuiscono alla creazione di contenuti nuovi e di diversa natura. Tutto questo, nello stesso momento.
Frutto di ricerca, studio, applicazione di disciplina, talento e di altri innumerevoli fattori.
Una risorsa vitale per la crescita della nostra sfera emotiva e intellettuale: l’unica medicina in grado di mantenerla intatta, durante la pandemia.
L’unico linguaggio grazie a cui potremo raccontare, a 360°, la nostra storia: come accaduto in passato, così accadrà anche in futuro tramite l’arte di oggi.
Che sia questo uno spunto per ricominciare a rivalutarla, chiedendo in prima persona che le vengano attribuiti il giusto valore, il giusto riconoscimento e le giuste tutele ai professionisti che la praticano.
Tutto dipende da noi: i cittadini, l’unico vero motore del nostro paese.