Per la prima volta Fabbrica del Vapore di Milano propone “Vapore d’estate”, una rassegna di musica, teatro, danza, arte che unisce tutti i laboratori di cui si compone. L’evento partirà dal 1 luglio e finirà il 30 di settembre e avrà luogo in diversi spazi della Fabbrica, sia al chiuso, sia all’aperto, con il patrocinio del Comune di Milano, nell’ambito del progetto “Spazi al talento”.
“Vapore d’estate” si svolgerà in cinque percorsi tematici intrecciati tra loro: musica classica contemporanea, musica jazz/swing, danza, teatro, cinema/videoarte, tutti eventi gratuiti, ma previa prenotazione, date le norme vigenti.
Il percorso musicale da luglio a settembre prevede: la musica classica contemporanea con concerti a cura dei quattro partner di Contemporary Music Hub che mescola la classica con la musica elettronica e approda addirittura alla produzione di audiovisivi e al concerto prodotto con conchiglie e sculture sonore, ad opera di diversi autori della scena musicale attuale. Sono invece a cura di IsolaMusic gli appuntamenti di MUSICA JAZZ / SWING.
Per il teatro, Lyra teatro ci proporrà invece una serie di monologhi dissacranti e ironici sulla situazione che tutti abbiamo vissuto negli ultimi mesi, descrivendoli come surreali.
Molto complessa la sezione danza a cura di Fattoria Vittadini e Ariella Vidach-AiEP / DiDstudio. Ci saranno diversi giovani coreografi che hanno voluto aprire la dimensione della danza alle Arti visive, in uno sposalizio evidentemente audace, ma originalissimo, intrecciando anche diversi stili di danza, dalla classica, alla modern-jazz, alla contemporanea.
Fattoria Vittadini propone una mescolanza variegata fra cinema, arti visive e danza che esplorerà la videodanza fra ieri e oggi.
Con la proiezione di Facce di festa, invece, Studio Azzurro propone una sorta di racconto/documentario sulla Milano degli anni 70 – 80, in particolare sulle Avanguardie di quell’epoca che rendevano vitale l’ambiente culturale milanese.
Si esplora la videoarte autoriale con ArteVisione, progetto promosso da Careof che promuove giovani autori di cortometraggi e non solo!
Storia di “Fabbrica del vapore”
Fabbrica è da sempre un luogo in cui si concentrano i talenti di diversi coreografi, artisti e performers. Ha da anni promosso diverse iniziative che hanno costituito il cuore pulsante artistico di Milano. Gli eventi sono stati molti e ora, dopo un periodo di blocco, Fabbrica torna volentieri a proporre al pubblico questa articolata e interessante rassegna.
Fabbrica del Vapore nasce nel 2001 dall’area ormai in disuso dal 1936, in cui risiedeva una fabbrica, la Carminati Toselli, che produceva materiale per le ferrovie. Qui è stato creato un centro giovanile e artistico, ricco di progettualità. Dà spazio a ben 10 laboratori, nei quali i giovani artisti si formano e creano la propria professionalità, confrontandosi, sperimentandosi e dando voce ai loro talenti.
La ristrutturazione ha creato un rilancio di quest’area, che accoglie anche una caffetteria. Le sale e gli spazi hanno, infatti, lo scopo di sciogliere le barriere e i confini fra fruitore e produttore di arte. L’apertura al pubblico è totale ed è la vera “mission” di Fabbrica. E’ un luogo di aggregazione, intrattenimento e cultura in cui il pubblico è direttamente coinvolto nella creazione dell’arte, non resta passivo, ma entra a farne parte.
E’ un luogo come questo che dà vita all’espressione di nuovi talenti. Senz’altro, queste rassegne proposte al pubblico gratuitamente, rappresentano una nota positiva per ridare voce ad un campo, quello dell’arte, messo letteralmente in ginocchio dalla crisi sanitaria attuale.
“Vapore d’arte”
Non è per fare retorica, ma porre l’attenzione su questi eventi ci conduce ad uno stile di vita più vicino all’umanità. Non importa se li seguiremo in presenza o con modalità distanza, ciò che conta è la reale volontà di ripartire e di tornare a vivere un’estate di arte e cultura con meno paura.
La forza dell’arte sta proprio in questa necessità divulgativa di coraggio e voglia di vivere, perché espone il fruitore a sperimentare, attraverso gli occhi dell’artista, le proprie emozioni, a riconoscerle e qualche volta a superarle.
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“Uno dei motivi più forti che conducono gli uomini all’arte e alla scienza è la fuga dalla vita quotidiana con la sua dolorosa crudezza e la tetra mancanza di speranza, dalla schiavitù dei propri desideri sempre mutevoli.”
Albert Einstein