Fabio Concato, all’anagrafe Fabio Bruno Ernani Pizzalunga, milanese di nascita, classe 1953, cantautore italiano il cui albero genealogico fin dall’inizio spifferava sentore di familiarità con un certo tipo di mondo artistico.
Tale familiarità ricorre anche nella scelta del cognome che Fabio fa ricalcando le orme a sua volta del padre, entrambi infatti assumono in campo artistico il nome della nonna paterna, giornalista e poetessa.
Concato padre, chitarrista ed autore jazz e Concato figlio, cantautore, discendenti del Concato cantante lirico capostipite.
Un legame forte quello di Fabio Concato con la genealogia familiare e gli affetti che ne scaturiscono che in questo ultimo brano sembra fissare il passo ulteriore verso il futuro da parte di una dinastia, la sua, che da sempre sembra coinvolgere momenti familiari ed artistici insieme.
Aveva già sentito un richiamo artistico in tal senso Fabio Concato, quando alla nascita delle sue due figlie , aveva dedicato loro una canzone tutta per loro che forse immaginiamo sia stata anche la loro ninna nanna negli intimi momenti familiari del cantautore tre le mura domestiche.
Stiamo parlando di Fiore di maggio e Giulia, con orgoglio dedicate appunto a Carlotta e Giulia le sue figlie in cui Fabio Concato esprimeva la sua compresenza artistica in ambito familiare, raccontando e raccontandosi.
Fabio Concato e la storia che si ripete
Escito il 24 settembre 2021, il brano L’aggeggino irrompe in rotazione radiofonica, portando un pezzetto di Fabio Concato a casa degli ascoltatori.
Il brano è dedicato alla sua prima nipotina, a sua volta figlia della primogenita Carlotta e in esso c’è tutto l’orgoglio di nonno ma raccontato sottovoce forse per la voglia di coccolare la piccolissima Nina attraverso il suono della melodia e della sua voce insieme.
E in questa nuova esperienza, Fabio Concato sembra raccontare la sua storia in presa diretta, dando vita ad un racconto in musica di quelli che sono i sentimenti incontenibili che un nonno prova nell’esatto istante in cui viene a conoscenza della venuta al mondo di qualcosa di straordinario come una nipotina che rappresenta un universo di sentimenti per Lui inesplorato e che forse non era così scontato poter raccontare.
Ne L’aggeggino ritroviamo senz’altro il Fabio Concato di sempre, con il suo stile divenuto negli anni inconfondibile marchio di fabbrica ma che racconta, sorprendendosene certamente Lui per primo, una storia tutta nuova che inevitabilmente aprirà a mille altre che al momento possono solo essere immaginate ed in questo il cantautore scegli la delicatezza delle illustrazioni di Adriano Merigo che animano i pensieri dell’autore che si racconta con la sua nipotina.
C’è un aggeggino adesso tra le mie braccia ….e una speranza così grande non la ricordavo più….. c’è un grande amore adesso tra le mie dita, e c’è una forza esagerata: non la ricordavo più.
Energia inaspettata e indispensabile in questo tempo così difficile
Queste le parole di Fabio Concato che cercano di dare voce e spiegazione al corollario di sentimenti che irrompe nella vita di un nonno cantautore che ha fatto delle emozioni uno strumento di comunicazione per tutta la sua carriera artistica.
Il brano L’aggeggino è stato scritto e cantato da Fabio Concato e prodotto dallo stesso cantautore con Massimo Giannettoni per l’etichetta Halidon.
Hanno collaborato alla realizzazione del brano Ornella D’Urbano al piano, tastiere e arrangiamenti, Larry Tomassini alle chitarre, Gabriele Palazzi Rossi alla batteria, Stefano Casali al basso e Costantino Brigliadori al flauto.
Un cantautore certamente tra i più amati nel circuito musicale italiano ma che meglio di altri è riuscito a trasmettere parte di sé al grande pubblico attraverso innati strumenti come la sua raffinatezza ed eleganza nell’interpretazione.
Fabio Concato è riuscito a realizzare brani di spiccata impronta personale i quali però si adattavano pienamente a quelle che potevano essere le esperienze di chiunque, chiave di volta riteniamo per il costante successo che Fabio Concato ha sempre avuto.
Intere generazioni ormai, non ce ne voglia il nostro Fabio, hanno potuto assaporare il delicato retrogusto compositivo, rispecchiandosi a volte nella sua dimensione leggera dalla sonorità musicale.