Felice Casorati fa finalmente ritorno a Milano dopo ben 36 anni di assenza. Palazzo Reale accoglie una delle mostre più attese del 2025, un evento che celebra il talento di uno degli artisti più rappresentativi del Novecento. La retrospettiva, visitabile dal 15 febbraio al 29 giugno 2025, raccoglie oltre 100 opere, offrendo un viaggio che spazia dai lavori simbolisti giovanili fino alle ultime nature morte. Un’occasione imperdibile per immergersi nelle atmosfere sospese e nei silenzi poetici che hanno reso celebre l’arte di Casorati.
Il linguaggio pittorico di Felice Casorati
Casorati è noto per il suo stile inconfondibile, una fusione di simbolismo e metafisica, caratterizzato da rigore geometrico e profonda carica emotiva. Le sue opere riflettono un equilibrio unico tra introspezione e composizione formale, rendendolo un protagonista indiscusso della scena artistica italiana del secolo scorso. La mostra, curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, invita i visitatori a esplorare il mondo poetico dell’artista, fatto di interni intimi e figure malinconiche che incarnano una profonda filosofia esistenziale.
Un percorso tra le opere più significative
L’esposizione si apre con i primi lavori, come il celebre Ritratto della sorella Elvira (1907) e Le ereditiere (1910), che evidenziano una marcata tendenza al Realismo. Si prosegue poi con un approfondimento sugli anni veronesi, influenzati dal simbolismo e dall’ambiente culturale di Ca’ Pesaro a Venezia. Tra le opere più emblematiche di questo periodo spiccano Una Donna (1918-19) e Bambina con scodella (1919), capolavori che rappresentano la sintesi perfetta dello stile di Casorati: sospensione temporale, introspezione psicologica e precisione formale.
Dai successi internazionali alla ricerca interiore
La retrospettiva include anche opere esposte alla Biennale di Venezia del 1924, come Meriggio e Natura morta con manichini, che testimoniano il riconoscimento internazionale dell’artista. Questi dipinti trasportano il visitatore in un universo fatto di pause e dettagli, in cui ogni elemento sussurra storie di malinconia e bellezza.
Nella parte finale del percorso espositivo si esplora l’evoluzione stilistica di Casorati verso un linguaggio più intimo e contemplativo. Tra le opere di questo periodo spiccano Daphne a Pavarolo (1934) e Le sorelle Pontorno (1937), che riflettono una profonda introspezione e una ricerca estetica sempre più raffinata.
Un omaggio al Casorati scenografo
Un capitolo speciale è dedicato alla sua attività come scenografo per il Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro alla Scala di Milano. I bozzetti in esposizione rivelano un artista poliedrico e visionario, capace di unire pittura e teatralità in un linguaggio unico. La mostra si chiude con le nature morte degli anni Cinquanta, dove oggetti comuni come uova, limoni e cimieri diventano simboli di un’arte che oscilla tra rigore compositivo e lirismo poetico.
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