Fiorella Mannoia, grande interprete della musica italiana, ha un passato nel cinema come stant-woman, ma negli ultimi tempi sta mostrando una grande sensibilità anche nei confronti delle arti visive che costituiscono uno spunto per la creazione musicale. Uno dei suoi album del 2019, Personale, è nato proprio grazie alla passione di Fiorella Mannoia per la fotografia. Da ogni fotografia scattata la Mannoia ha tratto ispirazione e ha creato storie con la collaborazione sia degli autori già collaudati, sia di giovani autori emergenti.
Padroni di niente, l’ultimo album uscito ieri 6 novembre e del quale vi ho già parlato, ha una copertina molto significativa, ispirata a un famoso quadro dell’800: Il viandante davanti al mare di nebbia di Friedrich che rappresenta il manifesto della pittura romantica tedesca.
Fiorella Mannoia: la copertina di “Padroni di niente” confrontata con Il viandante davanti al mare di nebbia
Caspar David Friedrich dipinse il quadro nel 1818. Il dipinto è un olio su tela e si trova al Museo Kunsthalle di Amburgo.
Il viandante si trova al centro dell’opera, ma di spalle. Ciò permette al fruitore del quadro di immedesimarsi nel suo sguardo. La vera protagonista del dipinto è la natura con tutta la sua forza imprevedibile e disarmante.
L’uomo contempla il paesaggio di montagna nel quale le nubi e il cielo sembrano fondersi per scatenare una furia di elementi. Il tutto è realizzato con grande equilibrio cromatico e geometrico. Il viandante si trova proprio al centro delle diagonali del dipinto. La composizione è ottenuta attraverso la contrapposizione tra i triangoli compositivi scuri all’interno dello sperone di roccia e i triangoli compositivi chiari dell’orizzonte, della nebbia e del cielo.
Il viandante rappresenta inoltre uno dei principali topos dell’800, ossia la figura del viaggiatore senza patria che cerca il sublime nella contemplazione della natura e del paesaggio. Basti pensare ai personaggi foscoliani e al verso finale di Leopardi: “E il navigar m’è dolce in questo mare”.
L’uomo si trova quindi in una posizione di fragilità di fronte alla natura e la figura del viandante rappresenta proprio il concetto con il quale Fiorella Mannoia ha dato il titolo all’album Padroni di niente.
Sulla copertina del disco Fiorella Mannoia, appare quindi di spalle come il viandante di Friedrich, vestita come una viaggiatrice dell’800, ma il paesaggio che contempla è quello di una civiltà industriale, dove in basso si possono scorgere sacche di povertà. La citazione pittorica rafforza quindi il concetto della fragilità dell’uomo nei confronti della natura che Giacomo Leopardi definì “Bella e indifferente”.
Emerge qui il concetto romantico del sublime, ossia quel sentimento di sgomento che si prova di fronte alle manifestazioni della forza della natura, qualcosa che va oltre il bello e si svela come forza distruttrice.
Fiorella Mannoia spinge i suoi fan a contemplare ciò che rimane di un paesaggio dei tempi del Lockdown, in un anno funesto come il 2020, dove la natura si manifesta con un’entità cellulare minuscola che rovescia tutti gli equilibri della società occidentale e capitalistica. Le città immobili, una nuova povertà e l’essere costretti a rimanere rinchiusi svelano la fragilità del genere umano e le contraddizioni della società.
L’entità cellulare getta le maschere. Tuttavia lo sguardo della Mannoia spera in un nuovo umanesimo, una società in cui si crei il giusto equilibrio tra uomo e natura. La copertina quindi offre un notevole contributo all’interpretazione dell’album di Fiorella Mannoia. Dopo il lockdown dovuto alla pandemia, l’umanità ha dovuto compiere un viaggio da ferma, ma dentro i percorsi tortuosi dell’anima, puntando un occhio al paesaggio muto fuori dalla finestra e al mondo rumoroso delle piattaforme virtuali.
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