È arrivata a Firenze la monumentale statua Mr. Arbitrium di Emanuele Giannelli. L’opera è installata sul lato sinistro all’esterno della Basilica di San Lorenzo e si potrà ammirare fino al 31 ottobre.
Mr. Arbitrium a Firenze
La scultura arriva a Firenze dopo un viaggio che l’ha vista a fianco di importanti monumenti o complessi monumentali, quali l’Arco della Pace a Milano, la chiesa di San Michele a Lucca, il Fortino dei Lorena a Forte dei Marmi. Mentre il suo debutto è stato al Palazzo Mediceo di Seravezza, città natale di Emanuele Giannelli.
Racconta l’autore dell’opera
Arbitrium in latino vuol dire scegliere e quindi il protagonista non è la statua ma bensì il passante, che vedendo quest’uomo con questa forte tensione muscolare, può scegliere se Arbitrium stia spingendo la basilica oppure la stia sorreggendo. Tutto nasce da una mia visione delle novità. A volte alcune cose moderne mi preoccupano, e quindi il messaggio è quello della consapevolezza del momento contemporaneo.
Spingere o sostenere?
Mr. Arbitrium è una scultura di 5,40 metri che nell’azione di spingere cela anche l’azione di sostenere, entrambe svolte con la stessa muscolatura e la stessa tensione.
Da questa ambivalenza nasce il duplice significato dell’opera e il concetto della scultura stessa, che lascia all’osservatore la decisine finale. Toccherà a noi scegliere se spingere o sostenere l’edificio storico o la Chiesa, simboli della nostra storia e della nostra cultura.
L’opera che ha messo d’accordo i Fiorentini
Dopo aver letto alcune frasi del libro tra cui: “Quando al storia cambia direzione le statue tornano ad avere una loro voce”, ho pensato che il colosso di Giannelli potesse interagire bene con una facciata incompiuta che di per sé non invita a fermarsi, spingendo le persone a tante riflessioni, e a portarsi a casa qualche pensiero bello. Dal mio punto di vista Mr Arbitrium spinge la chiesa verso il futuro.
Biografia di Emanuele Giannelli, artista provocatorio
Romano di origine, trapiantato a Pietrasanta, terra di eccelsi scultori, Giannelli racchiude dentro di sé la classicità della capitale e la geniale provocazione toscana, intesa da lui come una caratteristica positiva, in quanto capace di “provocare emozioni”.
Nato a Roma nel 1962, poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea.
I complici? La cultura industriale da cui viene sempre più assorbito – la musica industriale ed elettronica, i libri, gli amici, i dischi, i fumetti – il punk come movimento giovanile di protesta, il movimento studentesco e gli scontri politici di fine anni ’70, che vede e vive da vicino, i tanti viaggi d’ispirazione tra Berlino e New York e il periodo vissuto a Londra nell’85.
L’artista Giannelli cresce così, sperimentando nuovi materiali e nuove tecniche con impetuosa curiosità e coscienza, ma anche sperimentando il mondo, fino a trovare una sua narrazione, che quasi come un’ossessione ritorna in tutte le sue opere e che vediamo ancora oggi: la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione.