Il Food e design è una pratica che da qualche anno rende l’arte culinaria, in abbinamento all’estetica e al gusto del cibo, uno spettacolo sia per gli occhi che per il palato, raccontando visioni e idee di chi crea. Molti artisti usano come materia prima il cibo trasformandolo in dei veri e propri allestimenti site specific presentati in alcuni dei musei più famosi al mondo, come ad esempio al MoMA, al Centre Pompidou di Parigi o al Tate Modern di Londra.
Un’esplosione di colori con prodotti che provengono dalla terra, sviluppando un progetto che parla del rapporto uomo e cibo. Quest’ultimo, diventato non solo un simbolo di nutrizione, ma un reale mezzo di comunicazione.
Un vecchio detto cita: “Mens sana in corpore sano“, il nostro organismo è efficiente se ben nutrito e se con gli occhi viviamo un’esperienza sensoriale diventa ancor più piacevole. Oggi nella nostra rubrica di arte cucina parleremo di un’artista che usa il cibo per creare installazioni: Lei Saito.
Lei Saito, una passione per il food e design
Nata a Hirosaki, in Giappone, nel 1980, studia presso lo studio di Annette Messager all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, città in cui vive. La sua passione nel comunicare attraverso il cibo e la sua arte, la portano a ideare e progettare piatti nuovi per gli occhi e per il palato con un percorso emozionale che si trasforma in un’idea figurata o astratta.
Ad esempio, i suoi pasticcini “decapitati” sono stati elemento di installazione per una festa della presa della Bastiglia al Palais di Tokyo, oppure un paesaggio commestibile che, Lei Saito ha creato con verdure viola e gialle per una cena al Matchesfashion di Londra.
Altra sua performance è stata mostrata nella Galerie de Multiples di Parigi, con un’istallazione di una pista di pattinaggio piena di succo di clementina.
L’attenzione di Lei Saito ai dettagli nelle sue installazioni di food e design
Nella biografia di Lei Saito, l’artista definisce la sua arte e pratica culinaria “Existential Cuisine”. Esistenziale, perchè non è una vera cuoca, ma il cibo è un mezzo per dialogare e raccontare “storie belle, gustose e concettuali“. Tutto nasce dalla sua immaginazione o da qualcosa che ha potuto leggere da bambina oppure da un’idea che vuole trasmettere.
La cura e la scrupolosità nei dettagli è una caratteristica delle installazioni di food e design dell’artista, che sceglie ricette semplici ma con ingredienti biologici o che provengono da alcune fattorie, con colori sfavillanti. Tutto è sistemato da lei stessa, dalla spesa all’opera finale.
“Alla fine, il mio paesaggio commestibile viene osservato, distrutto, assaggiato e poi svanisce.”
L’allestimento di food e design per il Centro Pompidou di Parigi
Ma cosa rappresentava l’installazione di Lei Saito a Parigi? La sua cucina esistenziale è stata messa a disposizione per una cena privata. Il titolo, Festina lente che sta per “Affrettati lentamente”, rappresentava un senso di accelerazione, di corsa in senso letterario. Ironia per i francesi che usano la frase “courir sur le haricot ” in senso di fastidio e irritazione.
L’idea si è trasformata in un’installazione piena di confusione, ma del tutto ordinata, piena di colori con ingredienti come le choux buns, hummus colorato, un formaggio di capra cremoso chiamato Fromage vite (ironicamente, in quanto tradotto è formaggio veloce) e torte di riso spezzate intitolate Urgence du popcorn (emergenza popcorn). Secondo l’artista dal suo punto di vista la contrapposizione trasmette un vero e proprio elogio alla lentezza. Una dimostrazione che il gioco del connubio food e design può trasformarsi in una vera e propria opera d’arte.