Francesca Bresciani, un nome che rimase ignoto per molti secoli. I libri di storia dell’arte attribuiscono a Gian Lorenzo Bernini la realizzazione della Cappella del Santissimo Sacramento a San Pietro in Vaticano, collocata in fondo alla navata centrale, sulla destra. In pochi sanno che il prezioso Tabernacolo finemente decorato in lapislazzuli fu opera di questa artigiana che prese parte, insieme a numerose maestranze alla realizzazione della “Fabbrica di San Pietro” cominciata nel 1505. La presenza di numerose artigiane e operaie è documentata dalla raccolta di saggi dal titolo Le donne nel Cantiere di San Pietro in Vaticano. Artiste, artigiane e imprenditrici dal XVI al XIX secolo (Foligno, Il Formichiere 2017) a cura di Simona Turriziani e Assunta Di Sante, rispettivamente Responsabile e Viceresponsabile dell’Archivio Storico della Fabbrica di San Pietro.
All’interno della Fabbrica di San Pietro fu avviata un vera e propria politica di Welfare, poichè le eredi e le vedove degli artigiani e degli operai potevano subentrare nel lavoro alla morte o all’invalidità del congiunto. Inoltre i cosiddetti “Sanpietrini“, ossia gli artigiani e gli operai che lavoravano alla realizzazione della Fabbrica di San Pietro, potevano godere di ferie retribuite e malattia.
https://www.youtube.com/watch?v=7yiA7XHAv4s
Francesca Bresciani, una donna imprenditrice
Fu Bernini ad assumere Francesca Bresciani nel corso di una regolare gara d’appalto. A differenza di altre donne non aveva ereditato una bottega, era un’imprenditrice, si era creata da sola il lavoro di intagliatrice di lapislazzuli ed aveva inoltre avviato la sua personale bottega. Pertanto nell’ambito della gara d’appalto era risultata più competente dei colleghi uomini. Le venne affidata la decorazione del Tabernacolo del Santissimo Sacramento tra il 1672 e il 1675 con Papa Clemente X. I lapislazzuli furono acquistati sul mercato napoletano e il lavoro era molto difficile, poichè l’artista oltre a tagliare la pietra grezza e a darle forma doveva incastonare i vari pezzi dando un effetto di equilibrio e omogeneità e senza spezzature tra una pietra e l’altra. Il Tabernacolo è alto quattro metri, realizzato in bronzo dorato e lapislazzuli, riprende la forma del Tempietto di San Pietro in Montorio e si configura come la Gerusalemme celeste.
La Bresciani che era anche una madre e che oltre al prestigioso incarico doveva gestire bottega e famiglia, lavorava con grande abilità anche fino alle tre di notte. Ma Bernini che era definito “Il padron del mondo” le decurtò lo stipendio. Con grande consapevolezza e razionalità Francesca Bresciani scrisse al Pontefice e ai Cardinali richiedendo ciò che le spettava di diritto, sottolineando il tempo impiegato per realizzarlo e sottratto alla famiglia e ai suoi affari. Non esitò ad accusare Bernini di non saper riconoscere le pietre preziose poichè scrisse: “Lavorare le pietre e lavorare le “gioie” erano cose ben diverse”. La donna riuscì ad ottenere da Bernini quanto le era stato sottratto. Nel 1678 le verrà anche commissionato il lavoro di intaglio e commettitura del fondo di Lapislazzulo della Croce, fusa da Domenico Lucenti su disegno del Bernini.
Il Cinquecento e il Seicento quindi sono stati secoli che nonostante l’Assolutismo, le guerre, le pestilenze e la Controriforma sprigionarono bellezza senza tempo e grandi energie intellettuali. Anche le donne sono state protagoniste. Per quanto riguarda la poesia nel Cinquecento abbiamo avuto le poetesse Vittoria Colonna, Gaspara Stampa, Veronica Gambara e Isabella Morra. Nella pittura abbiamo trattato Artemisia Gentileschi,
Abbiamo scoperto poche, ma significative informazioni su Francesca Bresciani, ma compito della nostra redazione è suscitare la curiosità e approfondire. Caro lettore se siamo riusciti in questo intento, qualsiasi contributo che possa accrescere il grande mosaico della conoscenza è ben accolto.