Francesca Targa, un incontro nato all’Università durante le lezioni con Franco Ruffini, Giancarlo Sammartano, Paola Bono e Maria Vittoria Tessitore. Sotto il segno del Teatro. Due esperienze di palcoscenico, una di queste con Gianni Musy, numerose le esperienze sul “palcoscenico” della vita, tra le quali ricordo l’interpretazione improvvisata insieme ad altre amiche di un mio finto compleanno, sull’attico della casa che avevamo preso in affitto per attirare l’attenzione e socializzare con i vicini di casa. Essere giovani e artiste prima dell’era dei social!
Grande la sua verve comica e la sua ironia nella scena come nella vita; stile, cultura, passione sono quei tratti salienti che caratterizzano la sua cifra stilistica e il suo spessore di donna e attrice.
Francesca Targa: “Romana sin nel midollo e affetta da scrivarella acuta”
Chi è Francesca Targa e come nasce la passione per il Teatro?
Sono un’attrice e autrice teatrale romana sin nel midollo, affetta da scrivarella acuta! Scrivo di tutto, spesso di getto, o all’impronta come si suol dire: pensieri, recensioni, articoli, monologhi, format e poesie. La passione per il teatro è arrivata inaspettatamente da bambina davanti ai burattini del Gianicolo.
Ero una bambina timidissima, ma mi sentivo perfettamente a mio agio recitando qualcosa davanti agli altri. Iniziai il mio percorso artistico molto presto, al Liceo, seguendo un laboratorio pomeridiano tenuto da Gianfranco Evangelista ex allievo di Ripellino e regista della Compagnia i Verso Zaum. Da allora il teatro ha fatto parte integrante della mia vita influenzandone anche scelte personali.
Ho avuto l’onore ed il privilegio di seguire stage di grandi maestri del teatro contemporaneo e di lavorare con grandi compagnie amatoriali della Capitale talvolta dirette da registi del calibro di Gianni Giaconia, Claudio Morici e Gianni Musy.
Francesca Targa: più attrice comica o attrice drammatica?
Comici o drammatici per me l’importante è interpretare ruoli dai caratteri forti e ben definiti. Non amo le “Giuliette” ecco. Adoro invece le bisbetiche indomabili, le zitelle acide, le donne che soffrono ma con una forza sovraumana.
Spesso ho ricoperto ruoli drammatici, riuscendo ad immedesimarmi così bene nel personaggio da sgorgare lacrime vere e commuovere il pubblico, ma adoro anche le parti comiche perché più difficili e perchè ben si sposano con la mia indole romana fatta di ironia e sarcasmo.
Francesca Targa tu sei anche un’autrice. Come leghi la parola scritta e la parola recitata?
Di solito scrivo di getto, basta un’idea, un fatto, un’ispirazione. Una volta finito rileggo più volte e correggo. Quando scrivo dei monologhi tengo sempre ben presente il pubblico che lo ascolterà e come metro di giudizio sento le mie reazioni. Se mi commuovo, oppure mi diverto nel rileggerlo, sono sicura che il pubblico farà altrettanto, in caso contrario è un prodotto da buttare. Lo stesso metro lo uso anche nel comporre le mie poesie. Spesso scelgo di farlo nel mio dialetto perché credo arrivi con più verità e potenza alla pancia.
Quali sono gli uomini o donne di scena e gli uomini o donne di libro che preferisci?
Come detto, amo i personaggi forti e ben caratterizzati. Non importa che siano protagonisti o di contorno.
Tra i personaggi maschili che più amo c’è certamente Mercuzio di Shakespeare, oppure i personaggi folli, pazzi sempre magistralmente interpretati da Flavio Bucci scomparso di recente.
Tra i personaggi femminili che amo di più c’è sicuramente Mirandolina di Goldoni e tutte le donne del teatro di Eduardo, Filumena Marturano in primis.
Francesca Targa, quali sono state per te le esperienze più significative nella tua crescita professionale?
Certamente gli stage con Eugenio Barba e quello con il Teatro Potlach. Le esperienze di lavoro con le Compagnie teatrali con cui ho collaborato dal 1996 al 2004 e con le quali mi sono tolta magnifiche soddisfazioni con testi meravigliosi, personaggi bellissimi e tournè in grandi teatri. Ricordo ad esempio il Teatro Cristallo di Bolzano, un vero gioiello calcato da grandi nomi.
Parliamo di Femminile Singolare che andrà in scena l’8 marzo. Da quanto tempo portate avanti questo progetto e come nasce?
Il progetto nasce circa 5 anni fa da una formazione attoriale composta all’epoca da tre attrici. Dato il successo, decisi di riproporlo 3 anni dopo con un nuovo cast (4 attrici e un chitarrista) e monologhi originali scritti da noi e da alcuni amici come ad es. Marco Giannini e Giuliano Gavagna.
Quest’anno torneremo in scena con nuovi monologhi e nuove idee ma il medesimo obiettivo: esplorare assieme l’intricato mondo della femminilità ridendo delle sue nevrosi e manie e commuovendosi con le sue fragilità. (Informazioni sull’evento al link (https://www.facebook.com/events/176927133674493/)
Francesca Targa quali sono i tuoi progetti futuri?
Anzitutto portare Femminile Singolare in giro per l’Italia, cominceremo dalla Liguria a fine maggio. In questi giorni è uscito il mio secondo libro, A chi tocca nun se ‘ngrugna, una raccolta di poesie e riflessioni romane su vari temi edito da Festina Lente. In ultimo vorrei lavorare all’adattamento teatrale di un testo che amo molto e che parla di un tema molto sentito da tutti, ma per ora vi lascio alla suspence.
Caro lettore, la nostra Redazione saluta e ringrazia Francesca Targa per la sua disponibilità e ti saluta con una suo sonetto su un tema molto attuale e conosciuto dai Romani. La spazzatura che invade le strade della capitale.