Nonostante la fede per la religione ereditata dalla madre, Frida Khalo prima di morire, colpita da un embolia polmonare, scrisse sul suo diario delle righe consapevole di andarsene da lì a poco: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare”.
Sono queste le parole forti e a tratti inquietanti che Frida lascia al suo popolo. La sua è stata una vita realmente vissuta fino all’ultimo momento, ma nonostante sia stata piena di amore per l’arte, per la sua cultura e per la gente che vedeva in lei una vera artista donna, difficile a quei tempi, fu anche piena di dolore per i continui tradimenti del suo amato Diego Rivera e per le condizioni fisiche che la affliggevano sin dalla nascita.
Frida Khalo “Spero di non tornare”. Perché scrisse queste parole.
Magdalena Carmen Freida Kahlo y Calderón non ebbe problematiche fisiche soltanto dopo quel terribile incidente che la rese paralizzata per diverso tempo, ma nacque con una malformazione congenita, la spina bifida, che le procurava fastidi ed insicurezza sin dalla sua tenera età, tanto che da adolescente cercava di coprire il suo zoppicare con pantaloni larghi e gonne lunghe.
Le sue vere problematiche iniziarono quando fu vittima di un terribile incidente mentre tornava a casa con l’autobus, da allora iniziò la sua battaglia per la sopravvivenza, ma anche la sua arte.
Nelle sue opere Frida dipinge i suoi sentimenti e ritrae sempre se stessa perché era la persona che conosceva meglio al mondo anche a livello anatomico avendo passato molto tempo con la sua immagine e con i suoi pensieri quando rimase paralizzata dopo l’incidente.
Era molto brava a dipingere, ereditò questa sua passione dal padre fotografo ed artista, ma in lei c’era qualcosa di più, ardeva la passione per la sua cultura e la Rivoluzione messicana.
Proprio per questo diceva alla gente di esser nata nel 1910, nell’exploit della Rivoluzione Messicana, quando invece nacque nel 1907.
La vita di Frida è stata piena di amore e dolore. Il suo dolore più grande è stato l’amore per Diego Rivera, che ha oltrepassato quello fisico.
Quel “panzòn” che tanto prendeva in giro mentre lo guardava dipingere murales e fare il latin lover, quel panzòn che ha scoperto la sua arte e l’ha lanciata anche nella politica.
Frida Khalo era innamorata persa di quell’uomo molto più grande di lei e non visto di buon occhio dalla società e dalla famiglia, ma lottò contro tutti per il suo amore.
Fu tradita più volte, soffrì tanto, i tradimenti di Diego erano frequenti e giornalieri e Frida pur di stargli accanto cercò di farsi forza e di vivere anche lei come Diego, godendosi la vita e tradendo.
Una delusione forte fu il tradimento di Diego Rivera con sua sorella. Questo provocò la rottura della storia, che riprese anni dopo.
Prima di morie nel 1954, le sue condizioni fisiche peggiorarono. Soffrì molto, nel 1953 le amputarono una gamba per cancrena, affranta per tutte le difficoltà che dovette passare nella sua vita come quella di non poter avere figli per via delle sue condizioni di salute, esausta e con consapevolezza lasciò la testimonianza di non voler tornare in vita.
La religione dice proprio questo che dopo la morte l’anima risorge, ma nonostante la sua forte fede anche lì Frida si ribellò scrivendo tutto il contrario del suo credo. Aveva vissuto pienamente e per l’artista messicana la sua vita doveva terminare lì, si augurò di non tornare più nel mondo.
Una scelta non facile da dire nel momento in cui capì che stava per andarsene per sempre.
L’ultimo dipinto prima di morire. VIVA LA VIDA
Prima di morire Frida non lasciò solo il suo “volere” scritto sul diario, ma dipinse anche un ultimo dipinto diverso dai suoi soliti, uno dei pochi ad avere la firma e la data. Delle angurie, alcune tagliate a metà con su scritto VIVA LA VIDA, un messaggio per la gente: godersi la vita.
Una rappresentazione controcorrente di natura viva, colori accesi e vivaci, il rosso che si sposa con il verde e il blu del cielo. Pare che il dipinto sia stato inizato nel 1952 ma solo otto giorni prima di morire Frida dà un tocco in più, lo termina scrivendo VIVA LA VIDA sulla metà di un’anguria aperta, accompagnata dalla sua firma e la data.
Le interpretazioni simboliche sono varie, ma Frida era molto devota alla sua cultura messicana e le angurie sono dei simboli del giorno dei morti della tradizione messicana. In questo giorno i parenti celebrano i morti festeggiando e immaginandoli a mangiare i loro cibi preferiti e le angurie. Aggiungendo VIVA LA VIDA su una fetta di anguria l’artista non fa che augurare eternità all’anima.
Una testimonianza della bellezza della vita nonostante le difficoltà, una testimonianza che Frida non a caso lascia pochi giorni prima di morire, con la simbologia che la collega alla morte festosa con il banchetto gioioso.
Nonostante i vari tradimenti Diego Rivera nel tempo scoprì un forte legame e amore per Frida, dopo la sua morte continuò a far conoscere Frida nel mondo attraverso al sue tele. Anche lui, qualche anno prima di morire, dipinse delle angurie forse per rappresentare la connessione spirituale con la moglie e che da lì a poco l’avrebbe raggiunta.