Un parco artistico, il Giardino dei Tarocchi, la cui costruzione è iniziata nel 1979 e protrattasi per diciotto anni, ad opera della pittrice e scultrice francese Niki de Saint Phalle che in quell’angolo di toscana, sulla prima altura che lo sguardo incontra, circondato da spontanea macchia mediterranea, ha personalmente curato e realizzato.
Nel giardino dei tarocchi per immergersi nel mondo esoterico
I tarocchi sono un mazzo di carte costituito da 56 elementi, quelle che si usano comunemente e chiamate anche “arcani minori“, a cui si aggiungono altre 22 carte che prendono il nome di “arcani maggiori” poiché più importanti e dense di significati. Sembra derivino la loro origine da un libro divino della tradizione egizia, attraverso le cui pagine veniva predetto il futuro.
Successivamente, con Mosè, gli arcani maggiori entrarono nella cultura ebraica e si fusero con la Kabbalah e alla sua volontà continua di investigare i segreti del cosmo, per trovarne beneficio nel quotidiano. Ed infine attraverso i Mamelucchi, arrivarono in Europa dove, già dal XVII secolo, iniziarono ad essere usati come strumento di anticipazione del futuro. Niente di più disallineato dal loro significato storico e filosofico.
C’è quindi appena bisogno di sottolineare che la successiva attenzione popolare all’uso dei tarocchi va relegata esclusivamente ad una mera casualità nella sequenza delle carte e quindi slegata da qualsiasi anticipazione che possa minimamente verificarsi nel quotidiano come predizione.
Nel Giardino dei tarocchi, l’artista Niki de Saint Phalle, allontanando di netto il suo pensiero dall’attività popolare pertinente i tarocchi, ne esalta il significato riconducendolo alle antiche saggezze, ritenendo veritiero e costruttivo riflettere sul loro messaggio giunto fino a noi, attraverso un percorso durato millenni.
La passeggiata nel Giardino dei tarocchi, vuole in qualche modo ripercorrere questo lungo tragitto temporale, cercando di favorire un vero e proprio calarsi in alcuni insegnamenti della filosofia egizia, attraverso un ideale filo conduttore, all’apparenza singolare ma di fatto semplice nella comprensione, nel suo essere scevro da contaminazioni esterne fuorvianti.
Isolamento questo, rappresentato in via inequivocabile dal possente muro di cinta del Giardino dei Tarocchi, con il suo unico ingresso a forma circolare, ideato dall’architetto Mario Botta, quasi a rievocare il momento della nascita, il passaggio da una dimensione ad un’altra.
Valore esoterico di alcuni arcani maggiori nella loro trasposizione scultorea
Nelle statue del Giardino dei Tarocchi, l’artista cerca di ricreare un’ immediata possibilità di confronto, a tu per tu, attraverso la mediazione delle forme e dei colori, con gli elementi cardine della filosofia egizia, nel tentativo proprio di calare il visitatore nella completezza dell’elemento, tra tangibile ed intangibile.
Il Mago, è il primo degli arcani maggiori ed è una carta dal significato positivo ed indica la capacità di agire favorevolmente in tutte le imprese; è rappresentato nel Giardino dei Tarocchi, con una gigantesca faccia completamente ricoperta di specchi, a testimonianza fisica della pluridirezionalità delle proprie scelte; sovrastata a sua volta da una mano, cioè quella parte del corpo umano che più è impegnata, nell’arco di tutta la vita, all’azione. E’ inoltre posizionata sulla grande testa ad indicare come le persone attive, creative ma soprattutto audaci, nella vita si trovano ad avere sempre un ruolo intellettualmente dominante.
Sotto la statua del Mago c’è la Papessa, rappresentata da un volto, dalla cui bocca scaturisce una fontana e l’acqua che ne esce è un chiaro simbolo di fecondità, richiamando così l’elemento positivo nel suo valore simbolico.
Anche la terza carta ha un significato favorevole: l’Imperatrice. Simbolo di intelligenza, benessere materiale e senso pratico. Dall’artista rappresentata come una sfinge dai seni prosperosi. E’ la scultura più grande del parco, al cui interno è stata allestita una vera e propria casa, dove Niki de Saint Phalle ha realmente vissuto e sicuramente toccato lei stessa con mano quel “senso pratico” che l’arcano richiama nel suo significato.
Densa di elementi di riflessione è la carta dell’arcano della Forza, rappresentata da uno sfavillante drago, dominato da una figura femminile attraverso una briglia invisibile. Impersonificazione questa della forza e dell’intelligenza che c’è e che agisce, in questo caso contro la smisurata forza del drago ma che l’occhio terreno non vede quando tende a fermarsi alle apparenze.
Volutamente non ti illustro tutti gli altri; lascio a te la possibilità di perderti tra i sentieri che si snodano nel parco artistico così che tu possa, al contrario di quel che ho fatto io, intraprendere un percorso inverso e risalire al significato dell‘arcano maggiore partendo dalla statua che ti troverai davanti e chissà che non intraprenda tu stesso, grazie a questo approfondimento, un piccolo viaggio interiore alla scoperta di cose che di te non sai o non vuoi ricordare, proprio davanti ad una di queste solide rappresentazioni fatte di ferro e cemento, rivestite di ceramiche e soprattutto specchi, in un continuo e voluto gioco del guardare per guardarsi.