Cominciano gli eventi dedicati al Giorno della Memoria. Il 23 gennaio alle ore 12 al Teatro Argentina di Roma lo scrittore Paolo Di Paolo e la storica Anna Foa hanno presentato l’evento Dove finisce Roma. Il tempo dell’occupazione.
L’evento rientra in un ciclo di appuntamenti dal titolo MEMORIA GENERA FUTURO organizzati dal Teatro di Roma-Teatro Nazionale al Teatro Argentina.
Giorno della Memoria: Paul Celan “Chi testimonia per i testimoni?”
Questa significativa mattinata al Teatro Argentina si è sviluppata su alcuni punti fondamentali:
- Come continuare a raccontare la memoria della Shoah, non solo negli aspetti storici, ma anche in quelli emotivi
- Il rastrellamento del Ghetto, la deportazione degli Ebrei, le Fosse Ardeatine come momento tragico per una Roma composta da ebrei e non ebrei
Per quanto riguarda l’aspetto letterario, lo scrittore Paolo Di Paolo ha focalizzato l’attenzione degli spettatori su alcuni autori fondamentali: Elsa Morante con La Storia, Giacomo Debenedetti con 16 ottobre 1943, Antonio De Benedetti con E fu settembre e un’autrice contemporanea Paola Soriga, autrice di Dove finisce Roma.
Gli interventi degli oratori sono stati intervallati dalle letture di Anna Bisciari e Marco Selvatico, del Biennio di specializzazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Gli ultimi testimoni della Shoah sono ormai anziani. Tra questi ricordiamo la celebre Liliana Segre, Andra e Tatiana Bucci e Donato Di Veroli. Paolo Di Paolo ha sottolineato la necessità di cercare un contatto con il ricordo emotivo dei testimoni, obiettivo realizzato con Il diario di Anna Frank, che non può essere considerato un libro sulla Shoah, ma su ciò che è accaduto prima.
Il diario è infatti raccontato dal punto di vista di un’adolescente consapevole della crudele necessità di nascondersi con la sua famiglia, ma che non poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto dopo.
Giorno della Memoria: La Storia di Elsa Morante
Paolo Di Paolo ha ricordato come il romanzo La Storia di Elsa Morante, aprì un grande dibattito nel 1974. I due attori hanno letto un brano in cui Ida, la protagonista, assiste al dolore della signora Di Segni di origine ebraica che vede la sua famiglia andar via su un treno, senza far più ritorno. In questo capitolo si concentrano tutto quel groviglio di emozioni che precedono la Shoah. Realtà e immaginazione si incontrano per ricostruire la verità dei sentimenti.
Giorno della Memoria: Paola Soriga, Dove finisce Roma
Anche Paola Soriga, autrice giovanissima, cerca di lavorare in quello spazio che si pone tra memoria e immaginazione cercando una memoria emotiva dei fatti. Protagonista del suo romanzo è una giovane staffetta partigiana che vive il tragico momento dell’occupazione di Roma da parte dei tedeschi e assiste ai bombardamenti, ai rastrellamenti di ebrei e partigiani, al comune destino di questi uomini, ebrei e non ebrei, che vivono in clandestinità e cercano di sopravvivere alla fame e alla miseria e all’incertezza di ciò che accadrà.
Giorno della Memoria: Giacomo Debenedetti
Giacomo Debenedetti nasce a Biella da una famiglia ebraica, si trasferisce a Torino, ma tra l’ottobre del 1943 e il maggio 1944 è costretto a nascondersi a causa dell’occupazione tedesca a Roma.
Il suo racconto 16 ottobre 1943, pubblicato sulla rivista “Mercurio” nel dicembre 1944, diventa un documento letterario in cui vengono fuori sia un talento per la narrativa e sia lo scrupolo dello storico. Esso costituisce una delle prime testimonianze delle persecuzioni ebraiche in Italia, ma non viene narrato dal punto di vista di coloro che furono deportati nei campi di sterminio, bensì dal punto di vista di coloro che erano costretti alla clandestinità.
Giorno della Memoria: Antonio Debenedetti, E fu settembre
“Gli insegnanti e gli scolari di razza ebraica saranno esclusi dalle scuole di ogni ordine e grado”. Il protagonista di questo libro, Enrichetto Norzi ebreo quarantenne, nell’autunno del 1938 legge questa notizia sul giornale e la sua vita prende una direzione diversa.
Enrichetto fino a quel momento non dava importanza alla sua appartenenza religiosa, ma quella notizia, che segna l’inizio delle leggi razziali del regime fascista in Italia, determina in lui una nuova presa di coscienza, al punto da cominciare ad affacciarsi nel Ghetto e a mostrare solidarietà con gli oppressi.
Antonio Debenedetti è il figlio di Giacomo e fu critico letterario e scrittore.
Giorno della Memoria: l’intervento della storica Anna Foa
L’occupazione nazista fu a Roma pesantissima. E non solo per i due terribili traumi, rimasti sempre nella memoria cittadina, della razzia degli ebrei del 16 ottobre, in tutta la città e non nel solo “ghetto”, e delle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944, ma anche per la vita quotidiana: fame, rastrellamenti, bande fasciste agli ordini di Kappler sguinzagliate nella città, delatori ovunque. Chiese e conventi, ma anche case comuni, sono piene di rifugiati, ebrei o non ebrei. Roma si divide in quei mesi fra chi viene nascosto – ebrei, antifascisti, renitenti alla leva – e chi nasconde. Su tutto, la speranza in un arrivo imminente degli Alleati – troppo a lungo atteso – e della sconfitta finale dei nazisti, ormai certa.
Questo è quanto ricorda Anna Foa di quegli anni. Una città piena di sfollati ed ebrei che cercavano di fuggire dai tedeschi e che condividevano la fame e la miseria. L’impellente necessità di mostrare la tessera annonaria per mangiare, ma doverla poi falsificare per non essere scoperti; e ancora le chiese e i conventi che offrivano rifugio, fascisti e delatori che denunciavano ebrei in cambio di denaro.
Il tragico epilogo delle Fosse Ardeatine, dove furono fucilati anche i prigionieri di Via Tasso e i detenuti di Regina Coeli. Il più giovane martire delle Fosse Ardeatine fu il quattordicenne Di Veroli.
La deportazione degli Ebrei ha dunque coinvolto un’intera città, quindi prima dei campi di concentramento c’è stata la clandestinità che ha generato condivisione, empatia, solidarietà, incertezza sul futuro. Tuttavia un’intera società su queste basi ha costruito i valori contenuti nella nostra Costituzione.
Un evento toccante, non retorico e che lascia aperti nuovi spunti di riflessione e nuove ricerche finalizzate a mantenere viva la memoria storica.
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