Giulio Romano. Al secolo Giulio Pippi de’ Iannuzzi, vide i suoi natali nella città eterna nel 1499 e arrivò a Mantova su richiesta di Federico II Gonzaga, dove decise di rimanere stabilmente fino alla morte avvenuta nel 1524 legando indissolubilmente il suo nome a quello della città.
Artista completo, in grado di cimentarsi abilmente in diverse discipline artistiche, così come richiesto ai professionisti dell’arte per quei tempi, i quali dovevano saper assicurare un intervento a tutto tondo nei progetti per i quali erano chiamati nelle più famose corti d’Europa.
Allievo di Raffaello, fu uno degli artisti più grandi del suo tempo, fregandosi di diritto di essere uno dei massimi protagonisti del Cinquecento che arrivato da Roma, decise di proseguire nella città dei Gonzaga la sua carriera artistica, un po’ in controtendenza rispetto alle scelte che suoi contemporanei avrebbero potuto far.
Tanto profondamente Giulio Romano legò il suo destino artistico alla città di Mantova che nominarne uno equivale a fare riferimento all’altra, in una sorta di connubio ricorrente.
Proprio a Mantova dunque e nelle immediate vicinanze, si possono, attraverso un percorso che tocca ben cinque luoghi, vedere le opere per cui Giulio romano è maggiormente ricordato e che al meglio sono tutt’oggi ancora testimoni del talento del loro autore.
Un approfondimento della tematica in argomento, se sei particolarmente interessato ad organizzare una visita nei luoghi di Giulio Romano, ti consiglio una pubblicazione di recente uscita di Stefano L’Occaso, il cui titolo Giulio Romano L’universale, soluzioni decorative, fortuna delle invenzioni, collaboratori e allievi, esalta le virtù creative dell’artista, proponendo alcuni tra i percorsi più adatti, partendo proprio da Mantova, a conoscerlo.
I cinque luoghi in cui più di altri si ritrova l’essenza di Giulio Romano, sono: Palazzo Te con la superba Camera dei Giganti, la Basilica di Sant’Andrea, Palazzo Ducale, il Duomo e il Monastero di Polirone, quest’ultimo a San Benedetto Po.
Giulio Romano dalla città eterna alla corte dei Gonzaga
Giulio Romano, con il suo intervento a Palazzo Te, seppe in più aspetti dimostrare l’elettricità del suo intervento artistico.
Palazzo te era la residenza di Federico II Gonzaga e all’epoca sorgeva nelle immediate adiacenze del centro storico, all’interno di una pregevole area verde ancora oggi punto di riferimento per i cittadini di Mantova.
Proprio per questo progetto, Giulio Romano fu invitato nella città di Mantova; era infatti, tra gli artisti dell’epoca che più rappresentava la figura professionale adatta per il progetto desiderato da Federico II Gonzaga.
Giulio Romano era non era infatti soltanto pittore, ma anche stimato architetto tanto che fu affidata a lui l’intera progettazione del magnifico edificio di Palazzo Te.
Giulio Romano, da artista poliedrico quale era, si occupò personalmente anche degli affreschi dando così la sua impronta artistica all’intera struttura.
La Camera dei Giganti è certamente l’ambiente più pregevole del Palazzo Te e in scala più ampia, si annovera tra gli affreschi più celebri dell’intera storia dell’arte, più noti della storia dell’arte, dove un sorprendente illusionismo pittorico, crea una straordinaria soluzione di continuità in una sola grande scenografia pittorica che avvolge e coinvolge pareti e soffitto.
Lo stupore di chiunque si ponga ad osservare l’insieme è certamente sorprendente, tanto da essere definito, da uno studente in sede d’esame: una visione concitata. Termine che, insieme ad una più ampia dissertazione sull’interezza dell’affresco, portò a meritare un bel trenta al temerario giovane.
Sempre a Palazzo Te, spicca per importanza la Camera di Psiche che è decorata da uno dei cicli pittorici più celebri del Cinquecento così come le altre stanze dell’intero edificio, certamente attribuibili a Giulio romano o comunque alla sua bottega.
Di gran pregio la Loggia delle Muse e la Sala dei Cavalli, quest’ultima di ampia metratura tanto da essere definita propriamente sala; A seguire la Camera degli Imperatori e quella degli Stucchi fino per arrivare all’ Appartamento Segreto del marchese Gonzaga.
Un percorso invidiabile nell’arte cinquecentesca, tutto in un solo edificio, chiamato a essere vero simbolo del XVI secolo che ne vide la nascita.