Gloria Scipione ci dà appuntamento il 10 marzo su tutte le piattaforme digitali e su Youtube con la sua interpretazione di O Sarracino, brano che fu portato al successo da Renato Carosone. La versione della cantante teramana è prodotta da Halidon.
Gloria Scipione alla riscoperta della musica popolare
La giovane cantante, che abbiamo avuto il piacere di intervistare, ha già avviato nel 2022 un interessante progetto di riscoperta delle tradizioni popolari a partire dalla sua terra, l’Abruzzo, per la quale ha riproposto Vola, vola, vola e Salterello, mentre ora si sta approcciando alla tradizione partenopea.
Insieme al maestro Paolo Di Sabatino hanno rivisitato O Sarracino con un arrangiamento elegante e jazz.
“Napoli è stata per tanti abruzzesi la porta verso il mondo, poiché dal suo porto tantissimi abruzzesi e
compaesani sono partiti verso destinazioni lontane, dove con enormi sacrifici, hanno trovato fama e
fortuna”
Queste le parole di Gloria Scipione sulla canzone, che tocca il tema dell’immigrazione arabo-musulmana nel Sud Italia e si sviluppa nella satira tipicamente napoletana.
Hanno lavorato alla produzione del brano Paolo Di Sabatino al pianoforte e rhodes, Danilo Di Paolonicola alla fisarmonica, Daniele Mencarelli al basso elettrico, Glauco Di Sabatino alla batteria, Francesco Savoretti alle percussioni. L’arrangiamento è a cura di Paolo Di Sabatino.
O Sarracino, la vera storia raccontata dal suo autore
Carosone, che scrisse questo suo grande successo con Nisa, racconta così l’aneddoto che ha fatto nascere questa canzone che nel 1958 fu tra i dischi più venduti:
«Una mattina telefonai a Nisa per incontrarci: “Nicò ho un’idea per una nuova canzone. Immagina all’orizzonte nel Golfo di Napoli, si vede spuntare una nave tutta bianca; si avvicina, e sopra un uomo di colore, pure vestito di bianco. Un tipo orientale, di quelli che fanno impazzire le ragazze, insomma un ‘saraceno’ ma americano, alla Harry Belafonte per intenderci”. Nicola mi guarda un po’ assorto come se stesse già pensando ai versi della canzone e mi fa: “ma perché proprio americano può essere benissimo napoletano ‘sto saracino’.” Io di rimbalzo: “Nicò se mi togli il negro americano finisce la canzone”. “Renà non ti preoccupare, lo abbronziamo, ma deve essere napoletano”. E nacque “nu bello guaglione coi capelli ricci e ‘o sole ‘nfaccia”».
Il protagonista della canzone era napoletano, ma con i tratti caratteristici della bellezza mediorientale, il che poteva accadere perché nei secoli a Napoli, le popolazioni potevano essersi mescolate e stratificate con i pirati saraceni che con le loro incursioni misero a ferro e fuoco le coste italiane dal X al XIX secolo.
Ovviamente il personaggio, che viene scherzosamente definito “malandrino”, non è un pirata, ma è il classico “Sciupafemmine” napoletano.
Il brano nacque grazie alla collaborazione di Carosone con Nisa, insieme al quale scrisse numerosi successi come Maruzzella, Caravan Petrol, Pigliate ‘na pastiglia, Torero, Tu vuo’ fa l’americano.
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