Dal 25 luglio al 2 novembre 2025, Pontremoli diventa il cuore pulsante del Romanticismo italiano. Nei saloni del Palazzo Comunale, per la prima volta nella storia, saranno esposte insieme le tre versioni del celebre dipinto Pietro Rossi nel castello di Pontremoli di Francesco Hayez, uno dei massimi interpreti dell’arte ottocentesca. Un evento che va oltre la semplice mostra: è un ritorno simbolico e culturale alle origini stesse dell’opera, al suo luogo ispiratore, al suo paesaggio narrativo.
Un “manifesto” romantico che parla di dovere e lacerazione

Pietro Rossi non è un semplice quadro storico: è il quadro che ha dato inizio al Romanticismo pittorico in Italia. Hayez lo presenta nel 1820 alla rassegna dell’Accademia di Brera e il successo è immediato. Il tema è carico di tensione emotiva e patriottica: Pietro Rossi, nobile parmense, riceve un’offerta dal doge di Venezia per assumere il comando delle truppe contro gli Scaligeri, proprio mentre difende Pontremoli, assediata e minacciata. Accettare significa partire, lasciare moglie e figlie in lacrime. Restare, invece, potrebbe costare la libertà a molti.
Hayez non sceglie il momento dell’eroismo militare, ma quello dello strappo affettivo, il conflitto interiore tra patria e famiglia. Una scena di commozione trattenuta, tutta costruita su sguardi, gesti, corpi in bilico. Ed è proprio in questo contrasto tra sentimento e dovere che il Romanticismo trova la sua essenza.
Le tre versioni del capolavoro
La mostra di Pontremoli riunisce per la prima volta:
- La versione del 1820, conservata alla Pinacoteca di Brera: la più celebre, presentata all’Accademia milanese e accolta con entusiasmo, è considerata a pieno titolo il punto di svolta dell’arte italiana post-neoclassica.
- La seconda versione, del 1850, oggi di proprietà della Banca d’Italia: più matura, più equilibrata nella composizione, riflette una visione meno drammatica ma più composta, quasi solenne.
- Il bozzetto preparatorio, un’opera minore solo in scala, realizzata come studio per la seconda versione e donata da Hayez all’Accademia di Brera: un documento prezioso del suo processo creativo, della sua ricerca formale e narrativa.
Insieme, queste tre tele permettono di seguire l’evoluzione dello stile e del pensiero di Hayez lungo trent’anni di pittura, dalla passione giovanile alla consapevolezza più tarda.
Il ritorno a Pontremoli: un museo diffuso della memoria
L’iniziativa segna anche l’inizio del progetto “Grande Brera in Tour”, ideato da Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera. L’obiettivo è chiaro e ambizioso: riportare temporaneamente le opere nei luoghi da cui provengono o che le hanno ispirate, ricucendo simbolicamente le fratture provocate dalle requisizioni napoleoniche o da decenni di centralizzazione museale.
Nel caso di Pietro Rossi, il legame è diretto e toccante: Pontremoli è il luogo reale del fatto storico rappresentato, teatro della scelta dolorosa del condottiero, sfondo visivo e simbolico del dipinto. Esporre le tre versioni proprio qui significa restituire all’opera il suo paesaggio naturale, il suo contesto emotivo.
Un allestimento denso di significato

La mostra, curata scientificamente da Valentina Ferrari, Paolo Lapi e Fernando Mazzocca, è organizzata dal Comune di Pontremoli in collaborazione con la Pinacoteca di Brera, e vanta il supporto della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara e del Museo delle Statue Stele Lunigianesi.
Fondamentale la partecipazione attiva dell’Accademia di Brera e della Banca d’Italia, che hanno concesso in prestito le opere. Una rete istituzionale virtuosa che mostra come la valorizzazione del patrimonio artistico possa – e debba – passare anche da un ritorno ai territori, non solo ai grandi centri.
Hayez, l’Italia e l’arte della scelta
Nel rappresentare Pietro Rossi, Hayez costruisce un racconto che parla non solo di un eroe, ma di una scelta morale, di una responsabilità personale vissuta in solitudine. In questo, si legge tutta la sua visione dell’Italia ottocentesca: una nazione ancora divisa, ma attraversata da uomini pronti a sacrificare sé stessi per un ideale più grande.
Non è un caso se Hayez, pittore della Settimana Santa, di Valenza Gradenigo, della Meditazione sulla storia d’Italia, torna sempre su questo tipo di conflitti: la libertà costa, e spesso si paga in amore.
Un’occasione da non perdere
Se sei appassionato di arte, storia o semplicemente di storie che parlano all’anima, la mostra di Pontremoli è un evento unico. Non capita spesso di vedere tre versioni dello stesso capolavoro fianco a fianco, tanto meno in un luogo che è parte integrante del loro significato. E ancora più raro è avere l’occasione di vedere un’opera tornare a casa, in quel castello che ne fu protagonista prima ancora che scenario.
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