Oggi incontriamo Massimiliano Tordini, conosciuto al pubblico come Master, frontman dei L.E.D, una band post modern rock che si sta affermando da circa 6 anni nel panorama musicale.
Intervista a Massimiliano Tordini dei L.E.D
Ciao Max, iniziamo dagli esordi, come si è formato questo gruppo, i L.E.D? I testi e la musica portano la firma di Massimiliano Tordini?
Il progetto è partito nel 2014 con Marco Mangone e Andrea Tonoli e me [Massimiliano Tordini], insieme abbiamo iniziato a costruire la musica e siamo poi entrati nello studio di registrazione La Room di Vigevano, i nostri produttori artistici erano Fabio Capalbo [produttore anche di Edda] e Francesco Capasso [membro dei Miura ex gruppo di Massimiliano Tordini] ed abbiamo dato vita a L’Irriverente primo lavoro in studio, dopo di ciò Andrea Tonoli ha abbandonato il gruppo.
Stavano per partire una serie di live e ci siamo messi alla ricerca di un altro elemento: sulla nostra strada è arrivato Yuri Melis. Con Yuri abbiamo dato il via ad una serie concerti durati un anno e mezzo e abbiamo portato a spasso per l’Italia il nostro album, l’Irriverente, appunto.
Finito il giro di live, era giunto il momento di rimettersi a comporre, a questo punto, tutti e tre abbiamo iniziato a contribuire alla creazione dei pezzi, incluso Yuri.
Nel gruppo sono io che scrivo e canto i testi, mentre le linee melodiche e tutta la parte strumentale sono opera di tutti e tre. Io inoltre suono la chitarra, Marco Mangone è chitarrista, Yuri Melis è al basso e si occupa di basi midi. Abbiamo inoltre iniziato ad autoprodurci e il mix e la masterizzazione l’abbiamo affidata al Noise Factory di Milano in particolare ad Alessio Camagni, proprietario della nostra etichetta discografica la Otorecords.
I nostri bagagli musicali, messi a disposizione di un nuovo progetto, i nuovi L.E.D, hanno dato vita ad Everest che è il nostro ultimo album.
La vostra musica è un sapiente mix di suoni rock e musica elettronica, quanto lavoro c’è dietro un singolo pezzo? E quanto di Massimiliano Tordini?
Yuri proviene dalla musica elettronica (è stato anche DJ) e la particolarità di questo lavoro è la fusione di due stili diversi, il rock e l’elettronica, di fatto il suo contributo è stato un valore aggiunto che ha reso originale la nostra musica. Non è un genere commerciale, anzi, rimane abbastanza di nicchia, però ci soddisfa artisticamente. Non facciamo un genere da top ten alla radio, il nostro lavoro ripercorre le tracce dell’autentica musica indipendente, la musica indie, quel sottobosco musicale nascosto e tutto da scovare e scoprire.
Quando si tratta di comporre una nuova canzone, partiamo dalla musica, facciamo girare la musica, quando il pezzo comincia a suonare, cominciamo a costruirci un testo. Sia la composizione melodica che quella testuale, necessitano di ispirazione.
In genere sono le tonalità armoniche che ispirano i testi, richiamando alcuni tipi di emozioni.
I pezzi più riusciti sono poco costruiti, sono abbastanza immediati e non richiedono molto tempo, Leone [trovi il link del video in basso], per esempio, ha richiesto mezza giornata di prove per la struttura della canzone e mezza giornata per il testo.
La lunghezza del lavoro dipende quindi da come si amalgamano queste tre componenti: melodia, testo e ispirazione.
I tuoi testi guardano con distacco critico alla società contemporanea, fanno pensare ad un osservatore attento e mai pienamente coinvolto in quanto accade…
I testi li scrivo io quindi sono cose che colpiscono me e a me piace osservare, guardarmi intorno e scrivere cose che mi colpiscono si, ma di cui non parlerei mai.
In Placebo, per esempio, racconto della morte di mia madre, di quelle sensazioni intime che a voce non condivido, ma che poi mi è venuto spontaneo mettere in una canzone.
Leone invece, parla della mia visione della società e del genere umano. Nel brano divento un osservatore che spia, che cerca di capire cosa va e cosa non va, non solo negli altri, ma anche in me stesso.
Io credo che nel mondo ci sia davvero poco per cui ridere e faccio fatica a parlare di cose futili e allegre che non mi appartengono, o ascoltare gente che parla di cose positive.
Per esempio, della morte se ne parla poco, ma bisogna parlarne per esorcizzare il dolore, per confrontarsi su dolore. Perché nascondersi e fare finta che non esista? Perché non parlarne? La morte di una persona cara è un sentimento condiviso, metterlo in un testo significa aprire delle porte in chi ascolta.
Che rapporto hai con il pubblico? C’è scambio?
Fondamentalmente interagisco con i fan, ma con poca espansività, perché sono così di carattere, tuttavia sia i complimenti che le critiche fatti nel modo giusto, li accetto volentieri e li trovo costruttivi. Sui social interagisco. Ci sono stati momenti in cui ho avuto più visibilità, che il mio nome, Massimiliano Tordini era conosciuto nell’ambiente indie, esempio quando ho avuto esperienze con Mtv e mi è capitato che la gente mi fermasse per strada, sono sempre stato cordiale mai sostenuto. Credo che essere una buona persona, mantenere la mia identità, sia importante.
I L.E.D hanno un mentore artistico a cui guardare per la realizzazione di un pezzo?
Non ne abbiamo, cerchiamo di farci influenzare il meno possibile, di captare da generi diversi e trattenere quello che ci piace, che ci colpisce e svilupparlo, per poi metterlo in ciò che componiamo e nei testi che scrivo. Tutti e tre abbiamo i nostri gusti, le nostre esperienze e tutti e tre portiamo qualcosa nella produzione ed evoluzione dei L.E.D.
Progetti futuri? Dove possiamo venire ad ascoltare Massimiliano Tordini e la sua band?
Sicuramente cercare di portare il più possibile in giro il nostro lavoro, valorizzarlo, con i live, cercheremo di toccare un po’ tutta la penisola. Poi vogliamo sicuramente fare un secondo videoclip.
Le date confermate, per il momenrodei live sono:
7 marzo Ox Magenta, Milano;
18 aprile Big Lebowski, Novara;
25 aprile La Room, Vigevano;
16 maggio Capanno, Prato;
30 maggio Krach club Monastier di Treviso.
Grazie Massimiliano Tordini
Tutta la redazione di ICrewPlay Arte ti ringrazia per il tempo che ci hai dedicato, con l’augurio che anche un genere di nicchia, possa entrare nella top ten delle radio italiane.