I Rolling Stones perdono una parte di Loro. A quasi sessant’anni dal debutto ufficiale, il 12 luglio 1962, nel locale più famoso del momento, il Marquee di Londra, il gruppo musicale si trova a dover fare i conti con una grave perdita, alla batteria non potrà esserci più Charlie Watts.
Tra due settimane i Rolling Stones inizieranno le prove del Tour che li avrebbe rivisti insieme ancora una volta ma già Charlie Wattas aveva fatto sapere ai compagni che questa volta avrebbero dovuto fare senza di lui poiché le poche forze rimaste non gli avrebbero consentito di partecipare.
Il quadro dunque era chiaro ma nulla faceva pensare che la Charlie Watts decidesse di lasciare questa terra.
Con grande partecipazione e affetto, i fan di tutto il mondo hanno accolto la notizia.
Personaggio quasi schivo, Charlie Watts, era il più riservato e taciturno del gruppo, negli ultimi anni era quello che fra tutti dimostrava parere contrario alle esibizioni dal vivo, forse a causa del peso degli anni che cominciava a farsi sentire.
Nel 1963 era stato l’ultimo elemento ad aggiungersi al gruppo. Charlie Watts era uno de i Rolling Stones dentro e fuori ma la sua anima musicale celava anche altri grandi amori; fra tutti il jazz per amore del quale, in più di qualche intervista ebbe modo di dichiarare che, poter scegliere, avrebbe certamente desiderato nascere almeno un decennio prima per meglio immergersi, musicalmente parlando nell’atmosfera jazz che tanto lo affascinava.
Scavando nella dimensione più intima di Charlie Watts si scopre anche che in Lui si celava un vero e proprio talento artistico anche per discipline che nulla hanno a che fare con il mondo della musica.
Era un fumettista di talento innegabile, tanto che è sua la firma su una storia di Charlie Parker e sullo stesso filone, in molti lo ricordano come talentoso grafico tanto che, grazie a questa sua inclinazione, decisamente di pregio, collaborò direttamente e per molti anni alla progettazione delle scenografie del gruppo.
Gli anni dei suoi esordi, subito positivi, erano quelli dei Blues e Rhythm and Blues e Charlie Watts con la sua batteria, guadagnò sul campo la stima ed il riconoscimento artistico del superlativo Ginger Baker che gli annali dell’epoca riferiscono si esprimesse sistematicamente, in modo negativo sulla maggior parte dei colleghi.
Stile e suono inimitabili, hanno fatto di Charlie Watts, non un virtuoso della batteria ma decisamente un elemento insostituibile ne i Rolling Stones e questo è un dato di fatto che ha attraversato anni e anni di grandi successi.
Di lui come uomo si dice che fosse molto riservato ma dotato di un fine senso dell’umorismo che non disdegnava di mostrare soprattutto nelle occasioni private,
Molto elegante sempre, aveva fatto della sua naturale riservatezza un punto di forza soprattutto nei momenti di confronto con personalità prorompenti come quella di Mick Jagger e Keith Richards, due elementi de i Rolling Stones i cui ego risultavano, se non ingombranti, decisamente onnipresenti.
La proverbiale timidezza di Charlie Watts, batterista de i Rolling Stones forse da noi qualcuno se la ricorda bene
Charlie Watts, è risaputo, era restio anche a concedersi alle ovazioni del pubblico presente ai loro concerti negli stadi.
Quando i Rolling Stones suonarono per l’ultima volta a Roma, lo sfrontato Mick Jagger invitò Charlie Watts ad alzarsi in piedi e a lasciare per pochi minuti la sua batteria per raggiungerlo nella parte centrale del palco, esortandolo inoltre a dire qualcosa e Charlie disse, davanti a migliaia di spettatori, semplicemente “Hello” a cui seguì un grandissimo applauso.
Un’altra leggenda del panorama musicale mondiale lascia il suo strumento ma anche un ricordo immenso si sé e tante canzoni per poter essere per sempre ricordato.