Ugo Foscolo, nato a Zante il 6 febbraio 1778, è una delle figure più emblematiche del Neoclassicismo e del Romanticismo italiano. Il suo contributo alla letteratura italiana è immenso, con opere che esplorano temi dell’identità nazionale, dell’amore, e dell’esilio, riflettendo le turbolenze politiche del suo tempo.
La vita di Foscolo è stata segnata da un costante movimento. Dopo aver trascorso la sua infanzia in Grecia, si trasferisce in Italia, dove inizia a studiare e poi a insegnare. La sua vita cambia drasticamente con la caduta della Repubblica di Venezia e l’ascesa di Napoleone. Foscolo, inizialmente un sostenitore di Napoleone, si disillude progressivamente riguardo alle promesse di libertà e indipendenza del dominio francese. Questo cambiamento si riflette nella sua opera, in particolare nel romanzo epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, che diventa un manifesto del suo dissenso politico e personale.
Nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, Foscolo sceglie l’esilio volontario per sfuggire alla persecuzione politica sotto il nuovo regime austriaco che controllava gran parte del nord Italia. Si stabilisce prima a Zurigo e poi a Londra, dove passa gli ultimi anni della sua vita.
L’esilio e gli ultimi anni di Ugo Foscolo
La morte di Ugo Foscolo, avvenuta il 10 settembre 1827 a Turnham Green, nei pressi di Londra, segna la fine di una vita vissuta intensamente tra amori, politica, e letteratura. Foscolo muore in povertà, lontano dalla sua amata Italia, ma lascia dietro di sé un’eredità letteraria ricca e complessa.
Le sue opere, soprattutto i sonetti e “Dei Sepolcri”, sono celebrate per la profondità emotiva e l’acutezza intellettuale, influenzando generazioni di scrittori e poeti. Oggi, nel giorno della sua scomparsa, ricordiamo Ugo Foscolo non solo per la sua poesia, ma per il suo spirito indomito che ha cercato, attraverso la parola scritta, di combattere per un’Italia libera e unita.
La sua voce, intrisa di un profondo amore per la patria e un amaro disincanto per il corso degli eventi politici, continua a riecheggiare nella letteratura italiana, ricordandoci la potenza della poesia di essere strumento di resistenza e riflessione.