Maggio è il mese delle riaperture e sarà finalmente possibile provare a ritornare ad un tipo di normalità che la pandemia ci aveva negato.
E allora, perché non godersi una passeggiata nel meraviglioso complesso di Piazza dei Miracoli e farsi una foto mentre si regge la Torre di Pisa?
La Piazza del Duomo – che comprende al suo interno la Cattedrale, il Battistero, il Campo Santo e il Campanile – è il nucleo artistico (ma specialmente turistico) della città di Pisa, nonché Patrimonio dell’UNESCO dal 1987.
Torre di Pisa, riapertura al pubblico il 1° Maggio
È stato possibile stabilire – grazie alla scoperta di alcune fondamenta e parti di un mosaico di una domus – l’appartenenza degli edifici al periodo etrusco e romano. Inizialmente l’intera area era un declivio verso il porto, e fu solo più tardi, probabilmente con la caduta dell’Impero romano, che fu destinata ad uso sacro.
La Piazza, come siamo abituati a conoscerla, inizia a prendere forma nel 1063, quando fu edificato il nuovo duomo della città dedicato a Santa Maria Maggiore.
Nel corso dei secoli ci sono stati numerosi interventi edilizi, tant’è che durante la dominazione dei Medici vennero edificati altri edifici nelle aree libere.
Le ultime modifiche risalgono all’epoca fascista, quando venne eretto nel prato a nord del campanile il monumento alla Lupa di Roma.
Torre di Pisa, la storia
La Torre pendente di Pisa – ossia il campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta, alta 57 metri e costruita fra il XII e il XIV secolo – è certamente uno dei monumenti più iconici al mondo per via della caratteristica pendenza.
La famosissima pendenza è dovuta al cedimento del terreno sottostante avvenuto nelle prime fasi di costruzione.
L’inizio dei lavori è databile 1173 ad opera dello scultore Bonanno Pisano (tesi confermata anche dal Vasari). In un primo momento i lavori furono interrotti a metà del terzo piano, per il franamento del suolo su cui sorge la base del campanile. Vari studi hanno, infatti, accertato che la cedevolezza del terreno sui cui sorge la Torre di Pisa non solo è la causa della sua pendenza, ma lo è anche di tutti gli altri edifici che compongono la Piazza.
Giovanni di Simone e Giovanni Pisano ripresero i lavori a partire dal 1275, aggiungendo tre piani incurvati nel senso opposto alla costruzione precedente, per tentare di raddrizzarla.
L’opera fu portata a compimento a metà del secolo successivo, con l’aggiunta della cella campanaria. La struttura del campanile vede due stanze: la prima denominata la sala del Pesce, per via di un bassorilievo raffigurante un pesce e collocata alla base della torre.
Mentre dalla seconda stanza, la cella campanaria, è possibile vedere il pian terreno della torre. Sono presenti, inoltre, tre rampe di scale a chiocciola di diverse dimensioni che conducono rispettivamente dalla base fino al sesto anello; la seconda dal sesto al settimo anello; infine la terza e ultima dal settimo anello fino in cima.
Torre di Pisa, i restauri
Nel corso dei secoli, la Torre di Pisa ha subito numerosi restauri, che hanno portato ad isolare il basamento della torre. Il lavoro svolto sotto la guida dell’ingegnere e architetti Alessandro Gherardesca, contribuì anche a sfatare il mito, secondo cui il campanile sarebbe stato pensato pendente sin dall’inizio.
Infatti, vari test effettuati sul sottosuolo, durante i restauri rilevarono la presenza di una notevole quantità di acqua (aspirata solo in un secondo momento) che rendeva cedevole il terreno. Negli ultimi decenni del XX secolo l’inclinazione ha subito un deciso aumento, tanto da rendere ipotizzabile un pericoloso crollo.
Con i lavori di consolidamento, iniziati nel 1990 e terminati alla fine del 2001, la pendenza della Torre di Pisa è stata tenuta sotto controllo attraverso una tecnica – la cerchiatura – che prevede l’applicazione temporanea di alcuni tiranti di acciaio e contrappesi di piombo, riportando il suo stato a quello che doveva avere circa 200 anni prima.
Il consolidamento definito è stato raggiunto nel 2008 grazie al lavoro svolto da un team di docenti e professionisti del settore italiani e internazionali: Michele Jamiolkowski, coadiuvato da Carlo Viggiani e da John Boscawen Burland.
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la Torre di Pisa. (Gianni Rodari)