Caro lettore, oggi 26 agosto, è la Giornata mondiale del cane. In tanti modi si ricorda l’importanza che hanno i nostri amici a quattro zampe nei nostri cuori. E anche l’arte non si sottrae dal ricordare quanto importante sia stato, e lo è ancora, il ruolo del cane nelle famiglie. Questa giornata è stata celebrata per la prima volta nel 2004 negli Stati Uniti, per iniziativa dell’esperta di animali domestici Colleen Paige, che ha anche aperto un sito dedicato alla Giornata.
Il cane nell’arte: simbolo di fedeltà e coraggio
La storia e l’evoluzione dell’uomo è sempre associata alla storia degli animali, ma in particolare a quella del cane. Il miglior amico dell’uomo fa la sua comparsa fin dalle rappresentazioni preistoriche e rimane presente nella pittura, nella scultura, in vasi e mosaici delle civiltà mesopotamiche, egizia, greca e romana.
Nell’Antica Grecia troviamo tanti esempi di cani mitologici e che accompagnano le divinità. Sono i guardiani, custodi e protettori. In ambito mitologico, il cane è attributo di Diana e di altri cacciatori, come Adone, Cefalo e Atteone. Oppure ricordiamo il famosissimo Argo, che morì dopo aver visto per l’ultima volta il suo padrone Ulisse. Ma anche Cerbero, mitologico cane a tre teste, custode dell’entrata dell’Ade.
Il cane vive in casa con il proprio padrone e lo accompagna nei viaggi. Lo precede per avvertirlo in caso di imminente pericolo. Il ruolo del cane evolve seguendo i tempi, e nel Medioevo il cane acquista l’attributo di fedele. Nelle lapidi medievali è facile ritrovare cani accucciati vicino ai padroni, che si abbandonano al sonno eterno.
Sono innumerevoli i quadri e i dipinti che rappresentano i cani in scene di caccia, o a lavoro. Nel Rinascimento inizia un vero e proprio studio anatomico del cane, finalizzato a rendere l’animale sempre più espressivo e definito. Si percepisce l’esigenza degli autori di ritrarre le diverse razze canine. E questa ricercatezza è senza dubbio un aiuto per capire l’evoluzione e la discendenza delle attuali razze.
Il cane, lungo il decorso della storia, continua ad essere ritratto e rappresentato, non solo in classiche situazioni, a guardia della famiglia, vicino al padrone o in scene di caccia, ma anche in simpatici ritratti che aiutano ad mostrare i vizi e gli errori dell’essere umano.
Nei secoli fra l’Ottocento ed il Novecento i cani nell’arte iniziano a seguire le differenti correnti artistiche, lasciandosi trascinare dalle idee e ideologie di cui si fanno portatori. Faranno dunque parte delle inquietudini dell’uomo. Esempio di questa inquietudine è il quadro di Francisco Goya, in cui l’accanimento della natura su di un essere innocente ed indifeso come un piccolo cane rappresenta la sofferenza come ineluttabile legge naturale. Altro esempio è Il venditore di fiammiferi del 1921, in cui Otto Dix sbeffeggia un povero mutilato di guerra, usando un bassotto che quasi sghignazzante gli fa la pipì addosso.
Per descrivere la definizione di movimento attraverso un dipinto, nel 1912, il pittore italiano Giacomo Balla realizza il quadro Dinamismo di un cane al guinzaglio. L’opera racchiude, come se si trattasse di una ripresa fotografica, le diverse immagini delle zampe e della coda del cane nella successione determinata dal moto, e lo stesso per le gambe della padrona e per l’oscillazione del guinzaglio.
Renato Guttuso rievoca in noi il forte legame che c’è tra cane e padrone, dipingendo un cane stanco e stremato, quasi in procinto di morire. Un’immagine che ci ricorda quanto è breve e intensa la vita dei nostri amici a quattro zampe.
Caro iCrewer, adesso che hai finito di leggere l’articolo, festeggia il tuo amico a quatto zampe. Io sto per uscire a fare una lunga passeggiata con il mio cucciolone Thor, un simpatico Staffordshire Bull Terrier di 4 anni, che è in continua ricerca di coccole, carezze e tanto ma tanto cibo.