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Lettura: Il Cristo degli Abissi torna a splendere: manutenzione annuale nelle acque di San Fruttuoso
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ArteCultura

Il Cristo degli Abissi torna a splendere: manutenzione annuale nelle acque di San Fruttuoso

Manutenzione annuale per il Cristo degli Abissi a San Fruttuoso di Camogli: pulizia subacquea coordinata dalla Soprintendenza con un forte valore simbolico.

Massimo 3 mesi fa Commenta! 4
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Ogni anno, nelle acque cristalline di San Fruttuoso di Camogli, prende vita un rito che è al tempo stesso un gesto tecnico, culturale e spirituale: il restyling del Cristo degli Abissi, l’iconica statua in bronzo deposta sul fondale marino nel 1954 come memoria per i caduti in mare.

Contenuti
Una manutenzione necessaria e delicataUna storia segnata dal mareFerite e restauriUn simbolo che unisceArte e natura, un equilibrio fragileUn patrimonio da tramandare

Una manutenzione necessaria e delicata

Coordinata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Liguria, l’operazione di quest’anno ha visto alternarsi sott’acqua i sommozzatori della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia Costiera e della Marina Militare.
Grazie a un sistema di idropulitura fornito dalla Guardia di Finanza, la pulizia della statua avviene senza contatto diretto: una pompa convoglia l’acqua di mare in un flusso controllato, evitando così di danneggiare la superficie del bronzo.

Una storia segnata dal mare

Cristo

Il Cristo degli Abissi, realizzato dallo scultore Guido Galletti su idea di Duilio Marcante, fu deposto sul fondale a 17 metri di profondità come omaggio ai subacquei caduti e, più in generale, a tutte le vite perdute in mare.
La statua, cava e rinforzata con ferro e calcestruzzo per reggere la pressione sottomarina, ha sempre richiesto attenzioni particolari. Nei primi decenni, la manutenzione veniva eseguita con mezzi rudimentali, spesso con spazzole metalliche che segnavano irrimediabilmente il bronzo. Oggi, invece, l’approccio è scientifico e rispettoso.

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Ferite e restauri

La statua non è solo aggredita dal tempo e dall’acqua salata, ma anche dalla mano dell’uomo. Una delle mani, ad esempio, fu danneggiata da ignoti e sostituita durante il restauro del 2004, anno in cui il Cristo venne estratto dal mare per essere sottoposto a un intervento conservativo radicale, prima di essere ricollocato nel suo luogo originario. Da allora, la pulizia annuale con idropulitrice è diventata una tradizione consolidata.

Un simbolo che unisce

Oltre all’aspetto tecnico, l’operazione porta con sé un forte valore simbolico. Ogni immersione dei sommozzatori è un atto di rispetto e devozione che unisce le forze dell’ordine, le istituzioni e il mare stesso in un gesto collettivo di memoria.
Il Cristo degli Abissi, con le braccia alzate verso la superficie, non è soltanto un capolavoro scultoreo: è un punto di riferimento per chi naviga, un segno di protezione per i subacquei, un monumento che ha saputo trasformarsi in icona universale di pace e spiritualità.

Arte e natura, un equilibrio fragile

L’opera vive in simbiosi con il suo ambiente. La patina verde che la riveste, i giochi di luce che filtrano dall’acqua, la flora e la fauna marina che vi si posano: tutto contribuisce a renderla unica. Ma la stessa bellezza porta con sé la sfida della conservazione. Ogni intervento è una lotta contro il tempo, un equilibrio tra preservare e non snaturare.

Un patrimonio da tramandare

A più di settant’anni dalla sua posa, il Cristo degli Abissi continua a emozionare subacquei e visitatori da ogni parte del mondo. Non è soltanto un monumento, ma un simbolo della relazione profonda che lega l’uomo al mare, tra memoria, pericolo e speranza.
La manutenzione annuale non è quindi un atto tecnico isolato, ma un impegno collettivo a custodire un patrimonio che appartiene all’Italia e al mondo intero.

Hai mai visto il Cristo degli Abissi, dal vivo o in foto? Raccontaci la tua esperienza e seguici su Instagram per altri viaggi tra arte, mare e memoria.

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