La storia è piena di esempi e di scempi ai danni delle opere d’arte e dei monumenti. Ma l’atto vandalico diventa più grave e avvilente, se l’autore diventa lo Stato stesso. E’ il caso della Torre di Galata ad Istanbul, in Turchia.
Il caso: la Torre di Galata nelle mani del governo centrale
La Torre di Galata, in passato gestita e controllata dal Comune di Istanbul, ha subito un passaggio di proprietà, passando nelle mani del governo centrale. Si potrebbe pensare che il controllo della Torre sia un segno della forte presenza del governo di Erdoğan sul territorio turco. Una guerra fra religione e laicismo, tra stato centrale e comuni: la più grande città della Turchia è amministrata da un sindaco laico, Ekrem İmamoğlu, forte oppositore del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Purtroppo il restauro e il rinnovamento non hanno avuto gli effetti desiderati, ma hanno provocato grande indignazione tra gli amanti dell’architettura e della storia. Attraverso i social è stato diffuso un inconfutabile video, risalente allo scorso 12 agosto, che vede alcuni operai intenti ad abbattere un muro trecentesco a colpi di martello pneumatico. Il direttore del dipartimento dei beni culturali del Comune di Istanbul, Mahir Polat, lo stesso 12 di agosto ha pubblicato un tweet con il video e un commento per denunciare l’accaduto:
Mi rivolgo alle autorità preposte per sottoporre alla loro attenzione le scioccanti operazioni che si stanno verificando alla Torre di Galata, uno dei più importanti monumenti storici di Istanbul. Un team del dipartimento dei beni culturali del Comune si è recato sul sito per valutare la situazione e fermare immediatamente queste attività criminali.
A Polat e al suo staff è stato però impedito l’accesso all’edificio: il tecnico ha pertanto pubblicato dei documenti che testimoniano che i lavori sulla torre sono cominciati prima che venisse inoltrata la richiesta d’autorizzazione all’ente competente, il Comitato per la Conservazione dei Beni Culturali. La richiesta di autorizzazione, infatti, sarebbe arrivata all’omologo turco delle nostre soprintendenze solo il 12 agosto, il giorno in cui è stato pubblicato il video con gli operai al lavoro sulle mura trecentesche della torre.
Il ministro della cultura, Mehmet Nuri Ersoy, che ha organizzato e gestito la gara d’appalto, a seguito della pioggia di critiche, ha dichiarato:
Le accuse che circolano sui social secondo le quali ‘i muri della Torre di Galata stanno crollando’ sono infondate. Le parti demolite sono successive alla costruzione della torre, e danneggiavano la torre stessa.
Lo stesso ministro ha però condannato le rozze metodologie impiegate nel cantiere e ha sanzionato l’impresa che si sta occupando dei lavori. Sempre Ersoy ha fatto sapere che l’idea del governo è quella di demolire le aggiunte posteriori alla torre: farebbe parte del piano che prevede la conversione della Torre in un museo.
Tuttavia il rischio che la torre risulti comunque danneggiata è forte. Il 13 agosto, Oktay Özel, direttore dei progetti culturali per il Comune di Istanbul, ha dichiarato al quotidiano Milliyet che le vibrazioni dei martelli pneumatici potrebbero compromettere lo stato di conservazione della torre, dato che sono un mezzo del tutto inadatto per un edificio storico. Un parlamentare dell’opposizione, Turan Aydogan, ha ricordato in Parlamento che diversi siti in Turchia hanno subito danni irreparabili proprio in occasione di restauri. E’ il caso della fortezza genovese sull’isola di Ocakli, un sito in rovina, il cui aspetto è stato però completamente stravolto dai restauri, sfigurato al punto da rendere irriconoscibile l’antica costruzione.
Conosciamo meglio la Torre di Galata
La torre venne costruita nel 1348 da Rosso Doria, primo governatore a Galata genovese, che le diede il nome di Christea Turris, Torre di Cristo. In origine la torre faceva parte delle fortificazioni che circondavano la cittadella di Galata, colonia di Genova in Anatolia. Con l’arrivo degli Ottomani, la Torre di Galata assunse il ruolo di torre d’osservazione.
La cittadella di Galata fu una colonia della Repubblica di Genova dal 1273 al 1453, anno in cui fu conquistata dagli ottomani nell’assedio di Costantinopoli. La Caduta di Costantinopoli avvenne per opera del sultano Maometto II, dopo circa due mesi di combattimenti. Sulla Torre di Galata è ancora oggi affissa una targa in cui si ricorda come la conquista ottomana della città si concluse solo con la consegna da parte dei Ceneviz (Genovesi) delle chiavi della fortificazione.
A partire dal 1717 gli Ottomani iniziarono a utilizzare la torre come punto di osservazione per individuare gli incendi in città. Nel 1794, il tetto a causa di un incendio, crollò. Ma la Torre di Galata non trova facilmente pace. Le fiamme colpirono di nuovo la torre nel 1794 e nel 1875 una violenta tempesta spazzò via il tetto, che fu ristrutturato solo tra il 1965 e il 1967 utilizzando pietra al posto del legno.
La Torre di Galata è testimone silenziosa di alcuni dei più importanti eventi storici che hanno segnato la città, e i diversi regni e culture che si sono succeduti ad Istanbul hanno contribuito a modificare l’aspetto di questo storico edificio. Da quello che possiamo vedere, la Torre non ha ancora trovato pace e tranquillità. Sembra che le sia stato assegnato un destino di rinnovi e progetti, che la portano sempre più lontana dall’antico splendore.