Con l’Innefabilis Deus nel 1854 venne approvato il dogma dell’Immacolata Concezione, dopo secoli di discussione teologica finalmente arrivò la bolla papale di Pio IX che attestò tale dogma.
In realtà, nonostante ci vollero secoli di approvazione teologica, la pittura nel corso dei secoli aveva già solcato il suo percorso inerente a questo tema con varie rappresentazioni simboliche di Maria Immacolata, pur non conoscendone il dogma.
Si dice che nel 1870 papa Pio IX commissionò il primo dipinto raffigurante tale principio per l’arcosolio del presbiterio di Santa Maria in Trastevere.
Non è proprio esatto, in quanto sì fu il primo dipinto commissionato dell’Immacolata Concezione solo dopo l’approvazione di tale dogma, ma in passato già molti artisti avevano rappresentato ciò.
E mentre la Chiesa non si decideva a rendere Maria Vergine anche di “Concezione Immacolata”, gli artisti l’avevano già idealizzata ed immortalata da tale. Uno dei primi fu proprio Giotto nel 1400 con la sua rappresentazione nella Cappella degli Scrovegni.
Il bacio tra Gioacchino e Sant’Anna davanti alla Porta Aurea di Gerusalemme rappresenta il concepimento senza peccato della Madonna.
La storia che proviene dal Protovangelo di san Giacomo e dallo Pseudo Matteo, rielaborata nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze, racconta di Gioacchino, padre di Maria, che fu ritenuto non benedetto da Dio perché risultò sterile e quindi fu cacciato dal tempio di Gerusalemme.
Sant’Anna, però, ebbe visita dall’angelo messaggero che l’avvisò dell’imminente maternità, lo stesso giorno anche Gioacchino sognò l’angelo che lo avvisò di ritornare dalla sua consorte.
Così marito e moglie si incontrano davanti alla Porta Aurea di Gerusalemme salutandosi con un tenero bacio che simboleggia la procreazione senza peccato della Madonna.
Inneffabilis Deus Immacolata Concezione
“..dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli.”
Venne così stabilito l’8 dicembre 1854 il dogma dell’Immacolata Concezione, ma cos’è?
Non si hanno dubbi che Maria abbia concepito Gesù per opera dello Spirito Santo e senza peccato perciò chiamata Vergine Maria, ma Immacolata perché? Immacolata non ha niente a che vedere con il concepimento di Gesù, ma con il concepimento di Maria stessa.
La Chiesa con tale dogma afferma che Maria sia stata scelta da Dio per concepire suo figlio in Terra senza peccato, perché anche lei fu concepita senza peccato.
Maria nacque Immacolata, senza macchia di peccato, pura, per volontà di Dio, il quale aveva già scritto il suo destino.
Francisco Pacheco fu il primo a scrivere nel suo trattato Arte de la Pintura del 1638 la simbologia pittorica delle rappresentazioni di Maria Immacolata:
“ Si deve dipingere questa Signora nel fiore della sua età, da dodici a tredici anni, bellissima bambina con begli occhi e sguardo grave, naso e bocca perfettissimi e rosate guance, i bellissimi capelli lisci, color oro… deve dipingersi con tonaca bianca e manto blu vestita del sole, un sole ovale ocra e bianco, che circundi tutta l’immagine, unito dolcemente con il cielo; coronato di stelle; dodici stelle distribuite nel circolo chiaro fra splendori, servendo di punto alla sacra fronte; le stelle su alcune macchie chiare formate a secco di purissimo bianco, che esca sopra tutti i raggi…
Una corona imperiale deve adornare la sua testa ma che non copra le stelle; sotto i piedi, la luna che benché sia un globo solido, prese licenza per renderlo chiaro, trasparente sui paesi; nella parte di sopra, più chiara e visibile la mezza luna con le punte verso il basso…I tributi di terra si accomoderanno, convenientemente, per paese, e quelli del cielo, se vogliono fra le nubi. Adornasi con serafini e con angeli interi che hanno alcuni degli attributi… il dragone… al quale la Vergine spaccò la testa trionfando dal peccato originale…se potessi lo eliminerei per non disturbare il quadro”.
Era un concetto molto astratto quello di Maria Immacolata e gli artisti prima del 1600 non avevano dei canoni e delle simbologie da seguire, ma questa disputa ecclesiastica sull’Immacolata Concezione fu mostrata in immagine da alcuni pittori come Carlo Portelli con la Disputa sull’Immacolata Concezione del 1555. In queste “dispute” spesso apparivano i dottori della Chiesa, il Padre e Dun Scoto, un francescano sostenitore del dogma così tanto discusso.
Una delle più belle rappresentazioni dell’Immacolata Concezione è il dipinto di Giambattista Tiepolo, un delicato omaggio alla purezza della Madonna.
L’artista realizzò questo dipinto per la Chiesa di Madrid San Pascual in Aranjuez nel 1767, oggi conservato al Museo del Prado.
La tela conferisce a Maria tutta la sua delicatezza e purezza accentuata dal bianco candido delle vesti e dall’incarnato lieve, delicato che risalta il rossore pallido delle gote. Degli angioletti sbucano giocosi dal suo mantello e da dietro nuvolette ocra che fanno da contorno alla scena principale. Con le mani semi-giunte e la corona di stelle, dodici come i mesi, i segni zodiacali e le tribù di Israele discendenti dai figli di Giacobbe, sormontata dalla colomba dello Spirito Santo, appaiono anche altre simbologie del dogma come il giglio simbolo di purezza e il serpente come sconfitta del male, il globo terrestre protetto da Essa e la falce di luna, riflesso dell’astro più importante per eccellenza: il sole.