Nel cuore del programma Go!2025, che celebra Nova Gorica e Gorizia come Capitale europea della cultura, arriva una nuova tappa imperdibile per gli appassionati di storia e di manoscritti antichi. Dopo il successo della mostra dedicata a Caravaggio, con oltre 12.000 visitatori, la Fondazione Carigo espone fino al 3 settembre 2025 un’opera preziosa e rarissima: l’Iter Sancti Sepulcri, manoscritto del 1396 che racconta un pellegrinaggio medievale da Venezia a Gerusalemme, compiuto da due nobili del Friuli.
Un diario di viaggio lungo secoli
Scritto su pergamena e oggi custodito all’Archivio di Stato di Gorizia, ma di proprietà della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, l’Iter Sancti Sepulcri è un unicum nel panorama italiano: è infatti l’unico manoscritto medievale di viaggio a contenere illustrazioni eseguite lungo il percorso. Non semplici decorazioni, ma disegni dal vero, che ritraggono fortezze, roccaforti e paesaggi attraversati, rivelando uno sguardo attento non solo al sacro, ma anche al contesto militare e politico del Mediterraneo alla fine del Trecento.
I protagonisti di questo cammino sono Michele da Rabatta, diplomatico goriziano, e Morando di Porcia, capitano di ventura friulano. Due figure colte, influenti, legate agli equilibri del potere tra Italia, Venezia e mondo bizantino, che decidono di compiere un pellegrinaggio penitenziale alla Terra Santa, lasciando una testimonianza straordinaria non solo per i contenuti spirituali, ma anche per la qualità del racconto.

Una rotta medievale disegnata a mano
Il viaggio inizia il 27 agosto 1396, a bordo di una galea mercantile veneziana. L’itinerario, ricostruito in dettaglio nel manoscritto, tocca tappe fondamentali del commercio e della fede del tempo: i porti adriatici, le isole ioniche, il Peloponneso, Rodi, fino ad arrivare a Beirut e Giaffa, da cui i due pellegrini proseguono a dorso d’asino verso Gerusalemme.
Una volta giunti nei luoghi della fede – il Santo Sepolcro, il Monte degli Ulivi, Betlemme, il fiume Giordano – i viaggiatori annotano impressioni, sensazioni, difficoltà, immergendosi in un’esperienza che è al tempo stesso fisica e spirituale.
Ma il manoscritto mostra anche altro: un’attenzione alla geografia, all’architettura militare, alle rotte commerciali, segno che la missione religiosa si intreccia con una più ampia curiosità intellettuale e diplomatica.
Un tesoro riscoperto nel 2025
Esposto nella sede della Fondazione Carigo, l’Iter Sancti Sepulcri è molto più di un semplice documento d’epoca: è una testimonianza viva di come si viaggiava, si pregava e si guardava il mondo nel Medioevo, ed è anche l’unico resoconto di pellegrinaggio medievale conservato nell’Italia nord-orientale.
Per la presidente della Fondazione Carigo, Roberta Demartin, questa esposizione rappresenta un passo ulteriore nella valorizzazione del patrimonio culturale locale, in un anno simbolico in cui Gorizia diventa crocevia europeo di cultura, dialogo e memoria.
Un’occasione unica per riscoprire il Medioevo mediterraneo
L’Iter Sancti Sepulcri ci parla di ponti culturali tra Occidente e Oriente, di uomini che affrontano il mare, le fatiche e il tempo per avvicinarsi ai luoghi della fede. Ma ci parla anche di un Mediterraneo vivo, complesso, attraversato da flotte, guerre e commerci. E ci ricorda che ogni viaggio è anche un modo per raccontare il mondo, per lasciarlo in eredità a chi verrà dopo.
Se sei in zona, questa è un’occasione da non perdere. E se non puoi visitarla, seguici su Instagram per scoprire le immagini, i dettagli e le curiosità di questo manoscritto che, a distanza di oltre 600 anni, continua a parlare.