Jack lo squartatore, agì nel ristretto tempo di un’estate o poco di più, quella del 1888 che gli valse l’appellativo di serial killer, in qualche modo l’immortalità e l’anonimato.
Cinque le vittime attribuite per certo alla stessa mano ma approfondimenti successivi, con tecniche diverse, si sono dimostrate protese ad attribuire a jack lo squartatore ben sedici omicidi nella Londra del tempo.
Cosa possa entrarci tutto questo con l’arte in senso stretto ti starai chiedendo; eppure una pista sulle orme di Jack lo squartatore, sembra essere ben marcata negli ambienti dell’arte all’epoca in cui avvennero gli omicidi seriali.
A Monaco di Baviera e nel 1860 bisogna andare con la mente, dove nacque Walter Sickert, considerato da molti il più importante pittore inglese dalla morte di Turner.
Dopo una sia pur breve ma impegnata esperienza come attore, decide di fare il pittore sotto l’influenza artistica del maestro James Abbot Whistler.
Grazie a quest’ultimo entra ben presto nell’ambiente parigino, dove fa la conoscenza dell’impressionista Edgar Degas i cui quadri influenzano molto il suo stile.
Sickert però alle scene luminose e in un certo senso rassicuranti dell’impressionismo predilige i colori cupi e le atmosfere tenebrose che ritrae su tela con disinvoltura.
Nel 1885 sposa Ellen Cobden, matrimonio di convenienza il loro, che gli garantisce un alto tenore di vita, così comincia a frequentare diversi locali molti dei quali proprio a White Chapel, il quartiere dei delitti di Jack lo squartatore.
Uno spaccato riassuntivo della vita dell’artista che da solo può certamente non significare nulla ma in qualche modo, con l’aggiunta dei particolari e degli approfondimenti sviluppatisi nel tempo, forse rappresentano un tassello importante.
L’ identità di Jack lo squartatore, the Ripper in lingua inglese, non è stata mai scoperta, ma sono davvero tante le teorie che negli anni sono state formulate al riguardo, alcune plausibili, altre decisamente più fantasiose, come quelle che identificano il colpevole in Oscar Wilde o in Lewis Carrol;
L’unica cosa certa è che ancora nessuna certezza è emersa circa l’identità dell’assassino di White Chapel e il tutto rimane ta tutt’oggi avvolto nel mistero.
Walter Sickert vs Jack lo squartatore
Secondo la famosa giallista Patricia Cornwell le analogie tra il pittore e il serial killer sarebbero molte. Tutto comincia dall’analisi di una serie di quadri chiamata “Camden town murders”, titolo già di per sè inquietante, che richiama un altro famoso caso di cronaca, l’omicidio della prostituta Emily Dimmock avvenuto appunto nel quartiere di Camden Town a Londra.
La serie ha come soggetto delle donne distese su un letto di ferro, nude, apparentemente senza vita. Apparentemente perché, se non fosse per il titolo esplicativo, potrebbero tranquillamente sembrare delle figure dormienti. Nella stanza le donne sono accompagnate da un uomo vestito, probabilmente il killer.
La scena è rappresentata in modo che ci sembri di osservarla di sottecchi, da una porta lasciata socchiusa o dal buco di una serratura, un effetto che aumenta il senso di orrore di fronte a quello che stiamo guardando.
Secondo la Cornewell le posizioni in cui sono dipinte le donne richiamerebbero in maniera inequivocabile i corpi delle vittime di Jack lo squartatore in particolare quello di Mary jane Kelly e Catherine Eddowes.
In effetti se si confrontano le immagini dei delitti con i quadri la somiglianza è innegabile, ma ovviamente questo non basta a confermare una teoria tanto ambiziosa. Ci sono però diversi indizi a carico del pittore, molti dei quali raccolti proprio da Patricia Cornwell, che ha acquistato ben 32 opere del pittore e diverse lettere sue e di Jack lo squartatore per confrontarle.
Il solo risultato ottenuto fu un esigua percentuale di DNA compatibile, pari all’un per cento di possibilità che si tratti della stessa persona. Pare però che la carta usata e l’inchiostro color ocra, molto in voga tra i pittori, fossero gli stessi.
Ovviamente la teoria della Cornwell non è stata accettata dalla comunità scientifica e giudicata troppo lacunosa per essere considerata seriamente, però il dubbio, e per certe cose può bastare solo quello, su come sia possibile una tale somiglianza tra le tele e i delitti rimane.
Sarà allora Walter Sickert il vero jack lo squartatore? Non lo sapremo mai, ma come affermò lui stesso:
In fondo un omicidio è un soggetto buono come qualsiasi altro
Alla citazione del quale direi che non è il caso di aggiungere nulla e sono certa che da domani guarderai con occhio diverso le opere di Walter Sickert, magari sottacendo l’intento di trovare tracce di Jack lo squartatore.