Jeff Koons, l’artista americano consacrato dalla critica come di fatto l’erede di Andy Warhol e continuatore della Pop Art, tra gli artisti più ricchi del mondo, si trova suo malgrado ad essere, suo malgrado, protagonista di una notizia che sta facendo in queste ore il giro del mondo con tanto di video corredato.
Che Jeff Koons sia sovente richiamato negli articoli d’approfondimento di certa stampa specializzata, ormai è quasi un’abitudine ma che lo sia sulla cronaca non è cosa di tutti i giorni.
La vicenda non ha mai avuto contorni fumosi essendosi svolta alla luce del giorno e difronte a molti testimoni chiamati subito a raccontare l’accaduto.
Per farla breve, anche perché davvero la vicenda è di una linearità disarmante, durante l’apertura straordinaria presso Art Wynwood di Miami, per un’anteprima privata, quindi su invito e rivolto a selezionatissimi ospiti, un’opera di Jeff Koons è andata in mille pezzi sotto gli occhi di tutti.
Si tratta di un’opera che fa parte del ciclo Balloon Dog che l’artista Jeff Koons ha portato avanti come fiore all’occhiello della sua esperienza artistica, probabilmente perché fin da subito il riscontro del pubblico è stato eccezionale.
Ed è lo stesso Jeff Koons a dare una sua spiegazione a tutto questo:
Mi sono sempre piaciuti i palloncini perché sono come noi. Siamo palloncini.
Se fai un respiro e inspiri, è ottimismo. Espiri, ed è una specie di simbolo di morte
E’ bastato un attimo, riferiscono i presenti, e l’opera di Jeff Koons presente in mostra all’Art Wynwood di Miami è andata in mille pezzi.
Qualcuno a dire la verità, nell’immediatezza ha anche pensato ad una performance dell’artista o chi per Lui ma ben presto ci si è resi conto che era ormai accaduto l’irrimediabile.
Sembra che una collezionista sia stata colta dagli sguardi di tutti a picchiettare ed a più riprese sull’opera tanto da farla cadere rovinosamente a terra.
Si sbriciola come un biscotto un Jeff Koons a Miami
Il racconto dei testimoni più vicini riferisce di una sorta di accanimento della malcapitata visitatrice, quasi volesse con caparbietà saggiarne la struttura ed il materiale di cui era composta.
Ora però credo che sia chiaro proprio a tutti, a maggior ragione dei presenti all’accaduto che l’opera fosse in vetro ed il fragore del momento in cui l’oggetto ha toccato il pavimento infrangendosi in mille piccoli pezzettini credo rimarrà nelle orecchie dei presenti per molto tempo.
Sopratutto perché e credo di interpretare una sensazione comune a molti, anche in un semplice negozio, quando si avverte l’inconfondibile suono di qualcosa che cade a terra, c’è sempre sul momento che dura per fortuna lo spazio di un istante, durante il quale pensiamo di essere stati proprio noi a combinare il guaio magari con il lento di una sciarpa.
A quanto si apprende dalla stampa sembra che il danno verrà ripagato dall’assicurazione per buona pace di tutti, sperando che sia vero.
Il valore dell’opera di Jeff Koons andata distrutta, dicono si aggirasse sui 40 mila dollari, una cifra ragguardevole ma comunque non proibitiva e comunque sia, benché un’artista del suo calibro non ne abbia certo bisogno, l’accaduto ha portato un poi di movimento sull’argomento che non guasta mai.
Rimane da vedere che fine faranno i frammenti nati dal fattaccio, ci si chiede se avranno nuova vita magari riassemblati a testimonianza che ogni cosa può a volte rinascere da se stessa?
Rimarremo certamente sull’argomento prestando attenzione se ci saranno novità di rilievo.