Jeff Koons in mostra a Palazzo Strozzi, Firenze, fino al 30/01/2022 con SHINE, la personale che mira a mostrare la bellezza artistica mettendo in discussione il concetto di arte, ma anche di noi stessi nei confronti della realtà.
Jeff Koons è infatti considerato un rivoluzionario, la sua arte è oggetto di discussione, ma nonostante questo ha rivoluzionato il sistema dell’arte contemporanea internazionale.
Con la mostra SHINE, curata da Arturo Galansino e Joachim Pissarro, sono state selezionate molte opere dell’artista provenienti da varie collezioni che come nesso hanno il tema della lucentezza, SHINE appunto. Ma in che senso lucentezza?
La mostra è visibile a Palazzo Strozzi fino al 30/01/2022 tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 e il giovedì fino alle 23.00.
Acquista il biglietto–> Palazzo Strozzi : JEFF KOONS. SHINE (vivaticket.it)
Jeff Koons – SHINE
Di quale lucentezza parla l’artista? Jeff Koons è a molti noto per alcune sue opere che hanno avuto maggior notorietà come Rabbit e Balloon Dog o scultura floreale Puppy (1992), ora installata permanentemente al Guggenheim Museum di Bilbao.
Le sue opere lanciano dei messaggi filosofici per chi li sa cogliere, vogliono ridicolizzare o mettere in evidenza lo stile di vita libero americano legato al consumismo e vengono chiamate kitsch, epiteto tedesco che vuole sottolineare la creazione di oggetti artistici ma di cattivo gusto.
Jeff Koons nonostante venga considerato uno degli artisti più ricchi al mondo, utilizza le su sculture lucenti per creare una unione tra ricchezza e povertà, per creare un’arte che possa essere apprezzata e fruita da tutti.
Le belle arti soprattutto quelle antiche che fanno parte della borghesia si vanno ad unire con la cultura dei kitsch, opere non considerate tali che fanno parte della classe più povera.
Con SHINE viene mostrata non solo la lucentezza del materiale delle opere che in apparenza appaiono frivole e senza senso, ma viene, anche, percepito ciò che l’artista ci vuol far vedere cioè “l’ambigua relazione tra splendore e bagliore, tra essere ed apparire.”
La luce è sempre stata un elemento importante in ambito fisico e metafisico per le popolazioni. Rappresenta la verità, la rivelazione, il Verbo, Cristo, la luce serve per vedere in senso fisico ma anche per osservare in senso metafisico.
“Le proprietà di lucentezza, splendore o riflessione hanno da sempre rappresentato un modo per l’arte di creare una connessione tra fisico e metafisico, dall’arte bizantina alle cattedrali gotiche, dall’illuminismo barocco alla luce modernista. Nella sua arte, Jeff Koons usa lo shine come catalizzatore per idee di trascendenza, affermazione, presenza. Le sue sculture e installazioni splendono perché mirano a mettere in discussione il nostro rapporto con la realtà attraverso la loro capacità di irradiare e catturare allo stesso tempo il nostro sguardo.”
SHINE, opere di lucentezza in mostra a Palazzo Strozzi fino al 30/01
La personale realizzata in stretto contatto con l’artista mostra opere strabilianti, innovative e lucenti che raccontano la sua carriera lavorativa in questo splendido ma a volte strano e bizzarro settore.
Jeff Koons per la realizzazione delle sue opere sfrutta le proprietà lucenti dei materiali utilizzati, come l’acciaio un metallo che l’artista ama molto maneggiare in quanto è economico, di uso comune e se lucidato a specchio mostra una superficie splendente. Altri materiali lucidi che utilizza sono gli specchi che riflettono tutto ciò che viene posto davanti a loro e il vetro.
Di vetro riflettente sono infatti le sensuali ed emozionanti Gazing Balls Blue, che Koons posiziona su riproduzioni scultoree antiche.
C’è poi Hulk (Tubas) 2004-2018 che sembra essere un palloncino gonfiato ad aria ma in realtà è una scultura molto pesante e realizzata in bronzo colorato, i famosi Ballon Dog (Red) che sembrano dei palloncini che vengono realizzati alle feste dai pagliacci ma questi di Koons sono di acciaio lucidato come, anche, gli iconici giocattoli gonfiabili Rabbit (1986).
Ci sono poi i preziosi Baccarat Crystal Set (1986) e la ripresa, da parte di Jeff Koons, di riprodurre i ready-made, cioè opere già fatte, confezionate, pronte all’uso, un oggetto già presente sul mercato del quale un’artista appropriandosene e utilizzandolo come opera d’arte, la immette in un mercato artistico togliendone la propria funzione di oggetto di uso comune come One Ball Total Equilibrium Tank (Spalding Dr. JK 241 Series) (1985), un pallone da basket che Koons ha fermato in lastre di vetro mettendolo in vetrina e rendendolo opera d’arte.
Sui canali Youtube e Facebook di Palazzo Strozzi, il 12 gennaio 2022 si è svolta la diretta online nella quale il curatore della mostra ha dialogato con Massimo Gioni, autore del libro dal titolo “duchampiano” Il desiderio messo a nudo. Conversazioni con Jeff Koons., per raccontare l’arte di Jeff Koons e le sue varie influenze artistiche partendo dal coinvolgimento dell’arte del Rinascimento italiano per poi andare verso la cultura Pop del Novecento passando per il Surrealismo, il Dadaismo, Marcel Duchamp e Andy Warhol. Tale video-evento rimarrà salvato sui canali social e sarà possibile consultarlo.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main partner: Intesa Sanpaolo.
«Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte».
«L’individuo all’interno di questa società vivrà in uno stato di entropia, di riposo, e abiterà un ambiente decorato con arte oggettuale al di là di qualsiasi dialogo critico.»- Jeff Koons