E’ da poco che si sono concluse le elezioni negli USA, e mentre Joe Biden si insedia alla Casa Bianca, Kamala Harris consolida il suo posto nella storia , come la prima donna e la prima donna di colore ad essere nominata vicepresidente degli Stati Uniti.
Kamala Harris ha avuto il grande onore di irrompere in un ambiente notoriamente maschilista e conservatore, divenendo così la prima donna, prima donna di origini asiatiche e prima donna di colore ad essere vicepresidente. Così 60 anni fa, Ruby Bridges è stata la prima bambina afroamericana a sedere tra i banchi di una scuola per bianchi, la scuola elementare William Frantz in Louisiana.
Kamala Harris e Ruby Bridges unite come simbolo contro il razzismo
La nomina di Harris come vicepresidente, che arriva dopo un anno pieno di proteste contro l’ingiustizia razziale e la brutalità della polizia, segna un passo politico monumentale per le persone di colore. Le proteste diffuse e le dimensioni del movimento Black Lives Matter risalgono all’era dei diritti civili, quando il dipinto di Rockwell ha catturato l’integrazione di un sistema scolastico precedentemente segregato.
Tra i tanti post dedicati alla nuova neo vicepresidentessa americana, troviamo un’illustrazione di Bria Goeller, un’artista, illustratrice ed educatrice americana.
Due generazioni di donne pioniere si uniscono in un’immagine che è diventata virale durante il fine settimana. L’opera mostra il vicepresidente eletto Kamala Harris vestito con abito scuro e tacchi alti, con in mano una borsa nera, che cammina intenzionalmente davanti a un muro.
Ma osservando meglio, notiamo che l’ombra che Harris sta proiettando sul muro non è la sua, ma quella di Ruby Bridges, che aveva solo 6 anni nel 1960 quando ha frequentato la scuola elementare William Frantz, precedentemente solo per bianchi.
Harris non è arrivata da sola alla Casa Bianca. Il suo percorso fino al 1600 di Pennsylvania Avenue è stato tracciato nel corso di decenni da coloro, come Bridges, che hanno combattuto per i diritti civili. E l’artista di San Francisco Bria Goeller dice di essere “sbalordita dalla sensazione (l’immagine) è diventata”. Il post dell’artista sta facendo il giro del web, ed è stato pubblicato sul suo profilo Instagram.
Due donne di successo, Kamala e Ruby, che hanno saputo lottare, non solo per i loro diritti, ma per i diritti delle donne e delle ragazze della nuova generazione.
La vittoria di Kamala Harris rappresenta anche la rivincita di tutti gli uomini, donne e bambini neri, che sono stati aggrediti, picchiati, mutilati e linciati nella lotta per i diritti e per il diritto al voto. La sua ascesa è il ripudio del razzismo, in particolare di genere, uno schiaffo alla misoginia che ha relegato le donne in un angolo della storia.
The Problem We All Live With di Norman Rockwell
Per onorare la vittoria di Kamala, come detto, è stata rivisitata un’opera di Norman Rockwell. L’artista, nel 1964, ha dipinto The Problem We All Live With, immortalando Ruby Bridges nella storia e rendendola icona dei diritti delle donne e degli uomini di colore.
Nel quadro possiamo notare diversi elementi: Ruby, bambina di 6 anni che va in una scuola per bianchi; la scorta, quattro marescialli; la scritta Nigger, sul muro; le lettere KKK, acronimo del Ku Klux Klan; e un pomodoro schiacciato contro il muro, simbolo del disprezzo e del disappunto dei bianchi. I manifestanti bianchi non sono visibili, perché è lo spettatore bianco che guarda.
Ruby Bridges è rimasta quella bambina dipinta, perché non si è mai fermata. Oggi è una donna che continua a combattere per i diritti delle donne e degli uomini, che, purtroppo, continuano a subire delle discriminazioni.
La stessa Ruby Bridges, ora 66enne e attivista e autrice, ha condiviso l’immagine di Goeller sul proprio account Instagram e ha elogiato il lavoro e la collaborazione tra Goeller e Good Trubble.
Due donne distanti, ma vicine, unite dalla lotta contro i pregiudizi e in favore dei diritti di ogni comunità esistente in America. Per noi, non può che essere un esempio, prendere spunto da queste donne e cercare di cambiare, se non il mondo, la nostra visione del Mondo.