Chiunque, appassionato o meno di moda, conosce o ha sentito parlare di Kenzo. Un vero e proprio artista della moda, che ha saputo incrociare diversi stili, così da rendere unico ed inimitabile il suo marchio. Purtroppo, il Covid-19 non ha dato nessuna possibilità allo stilista nipponico di sopravvivere. Kenzo Takada ci ha lasciato domenica 4 ottobre, presso l’American Hospital di Neuilly-sur-Seine, all’età di 81 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della moda.
Kenzo. Lo stilista pioniere
Nel 1960 inizia a lavorare per i grandi magazzini Sanai: disegna abiti per ragazze, e arriva a produrre sino a 40 look al mese. Nel 1964, su suggerimento dei suoi professori, si trasferisce a Parigi, che diventa presto la sua città. Inizia come free lance, disegnando per altre case di moda, fino a quando nel 1970 apre la sua prima boutique, ribattezzata Jungle Jap, in un’antica bottega all’interno della Gallerie Vivienne, non lontana dal Pais Royal.
La sua Jungle Jap trova ispirazioni nel pittore Henri Rousseau e in particolare nell’opera The Dream. In questo modo combina l’estetica della giungla con le caratteristiche culturali della sua terra natale. Il nome del negozio non passò inosservato: nel 1971, la Japanese American Citizens League emise una convocazione a Takada durante la sua prima visita negli Stati Uniti, sfidandolo a rimuovere la parola Jap dal nome della sua attività. Tuttavia, la Corte suprema dello Stato ha confermato la possibilità di utilizzare il termine come parte di un marchio l’anno successivo.
Il suo stile unico e rivoluzionario, ha trovato ispirazione nel lavoro dello stilista francese Yves Saint-Laurent. In poco tempo i suoi abiti oversize e le silhouette inusuali, unite all’unicità del suo negozio, colgono l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori.
Kenzo non è solo sinonimo di alta moda femminile, ma inizia nel 1983 a disegnare abiti per uomo e per bambino. E’ stato un vero e proprio pioniere della moda multiculturale, artefice di capi di abbigliamento dove le forme e i disegni che si richiamano al folklore giapponese si fondono armoniosamente con lo stile europeo, grazie anche al ricorso ai colori vivaci e a una grandiosa teatralità.
Nell’agosto 1984, The Limited Stores annunciò di aver ingaggiato Kenzo Takada per disegnare una linea di abbigliamento meno costosa chiamata Album by Kenzo. E nel 1986 è stata lanciata una linea per bambini chiamata Kenzo Jungle. I suoi vestiti fanno presa per la capacità di unire gli sgargianti colori dei tradizionali kimono giapponesi con il rigore sartoriale europeo.
Il ritiro di Takada e la cessione del marchio
Un uomo audace che non ha saputo resistere alla triste perdita del compagno e socio d’affari Xavier. Così, nel 1993, il produttore di prodotti di lusso LVMH ha acquisito Kenzo da SEBP e Financière Truffaut per circa $ 80 milioni. Kenzo resta altri 6 anni alla guida del marchio, per poi ritirarsi nel 1999. Dal 1999 al 2003, Gilles Rosier e Roy Krejberg hanno disegnato rispettivamente le linee donna e uomo.
Gli sono succeduti alla guida creativa della maison Antonio Marras (2003-2011), Humberto Leon e Carol Lim (2011-2019) e, da quest’anno, il portoghese Felipe Oliveira Baptista.
Nel 2006 Marras rivoluziona il concept delle casa di moda e nel 2008, dopo aver curato la linea casa del marchio, è stato promosso direttore artistico Kenzo, lasciando l’incarico nel 2011. Nel 2002 Kenzo è riapparso sulle scene come decoratore di interni, lanciando una linea di complementi d’arredo e mobili.
Era un uomo che, alla veneranda età di 80 anni, aveva ancora l’energia di un ragazzino e l’immaginazione di un bambino. Purtroppo, il genio nipponico di Kenzo ci è stato portato via troppo presto. Chissà quanti progetti gli stavano girando per la testa e quanti disegni e schizzi aveva ideato.
Possiamo ricordarlo con questa sua frase, che rappresenta la sua meraviglia nel vedere i suoi schizzi diventare abiti reali:
The greatest feeling — seeing someone in the street wearing something that started out as your sketch (La sensazione più grande: vedere qualcuno per strada indossare qualcosa che è iniziato come un tuo schizzo).