Il settore delle arti e della cultura a New York si trova in un momento critico, con un forte richiamo per un cambiamento strutturale che possa affrontare la crisi di investimenti e sostegno a lungo termine. La pandemia ha rivelato fragilità profonde, mostrando come le disuguaglianze nella società abbiano avuto un impatto devastante su artisti e lavoratori culturali. Di fronte a queste sfide, Gonzalo Casals e Mauricio Delfin, cofondatori del Culture & Arts Policy Institute, sottolineano che la sopravvivenza delle istituzioni culturali passa per una riforma del modello di governance culturale basata su trasparenza, partecipazione e un sostegno equo e sostenibile.
Una crisi di investimenti e il peso delle disuguaglianze
Dagli anni ’90 a oggi, il settore culturale ha subito un lento disinvestimento, passando attraverso momenti di crisi economica come l’11 settembre e la Grande Recessione del 2008. La pandemia ha agito come una lente d’ingrandimento, evidenziando disuguaglianze e difficoltà crescenti, ma senza portare a una vera riforma. I fondi pubblici e il sostegno privato sono stati distribuiti in modo diseguale, con le organizzazioni più piccole, specialmente quelle che servono comunità BIPOC, colpite in modo sproporzionato.
New York: La necessità di un nuovo modello di governance culturale
Per superare questa crisi, Casals e Delfin suggeriscono di abbandonare un approccio individualistico e frammentato, puntando invece su un sistema integrato e partecipativo. Un modello di governance culturale efficace deve essere basato su politiche culturali inclusive, una distribuzione equa delle risorse e il coinvolgimento attivo dei vari attori. Questo modello dovrebbe riconoscere la cultura come un bene comune, che arricchisce la società e sostiene il benessere della comunità. Non basta celebrare il valore dell’arte, ma occorre affrontare i fattori che rendono il settore vulnerabile e sottofinanziato.
Verso una cultura sostenibile e resiliente
Riconoscere le fragilità della cultura a New York significa anche cogliere l’opportunità di trasformare il settore in un sistema robusto e sostenibile. La pandemia ci ha mostrato l’importanza della solidarietà e del supporto reciproco, valori che possono guidare un cambiamento duraturo. Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti, attraverso un coinvolgimento civico e una vera trasparenza. È solo con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti che potremo costruire un futuro equo e florido per la cultura e l’arte, per una New York che possa essere davvero considerata una capitale mondiale della cultura.
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