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La Beata del Bernini torna a risplendere dopo il restauro

Angela Giordano 5 anni fa 1 Commento 4
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La città di Roma gioisce dell’ultimazione del restauro della cappella della  Beata Ludovica Albertoni del Bernini, nella chiesa di San Francesco a Ripa, all’interno della quale è collocata la statua della mistica francescana. La scultura e la cappella, sono state sottoposte a sei mesi di lavori, con un dispiego economico di 39 mila euro investiti, per questo importante restauro, dalla Soprintendenza Speciale di Roma.

Bernini aveva 76 anni quando completò l’opera, fu il suo ultimo capolavoro. La statua, plasmata da un unico pezzo di marmo, evidenzia la tecnica classica dello scultore, ovvero una grande attenzione alla lucidatura delle parti in evidenza, tralasciando quelle nascoste. Nonostante l’opera sia collocata in una piccola cappella, l’impatto scenico ne esalta al massimo la bellezza ed il simbolismo, lo scultore infatti, l’ha inserita sotto  due finestre e la luce naturale del sole che filtra, sottolinea la misticità del momento rappresentato. La Beata infatti è ritratta durante l’ascesi e nonostante la forma sia molto contenuta rispetto alle pregresse sculture raffiguranti le ascesi, raggiunge ugualmente il suo scopo religioso, ovvero comunicare ai fedeli il potere mistico della donna. La scenografia della cappella che accoglie il pezzo,  è arricchita da una sontuosa decorazione dorata, da cui si levano 10 putti bianchi e sullo sfondo troviamo una pala che Bernini stesso, commissionò al pittore  Giovan Battista Gaulli, meglio noto come il Baciccio.

La teatralità nelle opere del Bernini, del resto è nota, egli infatti non fu solo sculture e architetto, ma anche scenografo e rappresentò appieno  lo stile barocco nel teatro , dal quale trasse ispirazione diverse volte per le sue opere, esaltando non solo la posa della scultura, ma anche la collocazione spaziale di essa: il suo impatto scenico per l’appunto.

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In proposito, tra i cittadini di Roma si tramanda una leggenda sulla Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, la fontana comprende la scultura di un uomo che rappresenta il fiume Rio de la Plata,  che ha la mano alzata (in segno di difesa) verso la dirimpettaia  chiesa di Sant’Agnese in Agone e si narra, che siccome la realizzazione della chiesa fosse stata affidata al  rivale Francesco Borromini, Bernini inserì quella posa in segno di scherno verso di lui, volendo comunicare a tutta a Roma ed in particolare al papa InnocenzoX mecenate della fontana, che la facciata sarebbe potuta cadere, visto l’autore del  progetto.

Per l’estasi di Santa Ludovica, è quasi certo che Bernini non abbia chiesto alcun compenso, sono stati trovati tutti i documenti inerenti la commissione da parte della famiglia Altieri e non vi è traccia in essi di alcun pagamento in favore dell’artista, probabilmente perché egli aveva necessità di ingraziarsi  papa ClementeX. Lo scultore infatti, che era già famoso in tutta Europa per le sue opere di vario genere, negli ultimi anni stava cadendo nell’ombra e non solo lavorò a titolo gratuito, ma sembra che i tempi di esecuzione furono molto brevi, soprattutto considerando che lo scultore, come abbiamo già detto, aveva ormai 76 anni. Probabilmente il suo piano funzionò, poiché ClementeX gli fece realizzare anche i 10 Angeli con i simboli delle Passioni collocati in  Castel Sant’Angelo.

 

 

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1 Commento 1 Commento
  • Avatar di antonio Antonio ha detto:
    6 Febbraio 2020 alle 16:18

    Informazioni preziosissime per chi visita Roma

    Rispondi

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