Sguardo da furbetta e sorriso birichino, scioltezza nella posa, senza inibizione, sguardo rivolto non verso l’osservatore ma verso il pittore, la Fornarina, uno dei dipinti celebri di Raffaello, un olio su tavola, il dipinto in assoluto che l’artista ha voluto tenere con sé nella sua stanza senza mai renderlo noto e che rappresenta la sua amata, è tornata nella sua sede principale, Palazzo Barberini, dove è custodita sin dal 1642, sede della Galleria Nazionale di Arte Antica a Roma, dopo aver preso parte ad un allestimento espositivo della mostra temporanea alle Scuderie del Quirinale a tema Raffaello 1520-1483.
E’ stata lontana per ben cinque mesi, ma prima di partecipare alla mostra la Fornarina è stata oggetto di studio scientifico con luminescenza a raggi x per scoprirne i misteri celati.
La storia d’amore di Raffaello e la Fornarina
Lei Margherita Luti, figlia di un fornaio, per questo chiamata “la Fornarina”, lui personaggio noto, l’artista Raffaello. La loro storia d’amore ha da sempre emozionato i visitatori, i fruitori dell’arte ed è sempre stata associata ad una rivisitazione di Romeo e Giuletta.
Per Raffaello, la Fornarina non era solo la sua amata, ma anche la sua musa ispiratrice, il suo volto si riconosce anche in altri dipinti dell’artista, come ad esempio “La Velata”, altra opera nota di Raffaello.
La storia è molto dolce e allo stesso tempo triste, perché pare che Raffaello non abbia mai realizzato il sogno di sposare la Fornarina perché morto giovane, stroncato da una polmonite inaspettata, e subito dopo la Fornarina decise di conservare il suo amore per Raffaello passando il resto della sua vita in un convento. Ecco perchè si parla di una storia simile a Romeo e Giulietta, due amanti che presi dal loro amore passionale, sono costretti a non divulgarla al mondo e la loro vita breve ne chiude il quadro, la Fornarina non potè vivere senza il suo amato.
” una sua donna la quale Raffaello amò sino alla morte” – Vasari
Raffaello vide per la prima volta Margherita Luti, “la Fornarina”, affacciata alla finestra in via Dorotea 20, a Trastevere e da subito ne rimase colpito. La passione e l’amore travolgente dei giovani, faceva scalpore, dato che l’artista urbinate era promesso sposo della nipote del Cardinal Bibbiena, nozze non volute dall’artista ma programmate, tanto che Raffaello rimandava sempre, perchè legato sentimentalmente e forse già sposato segretamente con la Fornarina. Raffaello non sposò mai Maria Bibbiena perchè la donna morì poco prima stroncata da malesseri fisici. Questo suo mantener segreto l’amore della sua vita, ha fatto sì che mantenesse rapporti amichevoli con il Cardinale e non sconvolgesse l’opinione pubblica del suo amore per una popolana.
Ma “Ghita”, la “Fornarina” non è mai stata distante dall’artista. Nonostante la sua popolarità, Raffaello la volle a tutti i costi accanto a sè, facendola entrare nelle corti e in ville nobili dove solo i borghesi potevano accedervi, con sè mentre lavorava ai suoi dipinti minacciando, in caso contrario, di lasciare la sua arte e di non completare le opere. Da questo forse è nato il suo dipinto “il Trionfo di Galatea” , di Villa Farnesina, ammirando la sua amata popolana farsi spazio tra i borghesi.
Se a te servir per me sdegnasse Amore
per l’affetto dimostrato da me in parte
tu sai perché, senza vergarlo in carte,
io non mostro il contrario che ho nel cuore.
Se esso dovesse giungere al marzial furore
io grido e dico che tu sei il mio signore
su, dal centro al ciel, più che Giove e Marte
e che schermo non val né ingegno o arte
a schivar le tue forze e il tuo furore
Le parole d’amore scritte nelle sue poesie testimoniano ancora di più l’unione dei due amanti, nonostante le tante interpretazioni che vogliono discostare l’attenzione dalla storia. La sua amata è stata anche la sua musa ispiratrice, il suo volto ha preso le sembianze di sante e Madonne e dee. La storia d’amore, però diventa subito una tragedia accostabile a tutte le tragedie d’amore in particolar modo a quella di Romeo e Giulietta.
Amore ostacolato, amore segreto e amore spezzato.
L’ipotesi che il pittore urbinate in realtà non abbia mai sposato la Fornarina, non è del tutto certa, perché il gioiello con cui la Fornarina viene rappresentata sempre nei dipinti di Raffaello in realtà dice altro. Il gioiello è nuziale e non si sa con certezza se ci siano state delle nozze segrete o se Raffaello abbia donato il gioiello alla sua amata per suggellare un patto segreto d’amore.
Nonostante questo, Raffaello tenne sempre per sè il dipinto della sua amata ” la Fornarina”, ma il loro amore finì tragicamente con la morte prematura dell’artista, avvenuta a soli 37 anni, dopo una polmonite. La tomba dell’artista fu seppellita nel Pantheon, tempo degli dei, accanto a quella che sarebbe dovuta essere la sua moglie ufficiale, Maria Bibbiena, perchè così doveva andare e tutto il resto doveva essere cancellato.
Pare che la Fornarina fosse presente tra la folla durante il funerale e si buttò stremata e piangente sulla tomba del suo amato, ma la folla la allontanò, lei rimasta sulle scale del Pantheon fu presa dall’amico e allievo di Raffaello, Giulio Romano, che la assistì e la accompagnò al convento a Trastevere, dove la Fornarina aveva deciso di passare la sua vita breve, si narra che sia scomparsa poco dopo.
Il documento ritrovato nel convento attesta il suo ritiro al monastero, come anche l’ipotesi del matrimonio segreto:
«al dì 18 agosto 1520, oggi è stata ricevuta nel nostro conservatorio Madama Margherita vedoa figliuola del quodam Francesco Luti di Siena.»
Ed intanto, Giulio Romano, si accinse a far scomparire una misteriosa testimonianza dell’amore che legava i due amanti dal dipinto dell’artista “La Fornarina”.
Le prime apparizioni de “La Fornarina”
“una donna nuda ritratta dal vivo, mezza figura di Raffaele”
Cosi viene descritto il dipinto per la prima volta nel 1595, nella collezione di Caterina Nobili Sforza di Santa Fiora, in una lettera indirizzata al cardinale Rodolfo II, prima di allora la Fornarina non faceva parte di nessuna collezione, ma solo della ammirazione di Raffaello che quasi gelosamente ha tenuto nascosto il dipinto della donna amata nella sua stanza sino alla sua morte avvenuta nel 1520.
Alla morte della contessa, la Fornarina passa nella collezione del nipote Giovanni Boncompagni, duca di Sora, dove fu notata da Fabio Chigi che guardandola attentamente l’ha definita “non admodum speciosa”. Fino a quando, nel 1642, il dipinto fu acquistato dalla famiglia dei Barberini e fu citato nella loro catalogazione. Successivamente passò nella Galleria Borghese per poi ritornare a Palazzo Barberini
Analisi dell’opera
https://youtu.be/GzHsvQCEZF4
«il nome di fortuna con cui il quadro è stato battezzato non è attestato prima del diciottesimo secolo e deriva dalla didascalia aggiunta in calce a un’incisione degli anni settanta del Settecento»
Dall’incarnato delicato e dalla posa leggiadra la Fornarina appare rappresentata come la Venere, dea dell’amore. Guardando con occhi attenti e docili il suo pittore, con la mano destra posizionata appena sotto i suoi seni, mantiene un velo sottile che per la trasparenza lascia intravedere le sue forme e la mano sinistra è poggiata su una veste di seta rossa, posta sulle sue gambe, il collo è libero così come il resto del suo corpo, non appaiono gioielli, ad eccezione di oggetti preziosi sia per il materiale che per il loro si
Il primo gioiello che risalta agli occhi è sicuramente il bracciale posto sul braccio sinistro della Fornarina, rappresentato con un colore bluastro, in netta contrapposizione con il rosato dell’ incarnato, con la scritta in oro “Raphael Vrbinas”, oggetto molto importante e misterioso, forse è solo stato rappresentato dall’artista come firma dell’opera, forse simboleggia non solo la sua proprietà ma anche l’appartenenza, il suo legame alla Fornarina, forse, addirittura, si ipotizza fosse stato dipinto successivamente la morte di Raffaello.
Questo oggetto lo notiamo spesso rappresentato in altre opere di Raffaello come la Velata o nel Ritratto di Maddalena Doni, (infatti si dice che la Fornarina essendo stata musa di Raffaello, lo ispirò nella realizzazione di molti dipinti).
Perchè la Fornarina indossava un gioiello simbolo di matrimonio?
Più che di nozze segrete si ipotizza che, il gioiello posto sul suo capo, possa essere simbolo di un sigillo d’amore, una promessa, un patto segreto d’amore tra i due amanti, ma non possiamo dire con certezza se c’è stato o meno un matrimonio segreto, proprio perché, appunto, non ci sono testimonianze, di certo Raffaello ritraeva la sua amata con il suo sigillo, con la sua firma d’amore.
Ma c’è un terzo gioiello nel dipinto che è stato nascosto da ridipinture, qual è?
I misteri della Fornarina di Raffaello
Così come per la Gioconda, anche intorno alla Fornarina ruotano alcuni misteri, ma questa volta non si tratta del semi-sorriso della donna, si tratta più della rappresentazione artistica del pittore urbinate. Prima di partire per le Sale del Quirinale
Molto discussa è anche l’identità reale de “la Fornarina”, viene identificata come Margherita Luti, figlia del fornaio, ma si sospetta, anche, che fosse in realtà una cortigiana, (abili a quel tempo nel posare come modelle per le opere degli artisti), della quale Raffaello se ne innamorò, o semplicemente è una raffigurazione umana di Raffaello della Venere, dea dell’amore.
Acidini Luchinat parla di una “gentile leggenda”, affermando che “L’immagine si collega in realtà a una serie di bellezze muliebri ideali, raffigurate da Raffaello nell’arco della sua attività artistica”, questo perchè la fisiognomica ha mostrato come Raffaello abbia ritratto la stessa donna in diversi dipinti a distanza di anni.
Si ritiene anche che i due quadri La Velata e La Fornarina non possano essere state dipinte per mano dello stesso artista, probabilmente perchè è stato ripreso a più mani, cioè anche dagli allievi di Raffaello in particolar modo si pensa a Giulio Romano, altro artista celebre, e che non si debba pensare al ” chi è stata rappresentata” ma al “perchè”. Un’ipotesi accennata già in precedenza, parla della raffigurazione della Venere celeste e non quella terrena, anche perchè studi storici hanno portato alla luce testimonianze che affermano che il nome Fornarina veniva già usato in passato per descrivere la procreazione femminile.
Questo spiegherebbe la connessione tra i due dipinti la Fornarina e la Velata, la prima rappresentata, forse, come Venere Celeste, la seconda ,invece, come Venere terrestre e madre.
«”Ci sono delle somiglianze – mento piccolo, occhi castani e naso piuttosto lungo – ma gli occhi appaiono più grandi e le orecchie hanno una forma diversa. Se questa è la stessa donna, la nudità e il braccialetto la riportano direttamente a Venere, incarnazione dell’amore, e a Raffaello, ma le due opere sono così diverse che ci sembra impossibile vedervi la mano dello stesso artista, anche se in tempi diversi”»
– Ton Henri e Paul Jaonnides
Ma si racconta anche che nel ritratto in origine la Fornarina avesse un anello all’anulare sinistro che successivamente sarebbe stato cancellato. Forse dall’artista? O da un ipotetico intervento di Giulio Romano?
L’anello è stato poi riscoperto in seguito al restauro come conferma il documento del Ministero per i beni e le attività culturali:
“Il restauro del dipinto –che ha peraltro confermato l’autografia raffaellesca –ha pure messo in luce la presenza di un anello, che la donna porta all’anulare sinistro e che, però, l’artista decise in ultimo, per qualche motivo, di ricoprire.”
Questo avvalora ancora di più l’ipotesi di un presunto matrimonio segreto tra i due, oltre il sigillo d’amor
Come conferma, anche, la rappresentazione sullo sfondo del “mirtus coniugalis”.
Di certo che si tratti di una cortigiana o della figlia del Fornaio o della rappresentazione metaforica della Venere, è bello lasciarsi cullare emotivamente dalla storia d’amore, quasi certa, de “la Fornarina e Raffaello”, così legati dall’amore sino alla morte, tanto che dopo la scomparsa giovanile dell’artista urbinate, la Fornarina addolorata per la scomparsa dell’amato decise di andare in un convento di Santa Margherita a Trastevere consegnando l’anello alle sorelle.
Nel frattempo, forse, l’allievo di Raffaello, Giulio Romano copriva l’anello al dito nel dipinto, per celare una storia, un patto d’amore, un matrimonio segreto che non doveva essere divulgato. Ma l’amore vince sempre.