Piana Campana. Una terra senza confini. Il MANN dedica un nuovo allestimento di ottocento reperti, in gran parte inediti e provenienti dai depositi, che raccontano una terra senza confini. Il territorio della Piana Campana si estende dalla città di Napoli sino ai confini settentrionali con il Lazio ritrovò nella contaminazione culturale un tratto distintivo della sua storia.
Dal Neolitico all’Età del Bronzo, da Cuma a Pozzuoli, da Capua a Napoli: la Campania è davvero una terra senza confini, e la nostra missione è fare conoscere al mondo la storia millenaria di questa regione che fu chiave del Mediterraneo, anche prima dell’Impero Romano: lo facciamo presentando al pubblico un nuovo ricco allestimento con centinaia di pezzi inediti, mai esposti in maniera organica, e legando così per la prima volta il nome Campania a un grande progetto di valorizzazione della sua archeologia.
MANN – La Piana Campana. Una terra senza confini.
L’allestimento La Piana Campana. Una terra senza confini nasce come continuazione della mostra Gli Etruschi e il MANN, per non disperdere il lavoro di ricerca che aveva riguardato la rassegna. Dell’esposizione sugli Etruschi l’allestimento conserva manufatti di pregio come il corredo funerario della Tomba Artiaco 104 di Cuma (VIII sec. a.C.) contenente armi, vasellame e pregiate decorazioni personali. E ancora, i tesori dalla necropoli di Carinaro (XI-X sec. a.C.), con reperti figurativi legati alla sepoltura di un bambino.
Il filo conduttore con la mostra degli Etruschi è il laboratorio di ricerca permanente sulla Campania antica: il MANN è al centro di un cammino intrapreso con altre istituzioni, tra cui la Direzione Regionale Musei della Campania, la Regione Campania, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio- SABAP del Comune di Napoli, la SABAP per l’area Metropolitana di Napoli, la SABAP di Caserta e Benevento, con cui sono stati sottoscritti due protocolli d’intesa, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei.
La mostra sarà visitabile dal 16 luglio e si dirama in due sale: la prima dedicata al territorio, la seconda si basa sulle collezioni del MANN. Lo sviluppo topografico e cronologico pone l’accento sugli episodi più significativi di alcune aree in particolare. Gricignano e Carinaro (età del Bronzo): sono presentati i reperti provenienti dagli scavi US Navy e Treno Alta Velocità a Gricignano di Aversa e Carinaro, nella provincia di Caserta.
L’area – sebbene sia stata colpita da molteplici disastri naturali – è stata sempre popolata e fertile, perché le eruzioni innestavano un nuovo meccanismo di rifioritura della zona. Tra i manufatti espositi in mostra figurano pugnali di bronzo (2300 a.C.), presenti molto di rado nei corredi funerari perché legati allo status sociale del defunto. E, ancora, l’imponente vaso decorato a stampo e risalente al Bronzo Medio (XIV/XIII sec. a.C.).
Valle del Clanis (fine VIII secolo a.C.) con i poli di Cuma e Gricignano (i due estremi della pianura bagnata dal fiume Clanis). In questa parte dell’allestimento sono stati collegati il corredo della Tomba Artiaco 104 di Cuma e gli ornamenti dalla necropoli di Gricignano di Aversa (VIII/VII sec. a.C). Sarà possibile ammirare una selezione di corredi funerari delle diverse classi di età e del diverso ruolo sociale dei defunti seppelliti in enchytrismòs (inumazione in vaso). Di notevole interesse è il recupero di una lancia in ferro, frutto di un paziente lavoro del laboratorio di restauro del MANN.
Giungendo al VI-V secolo a.C. troviamo i reperti dal santuario caleno extraurbano di Monte Grande, dove tra gli oggetti mai esposti al pubblico è possibile trovare un ex-voto in bronzo e alcune terrecotte. Tali manufatti provengono dagli scavi di Calvi Risorta e rientrano nel quadro della collaborazione strutturata con la SABAP di Caserta e Benevento.
Il secondo ambiente dell’allestimento La Piana Campana. Una terra senza confini comprende le terrecotte architettoniche dal santuario di fondo Patturelli ed un simulacro di Mater Matuta; Suessula – l’odierna Acerra, rappresentata dalla collezione Spinelli. Con questi reperti, risalenti al IX-III sec. a.C., è esposta una parte dei manufatti etrusco-italici della Collezione Borgia, ponte con la cultura delle popolazioni coeve dell’Italia centrale.
Per il MANN è una nuova grande sfida, con un doppio obiettivo. Creare un centro per l’archeologia della Campania settentrionale, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, le Soprintendenze e tutti gli enti di tutela territoriali. E parallelamente lavorare insieme alla Regione Campania e ai maggiori musei europei alla costruzione di una grande mostra internazionale itinerante che possa raccontarci, partendo da un patrimonio identitario straordinario – commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.