L’autunno porta con i suoi venti molte novità e notizie. Fra le tante notizie, importante è quella relativa al restauro della Sala del Colosso alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Un restyling che vedrà la sala chiusa al pubblico dal 5 ottobre.
Le opere di restauro e ristrutturazione si inseriscono in un progetto che include importanti lavori, iniziati già nel mese di luglio, di rinnovo impiantistico col fine di migliorare la funzionalità del museo. I grandi cantieri della Galleria dell’Accademia di Firenze saranno concentrati alla Sala del Colosso, con un intervento sulle capriate settecentesche, alla Gipsoteca Bartolini, e verranno effettuati operazioni di manutenzione straordinaria degli impianti della Tribuna del David e della Galleria dei Prigioni.
Per questi cantieri si è scelto di dare priorità alle questioni che riguardano la tutela e la conservazione oltre alla salute e alla sicurezza delle persone e dei beni esposti, così i maggiori sforzi si sono concentrati sul fronte impiantistico e strutturale, con particolare attenzione al sistema di climatizzazione, il cui mal funzionamento è lamentato da tempo.
Il restauro della Sala del Colosso
Dichiara Cecilie Hollberg, Direttrice della Galleria dell’Accademia:
Sono molto contenta di poter annunciare finalmente l’apertura di questo nuovo cantiere che fa parte degli impegni che ho assunto da quando ho accettato il ruolo di direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze. Sono lavori di grande importanza, che consentiranno di risanare i gravi problemi di ordine strutturale delle capriate settecentesche della Sala del Colosso, e non solo. Gli interventi riguarderanno anche l’illuminazione e l’allestimento al fine di valorizzare al massimo gli splendidi dipinti, poco visibili, conservati in questo ambiente che introduce al percorso espositivo del museo.
In una prima fase si provvederà al disallestimento dei dipinti esposti, con una conseguente rivalutazione e documentazione del loro stato di conservazione. Per eseguire i lavori, la maggior parte delle opere presenti in sala, tra cui dipinti di Paolo Uccello, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi e Pietro Perugino, saranno spostate e sottoposte ad un’analisi del loro stato di conservazione. Questa fase sarà, dunque, anche l’occasione per attuare degli interventi mirati di manutenzione e, dove necessario, restauri, che verranno realizzati da restauratori professionisti nell’ambito di un piano specifico gestito e coordinato dal direttore e dai funzionari competenti del museo stesso, tra cui Eleonora Pucci, responsabile dell’ufficio restauro.
Queste opere verranno successivamente trasferite negli ambienti adiacenti, normalmente dedicati alle esposizioni temporanee, per permettere, con un nuovo allestimento, di essere ammirate comunque dal pubblico con visite particolari e modalità che saranno rese note successivamente.
Il Ratto delle Sabine, la grande pala dell’Assunzione di Pietro Perugino, datata 1500, e la pala dell’Immacolata Concezione di Antonio Sogliani, di difficile movimentazione per dimensioni e fragilità, saranno protette accuratamente con strutture progettate e realizzate ad hoc.
Inizieranno quindi le operazioni legate al cantiere di restauro e al consolidamento delle capriate lignee, sotto la supervisione dell’architetto Claudia Gerola, che si protrarranno fino a luglio 2021. Gli aggiornamenti sulle fasi del cantiere saranno documentate e comunicate di volta in volta, rendendo partecipe il pubblico con un monitor che illustrerà la storia e il contenuto di questa sezione della collezione del museo.
La Sala del Colosso
La Sala del Colosso, un ampio ambiente rettangolare, dal carattere austero e maestoso. Il nome originariamente si riferiva alla presenza di una replica in gesso di dimensioni colossali di uno dei Dioscuri di Montecavallo, la coppia di eroi che decorano la fontana di Piazza del Quirinale a Roma, e che qui si trovava nell’Ottocento, conservata oggi presso la Gipsoteca dell’Istituto d’arte di Porta Romana.
Intorno a questo straordinario gruppo scultoreo, lungo le pareti del salone, si concentrano una serie di dipinti fiorentini del Quattrocento e del primo Cinquecento. Tra le opere più significative ricordiamo, tra gli altri, il cosiddetto Cassone Adimari di Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, fratello del ben più celebre Masaccio, specialista nella decorazione di arredi domestici e di deschi da parto.
La Tebaide, di Paolo Uccello, in cui con la sensibilità di un miniatore esperto in prospettiva, l’artista racconta scene di vita eremitica di alcuni monaci dediti all’ascesi spirituale. Sandro Botticelli, in questa sala, è presente con la sua Pala del Trebbio, dal nome del Castello mediceo dal quale proviene.
In questo contesto sono raccolti anche mirabili esempi degli esponenti delle più importanti botteghe fiorentine del Rinascimento come, per citarne alcuni, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo di Credi, Jacopo del Sellaio, Filippino Lippi, Mariotto Albertinelli, Pietro Perugino.
Caro Icrewer, seguici per restare sempre aggiornato sullo stato dei lavori che verranno eseguiti presso le sale della Galleria dell’Accademia. In questo modo non perderai l’occasione di tuffarti nell’arte fiorentina, appena terminati i lavori di restauro e di ristrutturazione dei locali.