La sfinge era appollaiata su una roccia che dominava l’ingresso per la città di Tebe e a tutti i passanti proponeva un enigma:
Quale è l’animale che di mattina cammina con quattro zampe, a mezzogiorno con due, e la sera con tre?
Per un lungo periodo nessuno riuscì a rispondere correttamente, questo comportò che l’animale divorò moltissimi uomini, infatti l’unico modo per salvarsi sarebbe stato risolvere l’enigma. Un giorno, a Tebe arrivò Edipo, anch’egli ascoltò il quesito e rispose:
E’ l’uomo, che da bambino cammina carponi; divenuto maturo cammina ritto su due piedi, e da vecchio per camminare deve servirsi di un bastone come sostegno.
Edipo aveva svelato il mistero e la sfinge si suicidò lasciandosi cadere da una rupe.
Sono in pochi a non conoscere il mito della sfinge, maforse non tutti sannon che questo “personaggio” ricorre in diverse culture, anche se reintrpretato con le ali, cone nella cultura greca, ha sempre il corpo di un felino, un gatto o più spesso un leone ed ha la testa uman, più spesso di una donna.
La sfinge più famosa è quella di Giza
Indubbiamente la più famosa opera che ritrae la sfinge è quella che si trova a Giza, vicino le piramidi.
La sfinge egizia, situata nella Necropoli di Giza, è un esempio di androsfinge, poiché anziché avere la testa di donna, ha la testa di uomo, presumibilmente un ritratto del faraone Chefren. Si tratta di una vera e propria scultura monolitica, composta da roccia calcarea. La piramide di Chefren le sta alle spalle e la collocazione spaziale, assieme alla datazione collocata attorno al 2500 a.C., lascia supporre che egli sia “il volto della sfinge”.
Nonostante la pietra della testa sia più dura rispetto al resto del corpo, l’opera ha subito nel tempo gravi danneggiamenti, come la famosa perdita del naso, che tuttavia non è stato staccato durante l’epoca napoleonica, come spesso si suole udire, ma attorno al 1300 dai mamelucchi, poiché i contadini del posto continuavano a portare doni innanzi al gigante di pietra, parliamo di 73 metri di lunghezza, 20 di altezza e 19 metri di larghezza, 4 metri misura da sola sola la testa.
La sfinge di Giza racchiude in se un mistero, che per il momento non ha però trovato alcun riscontro, ovvero che sotto di essa ci sia una stanza nascosta, forse una cavità di origine naturale che conserverebbe tutti i segreti dell’antica cultura egizia e della perduta civiltà di Atlantide. Si tratterebbe della stanza dei registri, un luogo in cui sarebbe stata trascritta su papiri la storia di un pezzo di umanità, una sorta di tesoro per ogni appassionato di archeologia, arte e storia.
Secondo Edgar Cayce, un sensitivo statunitense morto nel 1945, la stanza esiste e sarebbe dovuta essere rinvenuta nel XX secolo. Per ora di questa stanza non vi è traccia, ma gli studiosi incuriositi da questa ipotesi sono diversi.
Non credi anche tu che sarebbe straordinario se davvero esistesse?
Cayce ottenne molto seguito quando fu in vita, egli entrava in trance ed era durante quello stato di coscienza alterata che rivelava le sue visioni, tra le quali quella riguardante la stanza dei registri. Se il medium avesse davvero ragione la datazione della sfinge e delle piramidi sarebbe completamente sbagliata e risalirebbe al 10.00 a.C, una visione più simile all’ipotesi della cintura di Orione di cui abbiamo già parlato nell’articolo sulle piramidi.
Di fatto non abbiamo elementi concreti per avvalorare queste teorie se non ammetterne l’indiscutibile fascino.
La sfinge come simbolo esoterico ed enigmatico
La storia dell’arte, da quella più antica a quella romantica, è costellata di reinterpretazioni della sfinge.
Indubbiamente la simbologia predominante è quella dell’enigma, che le deriva dal mito di Edipo, ma anche il tema della morte è ricorrente, visti i collegamenti che essa ha con le tombe, una funzione di decorazione delle opere funerarie, ma anche di protezione e di dimostrazione che “l’uomo sepolto” in quel luogo aveva un’importanza che andava oltre il semplice passaggio sulla terra, poichè un uomo che aveva una sfinge sulla sua tomba celva un enigma .
La storia ha molte opere che ritraggono “la bestia” come la chiamavano gli antichi greci, tuttavia essa sparì nel Medio Evo, tornando preponderantemente nel ‘500, durante il quale ci fu un proliferare di tombe con scolpite delle sfingi, che proseguì in modo meno “modaiolo” nei secole successivi.
Gli esperti di esoterismo ritengono che essa sia un elemento importante poichè racchiude in se la forza dell’istinto animale, il leone (il gatto è archetipo dell’anima e il leone è un grande felino) e l’intelligenza dell’uomo, la testa umana, parliamo quindi di una forma di intelligenza profonda, che va oltre il tangibile, la sfinge è dunque manifestazione dell’uomo che può arrivare a conoscere il cosmo attraverso una profonda analisi dell’enigma, questo enigma non è fuori, ma dentro, l’enigma è l’uomo stesso.
Probabilemente è per questo che la sfinge è stata adottata come simbiolo anche dalla massoneria, Hegel diceva:
la sfinge è il simbolo dietro tutti i simboli.